Gli incendi boschivi? Fenomeno mondiale frutto di una setta di invasati

Se da tre anni la Sicilia è la Regione italiana con il maggiore numero di incendi boschivi (e con il maggiore numero di aree verdi bruciate) un motivo ci sarà

C’è, da parte della politica siciliana, la consapevolezza del problema rappresentato dagli incendi boschivi? In parte sì e in parte no. Ci sono lodevoli interventi del Governo regionale e di alcuni singoli parlamentari e, in generale, di qualche partito. Ma ancora oggi si parla poco di chi, materialmente, dà fuoco alle aree verdi. E si parla pochissimo della perdita di biodiversità provocata dagli incendi boschivi e degli effetti nefasti che ciò provoca negli equilibri ecologici mondiali. Ricordiamo che il fenomeno degli incendi boschivi è mondiale e, in alcuni casi, procede di pari passo con i danni provocati dai cambiamenti climatici. I terroristi e criminali che appiccano il fuoco aspettano le giornate particolarmente calde per colpire e lo fanno con una precisione che fa paura. Il fatto che per il terzo anno consecutivo la Sicilia sia la Regione italiana più colpita dagli incendi boschivi (in realtà non solo boschivi, dal momento che, soprattutto quest’anno le fiamme hanno colpito centri abitati: è il caso di Palermo) dovrebbe fare riflettere. Parlano i ‘numeri’: nel 2021 in Sicilia sono andati in fumo poco più di 80 mila ettari di aree verdi; nel 2022 sono state incenerite circa 68 mila ettari di aree verdi; quest’anno, almeno fino a questo momento, in Italia si contano circa 60 mila ettari di aree verdi incendiate con la Sicilia che presenta il 75% circa di aree verdi incendiate sui citati 60 mila ettari. E’ evidente che, nella nostra Isola, in materia di prevenzione del fuoco nelle aree verdi (e non soltanto) c’è qualcosa che non va. Cosa? La risposta è piuttosto semplice: le aree verdi – i boschi demaniali ma anche le aree verdi private e le aree verdi limitrofe ai centri abitati di pertinenza comunale – sono in buona parte abbandonate. Questo i criminali che appiccano il fuoco lo sanno e quando arriva una giornata di grande caldo – com’è avvenuto lo scorso Luglio – vanno a colpo sicuro.

Le iniziative e i mezzi messi in campo dal Governo regionale per fronteggiare gli incendi boschivi (e non soltanto boschivi)

