Gesù torna a Cana e guarisce il figlio del funzionario regio che così riconobbe l’ora della propria conversione da “padre con la famiglia ritrovata”

di Frate Domenico Spatola

1 Marzo 2024, Lunedì della Quarta settimana di Quaresima: Giovanni 4, 43-54

Gesù, dopo il trionfo in Samaria, per la fede mostratagli da quelli del luogo, raggiunse la Galilea. Diffidava tuttavia dei suoi compaesani, dichiarando che nessun profeta vi riceveva onore. Ma quella volta i Galilei lo accolsero ospitali, alcuni di loro infatti avevano assistito alle opere da lui compiute a Gerusalemme durante la recente festa di Pasqua. A Cana di Galilea, dove ancora era caro il ricordo dell’acqua cambiata in vino, si imbattè nel funzionario regio che era venuto da Cafarnao per il figlio malato. Gli chiedeva di “scendere” per guarire suo figlio, ormai in fin di vita. Gesù pensò che fosse la prova di miracoli, chiestagli per credere. Come una tentazione. Ma il funzionario sollecitò il Signore, perché si sbrigasse a “scendere” prima che il suo bambino morisse. “Va’, tuo figlio vive”, fu la sua risposta. Alla parola “figlio” l’uomo si ricordò di essere “il padre”, credette e si rimise per ritornare. Aveva chiesto a Gesù di “scendere”, ma il Signore gli aveva fatto comprendere che toccava a lui andare verso il figlio non da “funzionario”, ma da padre”. Il figlio era ammalato d’amore. Guarito egli stesso per la fede, “scese”, mentre i servi, venutigli incontro, gli annunciarono la guarigione del figlio. “Quando?”, chiese. Riconobbe l’ora della propria conversione e credette ormai “da padre con la famiglia ritrovata”.

Foto tratta da di briciole di Vangelo

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