Gesù decide di recarsi presso i pagani approdando nella riva opposta del lago. I discepoli non condividono. Così arriva una tempesta metafora dello spirito contrario a Gesù…

di Frate Domenico Spatola

Commento a un celebre passo del Vangelo di Matteo 8,23-27

La “barca” nei Vangeli è simbolo della “Chiesa in missione”. Approdare alla riva opposta a quella abitata dai soli Ebrei, significava per Gesù andare tra i pagani. I discepoli non condividono la scelta del Maestro. La tempesta sul lago drammatizza la tensione. Il vento che la genera è il loro rifiuto, mosso dallo spirito contrario a quello di Gesù. Lo sconvolgimento delle acque assomiglia al caos primordiale. La barca, coperta dalle onde, rischia l’abisso. E Gesù? Dormiva. Inevitabili gli interrogativi su tale sonno improbabile, perché lo sconquasso non lo permetterebbe. Denuncia piuttosto la solitudine cui l’hanno abbandonato i discepoli, per l’ossessivo proposito di Israele che escludeva dalla salvezza i pagani. Ebbero paura e
lo svegliarono al grido: “Siamo perduti! “. Chiesero d’essere salvati coloro che erano stati chiamati per salvare. Gesù li rimproverò per la poca fede, e sorpreso per la loro paura. Il resto fu narrazione teofanica: “Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia”. I discepoli interrogandosi: “Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?”, conseguivano che Dio era Gesù.

Foto tratta da La Luce di Maria

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