La Regione siciliana sta intervenendo. Leggiamo in un comunicato della stessa Regione: “Monitoraggio del territorio con tecnologie evolute e rinnovo dei mezzi di intervento in dotazione al Corpo forestale e alla Protezione civile regionale. Questi i cardini del piano organico per potenziare la prevenzione e la lotta agli incendi. Si tratta di una serie di azioni da avviare, in corso d’opera e in alcuni casi già realizzate, finanziate o da finanziare con risorse extra regionali per oltre 550 milioni di euro complessivi: 190 milioni dal Pr Fesr 2021-2027, 323 milioni dal Po Fesr 2014-2020, 52 milioni sul Poc 2014-2020. La dotazione finanziaria potrà eventualmente essere incrementata con ulteriori assegnazioni del Fsc 2021-2027. Il quadro degli interventi è stato messo a punto dal tavolo tecnico istituito dal Governo regionale per il coordinamento e il raccordo delle azioni per contrastare e prevenire con maggiore efficacia i roghi. L’ultima riunione operativa, dopo i pesanti incendi di fine Luglio, è stata convocata dal presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, nei giorni scorsi. Presenti anche l’assessore al Territorio e all’ambiente, Elena Pagana, e i dirigenti generali del Corpo forestale, Giuseppe Battaglia, dei dipartimenti della Protezione civile, Salvo Cocina, della Programmazione, Vincenzo Falgares, e dello Sviluppo rurale, Fulvio Bellomo”. E ancora: “Le misure che stiamo adottando e pianificando – spiega il presidente Schifani – servono ad avere una capacità di intervento più efficiente e coordinata di tutte le forze in campo. Intendiamo dare sicurezza a cittadini e attività agricole e produttive”. Aggiunge l’assessore al Territorio e Ambiente: “Gli strumenti che già possediamo e di cui ci stiamo dotando – aggiunge l’assessore Pagana – ci permetteranno una reazione immediata e più efficace anche nei confronti di chi commette reati contro il nostro patrimonio naturale e causa danni a persone e imprese”. Su indicazione del presidente Schifani è stata riavviata la realizzazione del progetto ‘Siciliy Cyber Security’ (Scs), una grande infrastruttura digitale di monitoraggio, controllo e raccolta dati su aree ambientali sensibili (boschi, aree rurali, Riserve naturali). Saranno impiegate tecnologie avanzate e tutti i dati convergeranno in una ‘sala unica operativa’, coordinata dal Corpo forestale della Regione. Sul fronte dei mezzi dell’antincendio boschivo sono previsti acquisti per ammodernare e rinforzare le flotte del Corpo forestale e della Protezione civile. Con la nuova programmazione Pr Fesr 2021-2027 sono destinati 130 milioni alla Protezione civile e 60 milioni al Corpo forestale. Quest’ultimo ha già stimato un fabbisogno di 380 nuovi veicoli per rinnovare il parco dei 450 attualmente in dotazione. Dopo alcuni ritardi dovuti a ricorsi, 120 nuove autobotti (101 da 1.000 litri, 12 da 4.000, 4 da 8.000 e 2 da 10.000) sono in consegna a seguito della gara espletata nel 2022 per un importo di 25 milioni di euro su fondi Poc 2014-2020. Secondo i dati del Corpo forestale, infine, l’impiego di 95 droni ha ridotto la superficie boscata interessata dagli incendi del 15,97% nel 2021 e del 57,35% nel 2022”. Sugli incendi boschivi in Sicilia intervengono anche il segretario nazionale della Democrazia Cristiana, Totò Cuffaro, e il componente del direttivo nazionale del Partito, Alessio Savona: “Abbiamo ancora gli occhi carichi di tanto dolore dopo gli incendi che hanno falcidiato la Sicilia nei giorni scorsi. Tale tragedia – proseguono i due esponenti della Democrazia Cristiana – ha confermato ancora una volta quanto importante sia la dotazione di una flotta di Canadair a disposizione della Regione siciliana. Purtroppo però l’acquisto non potrà essere effettuato utilizzando le risorse allocate dal PNRR. È necessario il concorso dello Stato italiano. Ecco perché chiediamo alle Istituzioni di attingere alle risorse del Piano Operativo di Coesione (POC), così come precedentemente avvenuto per l’acquisto degli elicotteri destinati ai Vigili del fuoco. L’utilizzo delle risorse del POC rappresenta un’opportunità concreta per affrontare in maniera più efficace e tempestiva le criticità legate agli incendi che purtroppo hanno devastato la Regione. Ricordiamo ancora il drammatico episodio dello scorso 24 luglio – concludono i due Dirigenti della Democrazia Cristiana – in cui numerosi incendi, molti dei quali di matrice dolosa, hanno causato danni irreparabili. La sicurezza e la tutela del territorio sono priorità assolute, su cui la Democrazia Cristiana è pronta a lavorare in sinergia con le Istituzioni, per garantire la massima protezione ai cittadini. L’obiettivo è quello di adoperarsi per ottenere le risorse necessarie affinché la flotta di Canadair possa essere adeguata alle esigenze della nostra terra, affinché possa essere meglio preparata ad affrontare future emergenze legate agli incendi”.

Sappiamo che ci prenderanno per ‘complottisti’ anche un po’ matti. Ma noi siamo convinti che dietro gli incendi boschivi operi una setta di invasati che vuole eliminare la vita vegetale sulla Terra…

