Gesù e la “moltiplicazione dei pani e dei pesci” ovvero la condivisione, la gratuità e l’universalità del dono

di Frate Domenico Spatola

“Fate questo in memoria di me”: Marco 6, 34-44

La barca in mare è la Comunità in missione. All’approdo, sulla riva grande era la folla. Gesù vide “pecore senza pastore”. Provò compassione. Ne colse il desiderio del suo insegnamento. Parlò del Regno. Era la buona notizia. Quando si fece tardi, i discepoli pretesero dal Maestro che congedasse la folla. Ognuno andasse a comprarsi da mangiare. La meritocrazia era la logica della Legge. Ma Gesù li educò alla gratuità del dono. Si facessero loro pane da mangiare. Obiettarono che, i duecento denari che possedevano, erano insufficienti, e, alla richiesta di Gesù, risposero di avere con sé “cinque pani e due pesci”. La somma dava sette, ed era prezioso indizio dell’universalità del dono. Tutti furono fatti sedere, organizzati in gruppi di decine. Evocata fu la composizione voluta da Mosè per consegnare la Legge. L’altro segnale messianico fu l’erba nel deserto. Era il luogo “ove riposare” alla venuta del Messia/Pastore. Gesù, presi i cinque pani (quanti erano i libri della Legge di Mosè), recitò la benedizione che equivaleva alla eucaristia negli ambienti ellenistici, spezzò i pani e li consegnò ai discepoli perché li distribuissero. Lo stesso fece con i pesci. Non fu “moltiplicazione” ma “condivisione” a eredità trasmessa da Gesù ai suoi con il mandato: “Fate questo in memoria di me”. Mangiarono i cinquemila, ma il pensiero fu rivolto agli assenti, e per loro si raccolsero “dodici ceste”, quante le tribù di Israele, anch’esse affamate e bisognose del suo Pane.

Foto tratta da La Luce di Maria

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *