I cittadini lo sanno che l’Italia, per la guerra in Ucraina, nel 2023 ha pagato 80 milioni di euro al giorno? E che quest’anno si potrebbe passare a 100 milioni di euro al giorno di spese militari?

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Foto tratta da greenMe

In queste ore la politica italiana si accapiglia sulla cosiddetta Sugar tax, la tassa sulle bibite zuccherate. Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che è stato lasciato da solo a fare la ‘Guardia al bidone’ (dove il ‘bidone’, in questo caso, è quello che resta dell’Unione europea dopo lo scoppio della guerra in Ucraina con i relativi costi crescenti a carico degli ignari cittadini europei), se la deve vedere con Forza Italia che, pronto accomodo, ha chiesto il rinvio di questa tassa al prossimo anno. L’aspetto, come dire?, divertente di questa storia è che nessuno dice perché dovrebbe essere introdotta questa tassa a ‘tutela’ della salute dei cittadini italiani che dovrebbero pagare di più le bibite zuccherate. Fermo restando che non è sbagliato ridurre il consumo di bibite zuccherate, va detto, senzo giri di parola, che le nuove entrate relative alla Sugar tax dovrebbero servire soprattutto per pagare le spese della guerra in Ucraina in vorticosa crescita da quando i russi di Putin stanno facendo ‘un mazzo così’ non ai militari ucraini ma a tutto il cosiddetto Occidente industrializzato: la NATO, gli Stati Uniti d’America, l’Unione europea e via continuando. Allora, facciamo quattro conti.

Quest’anno la spesa militare italiana potrebbe sfiorare i 40 miliardi di euro

Stando ai dati ufficiali, la spesa militare italiana è passata da 21 miliardi di euro del 2019 a oltre 30 miliardi di euro nel 2023. In pratica, lo scorso anno, per pagare la guerra in Ucraina, l’Italia ha speso una media di 80 milioni di euro al giorno! Tutti soldi pagati dagli ignari cittadini italiani con tasse e imposte. E siccome sia perché una parte dei cittadini italiani non paga tasse e imposte pur potendolo fare, sia perché un’altra parte dei cittadini italiani si è impoverita e non può più pagare tasse e imposte, il Governo italiano, per pagare i costi della guerra in Ucraina, ha tagliato fondi alla sanità pubblica, alla scuola pubblica e, in generale, allo Stato sociale. Anche se la notizia non ha avuto grande risalto rispetto al campionato di calcio e al tennis, in sede NATO l’Italia si sarebbe impegnata a portare la spesa per la guerra in Ucraina da 80 milioni di euro al giorno a 100 milioni di euro al giorno. Il condizionale è d’obbligo, perché non ci sono ancora dati ufficiali. Ma la voce gira. In pratica, solo per quest’anno, potrebbero servire altri 20 milioni di euro al giorno per 365 giorni per pagare le spese militari. Soldi che si andrebbero a sommare agli 80 milioni di euro al giorno per 365 giorni che gli ignari cittadini italiani hanno pagato nel 2023. Facendo sempre i soliti quattro conti, ciò significa che, nel 2024, la spesa militare italiana potebbe arrivare a quasi 40 miliardi di euro all’anno. Ebbene, da qualche parte ‘sti soldi dovranno venire fuori. La Sugar tax, detto in soldoni, dovrebbe servire soprattutto per pagare l’aumento delle spese militari.

Sapete come finirà questa storia? Che alla fine, per pagare l’aumento delle spese militari, taglieranno altri soldi alla sanità pubblica, alla scuola pubblica e alla spesa sociale

Domanda da 100 punti: dove minchia li dovrebbe trovare l’Italia altri 20 milioni di euro al giorno per 365 giorni all’anno per pagare la spesa crescente della guerra in Ucraina? Altri tagli alla sanità pubblica che è già con il ‘culo a terra’? Altri tagli alla scuola aumentando le ‘classi pollaio’? Riducendo la spesa per gli anziani? Tagliando le pensioni, comprese quelle per i disabili? Ci rendiamo contro che tra un campionato di calcio e una Coppa Devis non c’è stato il tempo di raccontare agl’italiani che la ‘Grande Unione europea’ ha introdotto il nuovo Patto di Stabilità. Una nuova ‘tagliola’ che ha messo a ulteriore ‘dieta’ l’Italia, che non potrà indebitarsi oltre l’1%, che in un sistema euro a ‘monetazione a credito’ è una follia allo stato puro. Intanto l’Ucraina batte cassa. Quando in Europa scriviamo che “l’Ucraina batte cassa’ non ci riferiamo soltanto alle spese per le armi: ci riferiamo anche al fatto che, ogni giorno, migliaia e migliaia di ucraini scappano dal loro Paese verso i Paesi europei. I profughi ucraini non possono essere trattati come i migranti che arrivano a Lampedusa: bisogna trovargli la casa, il lavoro o, in alternativa, un’indennità. E siccome la situazione in Ucraina, per i cittadini ucraini e per gli occidentali, si va aggravando, perché la Russia di Putin avanza su tutti i fronti (come potete leggere qui), i soldi servono subito. Che succederà se la Sugar tax – come sembra probabile – verrà rinviata al prossimno anno? Che le ulteriori spese dell’Italia per la guerra in ucraina verranno pagata con nuovi tagli alla sanità pubblica, nuovi tagli alla scuola pubblica, nuovi tagli alla spesa sociale e, magari, una piccola ‘sforbiciata’ alle pensioni e alle retribuzioni dei dipendenti pubblici…

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