I provvedimenti adottati dal Governo dell’Isola non sono sbagliati. Anche se restiamo perplessi sul fatto che la Regione siciliana continui ad appoggiarsi su due istituzioni – Corpo Forestale e Protezione civile regionali – che fino ad oggi si sono dimostrate inadeguate. Gli incendi boschivi – non soltanto in Sicilia ma in tutto il mondo stanno incenerendo milioni di ettari di boschi e foreste, dalla California all’Australia, dalla Siberia al Canada, dall’Alaska (come potete leggere qui: https://www.innaturale.com/incendi-in-alaska-perche-lo-stato-americano-brucia-sempre-di-piu) al Sudamerica, dall’Africa all’Europa (https://www.istituto-oikos.org/notizie/gli-incendi-in-europa-non-sono-mai-stati-cosi-tanti). Gli incendi sono quasi tutti di origine dolosa. Sul sito I Nuovi Vespri lo scriviamo da oltre cinque anni. A nostro modesto avviso, ormai da qualche tempo sembrerebbe che una setta di invasati sia all’opera per distruggere le aree verdi del Pianeta. Questi matti vogliono distruggere tutte le aree verdi Terra, con effetti terribili, perché senza le piante non riusciamo a immaginare la vita. E’ un attacco concentrico al mondo vegetale e alla biodiversità, cioè all’essenza stessa della vita sulla Terra. Lo sappiamo: scrivendo questo corriamo il rischio, a nostra volta, di passare per invasati anche noi. Ma noi quello che pensiamo – e che leggiamo qua e là sulla rete – lo dobbiamo raccontare. E siamo convinti che, tra qualche anno, della nostra ‘bizzarra’ tesi potrebbero cominciare a parlare giornali e televisioni, perché abbiamo la sensazione che lo scenario mondiale peggiorerà. Un esempio: dopo due anni di incendi micidiali nelle aree boscate della Siberia, la Russia di Putin ha profuso un grande impegno per cercare di capire cosa sta succedendo. Eppure l’unico risultato – così almeno sembrerebbe – è una riduzione della superficie colpita dal fuoco, se è vero che lo scorso Maggio un incendio di enormi dimensioni ha colpito la Regione del Kurgan (come potete leggere qui: https://www.today.it/mondo/incendi-siberia-kurgan.html). Non parliamo di quello che sta succedendo in Canada, dove un Governo di dilettanti ha abbassato la guardia nei circa 156 milioni di ettari di boschi che si trovano in questo Paese. Risultato: fino ad oggi, in Canada, sono andati in fumo circa 13 milioni di ettari di boschi con l’emissione nell’aria di un quantitativo inimmaginabile di fumi e di anidride carbonica! Cosa stiamo cercando di dire? Che i governanti di tutti i Paesi del mondo, invece di continuare con le ottuse guerre, dovrebbero riunirsi per cercare di capire chi sono questi criminali che appiccano il fuoco in tante aree del Pianeta e, soprattutto, come agiscono (ovvero che tecnologie utilizzano).

I Canadair sono importanti ma non sono risolutivi

Agli amici della Democrazia Cristiana diciamo che gli aerei Canadair sono importanti ma non risolvono il problema degli incendi boschivi. L’esempio arriva dal Canada, che è il Paese dove sono ‘nati’ i Canadair, che in questo momento, in materia di incendi boschivi, è nel caos. Lo stesso discorso vale per la Grecia, che è il Paese che possiede la più importante flotta di Canadair d’Europa e, in questo momento, è il Paese con le aree verdi ‘più incendiate’ d’Europa. Non per essere pessimisti, ma se dovesse materializzarsi una nuova sciroccata ‘giusta’, come quella che abbiamo visto a fine Luglio, non crediamo che le misure adottate fino ad oggi in Sicilia servirebbero a qualcosa. Sempre a nostro modesto avviso – anche questa tesi la sosteniamo dal Novembre del 2021 – alla Sicilia, per fronteggiare gli incendi boschivi (e non soltanto boschivi dal momento che Comuni e privati, tranne rare eccezioni, non si occupano di eliminare erbe e arbusti secchi), servono non meno di 30 mila operai forestali da dislocare in tutte le aree verdi della nostra Isola con servizio H 24 per tutto l’anno. Questo, insieme alle tecnologie che il Governo regionale intende utilizzare, potrebbe servire intanto per intervenire subito in caso di incendi e poi per cercare di capire come operano i criminali che appiccano gli incendi. La nostra non è una tesi campata in aria. In Sicilia, fino al Dicembre 2020, si contavano poco più di 500 mila ettari di boschi. Sarebbe interessante capire qual è la situazione dopo gli incendi boschivi del 2021, del 2022 e di quest’anno.  

Foto tratta da Cittadini Ecologisti  

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