Gesù e la metafora del vento che simboleggia lo Spirito Santo: “Soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va”

di Frate Domenico Spatola

9 Aprile 2024, Martedì della seconda settimana di Pasqua: Giovanni 3,7-15

Nicodemo fu l’interlocutore notturno. Aveva sue remore e pregiudizi. Stonò alle parole di “rinascita” che Gesù gli propose. Logiche nuove per lui inconcepibili. Israele gli bastava. Era sua patria e grembo materno. Ma se non avesse tagliato il cordone ombelicale, non avrebbe visto il Regno di Dio: “dovete nascere dall’alto”. Era la proposta, senza alternative, di Gesù, che introdusse il nuovo elemento: il vento, a giustificarne la libertà: “Soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va”. Evocava in tal modo lo Spirito Santo, autore della rinascita che a lui Gesù aveva prospettato.
Nicodèmo ne chiese i meccanismi: “Come può accadere questo?”. Gesù ironizzò su di lui, sedicente maestro di Israele, perché non conosceva quelle cose! Si arrese tuttavia alla sua incapacità di capire, e provò anche anche a giustificarlo. Il proprio parlare era infatti su ciò che aveva visto. Non si capacità a tuttavia del fatto che non accogliessero la sua testimonianza. Eppure “aveva parlato di cose della terra”. Ma i Giudei avevano rifiutato di credere. Denunciava perciò: “come crederete se vi parlerò di cose del cielo?”. Si dichiarò l’unico, da Figlio dell’uomo, a esserne disceso. Provò quindi a chiarire, con una immagine divenuta la sua icona. Mosè innalzò il serpente nel deserto perché chi lo guardasse venisse preservato dalla morte causata dalle aspidi. Egli, innalzato sulla croce, avrebbe dato la vita eterna a chi crede in lui.

Foto tratta da La Luce di Maria

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