Gesù invita il pubblicano Matteo a seguirlo e ai soliti farisei che gli rimproverano la peccaminosa promiscuità risponde: “Misericordia io voglio e non sacrifici”

di Frate Domenico Spatola

21 Settembre 2024, San Matteo apostolo ed evangelista: Matteo 9,9-13

Mentre andava via da Cafarnao, Gesù vide Matteo il pubblicano seduto al banco delle imposte. L’invitò a seguirlo. In casa erano seduti a mensa con lui colleghi del mestiere e del malaffare. Gli occhiuti farisei lamentarono, con i discepoli, la peccaminosa promiscuità del loro Maestro con i pubblicani e i peccatori, che lo rendevano “impuro”, ma Gesù intervenne qualificandosi il loro medico. Per lui infatti i peccatori erano malati. A ripicca, dichiarò ai suoi avversari che dal momento che essi si sentivano sani, non avevano bisogno di lui. Poi provò l’affondo che li ridicolizzava sulla loro pretesa di sentirsi gli unici interpreti della parola di Dio, ma che per Gesù neppure conoscevano: “Andate – disse – a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici”. La citazione era dal profeta Osea, che, secoli prima, aveva anche egli ironizzato sulla millantata giustizia dei sacerdoti del tempio. Per Gesù i farisei erano malati ma che non riconoscevano di avere bisogno del medico.

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