Gesù è presente tra noi quando ricorda le banche che accumulano ricchezze grazie a fallimenti, svalutazioni e furti legalizzati

di Frate Domenico Spatola

21 Giugno 2024, Venerdi della XI settimana del tempo ordinario: Matteo 6, 19-23

Accumulare ricchezza rimane il sogno degli “zii Paperoni” di sempre. Con saggezza empirica e controcorrente, Gesù avvertiva i suoi discepoli, e anche noi, che questa non basta a fare felici, né assicura longevità. Parlò dei disastri in cui possono imbattersi le banche dove si accumulano ricchezze, per fallimenti e svalutazioni, o per furti anche legalizzati. Propose perciò un’altra banca dagli effetti duraturi, quella di Dio che consiste nel condividere con i poveri. Era il suo consiglio per il migliore investimento, rassicurante ed efficace per la vita eterna. Il denaro e la ricchezza in genere erano da Gesù considerati il grande inganno. Non parlava dei beni per vivere, ma della insaziabilità smodata di chi non vede le necessità dell’altro, e vive solto in funzione di sé e del proprio tornaconto. Avviene oggi con le Multinazionali, non solo incapaci di condividere i profitti con i popoli del Terzo mondo, ma anche di scatenare guerre, per cui la produzioni di armi è tra le voci più redditizie. Gesù, più volte, aveva dichiarata ingiusta la ricchezza, perché era frutto di frode. L’occhio è l’organo dei desideri. Quello del discepolo non sia bramoso da anteporre il denaro “mammona di iniquità” al bene possibile per Gesù solo nella condivisione per rendere limpida, rischiarandola, tutta la persona.

Foto tratta da Famiglia Cristiana

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