Gesù giunge a Tiro e trova il popolo schiavizzato dai padroni della regione. La bambina e sua madre guarite metafore del risanamento della società dall’ossessione del potere

di Frate Domenico Spatola

Commento a un passo del Vangelo di Marco (7, 24-30)

Gesù giunse a Tiro, in territorio pagano. Braccato dai capi religiosi di Israele, imponeva l’anonimato. Ma una donna del luogo, siro-fenicia e di lingua greca, venne a saperlo e cominciò a supplicarlo perché scacciasse il demonio da sua figlia. Ne denunciava l’irrequietezza. Era la stessa insubordinazione del popolo schiavizzato dai padroni della regione. Gesù denunciò stesso comportamento nella madre, figura di quella società. I sudditi trattati come cani: “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cani!”. L’ironia fu lo specchio, perché la madre vi si riflettesse e si riconoscesse. Liberatoria però fu la sua risposta: “Anche i cani avevano diritto alle briciole cadute dalla mensa dei figli”. La bambina (il popolo) guarì perché anche la madre (la società) era risanata dalla sua ossessione di potere.

Foto tratta da La Luce di Maria

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