Gesù libera un ragazzo dallo “spirito impuro” e spiega ai discepoli: “Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera”

di Frate Domenico Spatola

Commento a un passo del Vangelo di Marco (9, 14-29)

A Trasfigurazione avvenuta, Gesù con i tre apostoli con lui, scese dal monte. La folla, che aveva provato invano ad avere risposte dai discepoli rimasti in pianura, corse verso di lui per la soluzione del problema al quale i suoi seguaci non erano riusciti. Gesù chiese di cosa si trattasse, e uno della folla gli espose il caso del figlio epilettico, che si gettava ora nell’acqua ora nel fuoco. Lo definiva “posseduto dallo spirito impuro”. Denunciò l’impotenza dei suoi di non riuscire a liberarlo. Gesù ne chiese l’affido, dopo avere interrogato il padre sul tempo della comparizione. “Dall’infanzia” fu la risposta. Quindi da sempre. Gesù minacciò lo “spirito sordo e muto”, ordinandogli di andare via, e quello costretto uscì, lasciando il fanciullo a terra come morto. Ma Gesù, presolo per mano, lo rialzò. Poi, in casa, propose ai discepoli che lo interrogarono, come mezzo per la liberazione, la preghiera.

Foto tratta da La Luce di Maria

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