Gesù fa infuriare i soliti farisei dicendo loro che “il sabato è fatto per l’uomo e non viceversa”. Ovvero; nessuna legge è infrangibile quando si tratta del bene dell’uomo

di Frate Domenico Spatola

Un insegnamento che non dobbiamo dimenticare se vogliamo liberare il mondo dai farisei di ogni giorno

Tra i 613 obblighi e divieti imposti dalla Legge di Mosè, secondo l’interpretazione che ne avevano dato gli scribi e che i farisei eseguivano, c’era “il riposo sabatico”, considerato il comandamento più importante che racchiudeva tutta la Legge, perché “al settimo giorno” anche Dio si era riposato. Comprendeva 1521 azioni che nel sabato non si potevano compiere, pena la disobbedienza al comandamento, che anche Iahvè osservava, e i conseguenti castighi. Tra le proibizioni c’era quella di “non strappare spighe e sfregarle con le mani”. Neanche per mangiarne i chicchi se si aveva fame. Era ciò che stavano facendo i discepoli di Gesù, al cospetto di occhiuti farisei, che li spiavano e lo fecero notare a rimprovero. Ma Gesù quella legge la dichiarava “degli uomini” e non da Dio. Non si sentiva perciò di doverla osservare. Spiegando che “il sabato è fatto per l’uomo e non viceversa”, annunciò che nessuna legge è infrangibile quando si trattava del bene dell’uomo. Lo stesso aveva fatto Davide, senza contravvenire alla volontà del Signore, quando i suoi soldati, affamati come lui, entrarono nel tempio e mangiarono i pani sacri, che solo ai sacerdoti era lecito consumare. Aggiunse, a insegnamento, che spettava al Figlio dell’uomo, cioè a lui, essere l’interprete della volontà del Padre.

Foto tratta da InCammino

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