Gli incendi boschivi continuano a devastare il mondo. Oltre ai piromani matti che vogliono eliminare la vita sulla Terra, la guerra globale sta utilizzando il clima per provocare caldo e fuoco?

In questo momento nella foresta Amazzonica è in corso il più grave incendio degli ultimi vent’anni

Torniamo a scrivere degli incendi boschivi. Per ribadire, ancora una volta, che il fenomeno è mondiale. In questo momento l’area del mondo più colpita dal fuoco è il Brasile. Il presidente Lula aveva promesso che avrebbe ridotto gli incendi e, in generale, il diboscamento nell’Amazzonia. Ma in questo momento si sta verificando l’esatto contrario. Nei primi sei mesi di quest’anno sono stati registrati 13 mila e 489 incendi, il dato peggiore degli ultimi venti anni (qui un articolo e qui un altro articolo). Le cause? Gli esperti chiamano in causa la siccità. Un modo elegante per nascondere che si tratta di incendi dolosi. Il Governo del Brasile e tanti altri Governi del mondo mentono sapendo di mentire, perché non possono ammettere di aver fallito nella caccia ai delinquenti che danno fuoco alle aree verdi del Pianeta. In più, oltre ai matti che vogliono eliminare l’uomo per salvare la Terra, c’è anche il dubbio che nella guerra globare in corso le potenze stiano utilizzando le piogge artificiali e, in generale, le modificazioni del clima per colpirsi l’una con l’altra (qui un nostro articolo). Siamo complottisti? Dopo che la scienza ufficiale è stata costretta ad ammettere che le piogge artificiali sono una realtà è difficile negare l’evidenza. Ormai il cloud seeding, tradotto forse impropriamente come inseminazione artificiale delle nuvole, fa parte delle nostre vite  (qui potete leggere un articolo e qui ne potete legge un altro con allegati alcuni VIDEO). Non è da escludre che la siccità possa essere indotta. La follia dell’uomo che cerca potere e denaro non ha limiti. Di positivo c’è che la ‘scienza ufficiale’ comincia a prendere atto che gli incendi che funestano il mondo producono CO2. Meglio tardi che mai. Non resta che capire quando verranno sputtanati gli affaristi dell’Unione europea che stanno cercando di costruire le proprie fortune economiche sulla lotta alla CO2… (Sopra, Amazzonia a fuoco, foto tratta da Il Fatto Quotidiano)

Mezzo mondo a fuoco e gli incendi inquietanti in Siberia

A fuoco non va solo l’Amazzonia. In Canada, dopo un devastante 2023, con oltre 18 milioni di ettari di boschi incendiati e un quantitativo impressionante di CO2 immessa nell’atmosfera, il fuoco piano piano sta tornando (qui un articolo). Difficile fare previsioni per le propssime settimane e per i prossimi mesi. Fuoco anche in Texas (qui un articolo), dove tre mesi fa il Governatore di questo Stato americano ha dichiarato lo stato din disastro in sessanta contee (le contee, negli Stati Uniti, sono l’equivamente delle nostre province). Un po’ più tranquilla la situazione in Africa, dove lo scorso anno gli incendi che hanno colpito le aree verdi sono stati terribili con danni incalcolabili. In questi giorni si regista qualche timore in Algeria (qui un articolo). Ma va ricordato che le informazioni sull’Africa non sono tante. A fine Maggio nello Stato di Imachal Pradesh, in India, sono stati contati più di 500 incendi di aree verdi (qui un articolo). Per ora in Australia non si registrano incendi: tutto sommato nella norma, perché lì è Inverno. Ma nel Gennaio scorso (Gennaio in Australia è piena Estate) gli incendi hanno creato problemi (qui un articolo), anche se meno rispetto agli anni passati. Brutta la situazione in Russia, con incendoi nella regione artica (qui un articolo). Inquietante il passaggio sulla Siberia dell’articolo di Meteo giornale: “L’aumento del rischio di incendi in Siberia è un chiaro segnale di avvertimento che questo sistema vitale si sta avvicinando a pericolosi punti di non ritorno climatici. Gli incendi costituiscono un grido di allarme per un’azione urgente, poiché ciò che accade nell’Artico non rimane confinato lì, ma amplifica i rischi a livello globale per tutti”. Grande incendio boschivo nel Marzo scorso nel Sichuan, in Cina (qui un articolo). E solita confusione nell’Unione europea, dove in questo momento il problema è rappresentato dalle piogge e dalle grandinate. Ma l’Estate, cloud seeding permettendo, arriverà. Il giornale online euro newws dedica un approfondimento alle azioni di prevenzione messa in atto nella Ue (qui l’articolo). Vedremo che succederà.

In Sicilia non sono mancati gli incendi boschivi. La speranza è che non si materializzino sciroccate con temperature proibitive. Il sistema di monitoraggio messo in piedi dal Comune di Palermo

La Sicilia, infine. Dove nelle ultimew settimane non sono mancati gli incendi, da Palermo a catania,da Agrigento a Trapani, da Enna a Messina. Tutti gli incendi sono gravi, perché distruggono il verde. Per la Sicilia è un problema, se è vero che, dal 2021 ad oggi, il fuoco ha ‘inghiottito’ il 50% dei boschi della nostra Isola. Ma non possiamo non segnalare che il clima è stato tutto sommato mite, con qualche punta di 36-38 gradi e, soprattutto, senza sciroccate. Il vero problema, per la Sicilia, è il vento di Scirocco, quando la temperatura supera i 40 gradi. E quando arrivano le sciroccate che si mettono in azione i criminali che danno fuoco alle aree verdi e anche in prossimità dei centri abitati. Fino ad oggi di questi soggetti che appiccano gli incendi sappiamo poco o nulla. C’è stato, è vero, qualche arresto. Ma l’idea che persone girino per le aree verdi della Sicilia mentre infuriano temperature impossibili appiccando il fuoco manualmente non è molto convincente. Anche perché è stato più volte notato che nei grandi incendi boschivi gli inneschi sono più di due e in posizioni lontane tra loro. Il Comune di Palermo si è dotato di un sistema di monitoraggio con le telecamere per tenere sotto osservazione le aree verdi cittadine. E’ la prima, concreta azione di prevenzione degli incendi che viene messa in atto in provincia di Palermo e forse nell’intera Sicilia. Ci auguriamo che oltre al sistema di monitoraggio il Comune abbia previsto anche un sistema di pronto intervento in caso di incendi. Noi restiamo pessimisti e ci auguriamo di non doverci confrontare con le sciroccate che, di solito, si accompagnano a temperature proibitive: basti ricordare i 50 gradi registrati lo scorso anno a fine Luglio, quando un’impessionante catena di incendi boschivi ha devastato la nostra Isola. Segnaliamo, infine, gli incendi di rifiuti in alcune aree di Palermo, nella discarica di Bellolampo, sempre a Palermo, e in queste ore in una discarica dismessa a Scicli, in provincia di Ragusa (qui un articolo). Anche questo è un segnale, in questo caso estremamente negativo perché, piaccia o no, i roghi di rifiuti producono veleni per l’uomo, per gli animali e in generale, per l’ambiente, a cominciare dalla diossina, al di là delle notizie ‘tranquillizzanti’ di certe ‘autorità’ che lasciano il tempo che trovano.

 

 

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