I capi dei sacerdoti di Gerusalemme schiumanti di rabbia se la prendono pure con le guardie che non hanno arrestato Gesù

di Frate Domenico Spatola

16 Marzo 2024, Sabato della Quarta settimana di Quaresima: Giovanni 7,40-53

A Gerusalemme, chi ascoltava Gesù lo riconosceva “profeta”. Altri si spingevano oltre, identificandolo con il Messia. Era troppo per gli oppositori! Contestavano di Gesù l’origine. Le Scritture dicono infatti che il Messia, della stirpe di Davide, doveva essere nato a Betlemme. Nessuno tuttavia riusciva ad arrestarlo, neanche le stesse guardie inviate, allo scopo, dai capi dei sacerdoti. Tornarono con un nulla di fatto. “Perché non lo avete condotto qui?”. Le interrogarono stizziti. Si discolparono che non avevano mai sentito parlare nessuno come lui. Passarono al sarcasmo: “Vi siete lasciati ingannare anche voi?”. Aggiunsero, a riprova, che nessun capo si era mai lasciato abbindolare. Perciò per loro era maledetta la gente ignorante che gli andava appresso. Nicodemo, il visitatore che era andato a parlargli di notte, provò a farli ragionare, ricordando, a difesa di Gesù, che la Legge non condanna nessuno senza averlo prima ascoltato. Passarono all’offesa: “Studia e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!”.

Quell’ora della storia 
fu di gloria
quando, a festa, 
fu richiesta
dai Greci quella
vista, 
che il Signor chiamò “conquista”.
Era seme caduto in terra, 
e da serra
aperto a vita, 
più ambita 
perché non sola, 
frutto della Parola. 
L’egoismo nella vita,
è rovinosa fatica, 
mentre colui che generosa 
la dona è già fruttuosa.
Chi il Figlio segue, 
nel Padre vivrà tregue. 
Quell’ora allor disturba? 
È col Padre e non si turba.
Il Padre gli dá gloria, 
per tutta la sua storia, 
e di paterna Voce il suono, 
per la folla fu un tuono. 
Per altri, l’angelo avea parlato.
Ma per Gesù il mondo è giudicato. 
Poi parlò di sé:  
“Dalla croce, tutti attirerò a me!”

Foto tratta da Io resto con Gesù

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