Gesù non segue “l’occhio per occhio e dente per dente” indicato da Mosè ma invita ad “offrire l’altra guancia” ovvero rivendicare la propria dignità di persona libera

di Frate Domenico Spatola

17 Giugno 2024, Lunedì della XI settimana del tempo ordinario: Matteo 5,38-42

Mosè agli inesperti giudici, che aveva a sé affiancati per dirimere le cause degli Israeliti, aveva dato un aureo criterio di giudizio, perché la pena non fosse superiore alla colpa: “Occhio per occhio e dente per dente”. In tal modo non si sarebbe lesa la giustizia. Gesù non si dice d’accordo. Sua “utopia” è la pace a tutti i costi. Così la impone ai discepoli, per spegnere sul nascere ogni tensione, così la piccola fiamma non si trasformi in grande incendio. Non rinunciava tuttavia alla difesa della dignità della persona. Propose infatti a chi riceve “lo schiaffo sulla guancia destra” di offrire l’altra. Il gesto infatti supponeva quello del padrone, che percuoteva lo schiavo con il palmo della mano in segno di disprezzo. “Offrire l’altra guancia” significava così rivendicare la propria dignità di persona libera. La ricerca della pace anche in tribunale, se ivi trascinati da chi pretendeva la tunica. Il discepolo di Gesù gli doveva consegnare anche il mantello che, a volte, costituiva l’estrema sua copertura per la notte. L’altro caso, non infrequente, riguardava il discepolo obbligato dal soldato romano, a portare il suo bagaglio. “Per un miglio?”. “No – rispondeva Gesù – anche per due”. Erano le logiche per spuntare le armi al belligerante. Infine come comportarsi con coloro che chiedevano prestiti? “Non voltare le spalle”.

Foto tratta da Io resto con Gesù

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