Fuoco inizio Estate in alcune aree verdi della Sicilia. Ma attenzione, perché gli incendi boschivi come negli anni passati stanno colpendo tante aree del mondo. Chi sono questi piromani invasati?

Gli incendi boschivi e di aree verdi nella nostra Isola si presentano già ad inizio Estate, senza che siano ancora state registrate temperature estreme

Torniamo ad occuparci di incendi boschivi e, in generale, di incendi nelle aree verdi della Sicilia. Con una precisazione: che a fine Primavera e con l’arrivo dell’Estate nella nostra Isola non abbiamo ancora registrato temperature proibitive. Solo in qualche zona la temperatura ha sfiorato o leggermente superato i 40 gradi centigradi. Non ci sono state grandi sciroccate ma solo un po’ di caldo che, lo ribadiamo, non ha raggiunto livelli insopportabili. Nulla a che vedere, almeno fino ad ora, con i 50 gradi raggiunti nel Luglio dello scorso anno. L’Estate è appena iniziata. Detto questo, gli incendi boschivi e delle aree verdi, in questi giorni, non sono mancati. L’elenco è lungo. Ci sono stati incendi nella provincia di Caltanissetta: a Mazzarino, a Butera e a Santa Caterina Villermosa. Incendi nell’Agrigentino: a Cianciana, a Santo Stefano di Quisquina, a Menfi e a Licata. Fuoco anche nell’Ennese, per la precisione nelle aree verdi di Aidone; e fiamme nel Trapanese, a Buseto Palizzolo, a Marinella di Selinunte e alla foce del fiume Belìce. Incendi anche in provincia di Palermo, a Belmonte Mezzagno. Le fiamme hanno creato problemi in varie zone del Comune di Catania e in altri centri della provincia Etnea, da Misterbianco a Vizzini, da Caltagirone a Biancavilla, fino a Palagonia. (Sopra, foto tratta da Avvenire).

Turchia e Grecia già funestati da incendi boschivi

Fermo restando che la Regione siciliana, come avvenuto da una decina di anni a questa parte, sta continuando a mostrare grandi limiti in materia di prevenzione degli incendi, va detto che il fenomeno al quale stiamo assistendo e con molta probabilità assisteremo da qui alla fine di Ottobre non è locale ma mondiale. Proviamo a illustrare, per grandi linee, gli incendi che fino ad oggi hanno funestato tante aree del Pianeta. In Turchia, nei giorni scorsi, un incendio ha provocato undici morti, oltre sessanta feriti con tredicimila ettari di vegetazione andati in fumo (qui un articolo). Come in Sicilia, la temperatura ha sfiorato i 40 gradi. La Grecia è un altro Paese che ogni anno viene colpito dagli incendi boschivi e, in generale, di aree verdi. Quest’anno non ha fatto eccezione, se è vero che negli ultimi giorni nel Peloponneso sono stati contati 45 incendi con grande spavento di tanti cittadini che sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni. Le cronache registrano un morto a causa del fuoco. Anche in questo caso, temperature intorno a 40 gradi. Non ci sono state temperature estreme ma il fuoco ha già provocato ingenti danni all’ambiente e lutti. Siamo all’inizio dell’Estate è in Grecia c’è molta preoccupazione. E’ ancora fresco il ricordo dell’incendio che la scorsa Estate ha colpito Sebastopoli: di fatto si è trattato del più grande incendio registrato in Europa (qui un articolo).

Incendi in Canada, nel Pantanal brasiliano, in Amazzonia e nel Cerrado. Incendi in Australia e primi incendi in Algeria

Lo scorso anno, in Canada, sono andati in fumo oltre 18 milioni di ettari di boschi (qui un articolo). Una stagione del fuoco che è stata la più disastrosa nella storia di questo Paese. Molti incendi che hanno colpito il Canada lo scorso anno non sono mai stati spenti: sono rimasti accesi durante la stagione fredda ripendendo vigore in questi giorni. Li hanno definiti gli “incendi zombie”. Quest’anno il fuoco è ricomparso e ha già devastato migliaia di ettari di boschi nella Columbia Britannica e nell’Alberta (qui un video). Un vasto incendio ha colpito in questi giorni il Nuovo Messico, negli Stati Uniti d’America (qui un video). Spaventosi gli incendi che hanno colpito il Pantanal brasiliano, aumentati di quasi il mille per cento negli ultimi cinque mesi (qui un articolo). Per la cronaca, il Pantanal brasiliano è la più grande pianura alluvionale del mondo. Sempre in Brasile, incendi anche in Amazzonia e nel Cerrado, la grande savana tropicale brasiliana. Problemi legati anche incendi anche in Australia. In questo Paese il fuoco ha creato enormi danni la scorsa Estate, a Febbraio (in Australia l’Estate inizia a Dicembre e si conclude a Febbraio). Ebbene, a fine Febbraio, nello Stato di Victoria, a causa di un vasto incendio sono state evacuate 30 mila persone (qui un articolo). Gli incendi, nei mesi scorsi, hanno colpito anche la Cina: tre mesi addietro un vasto rogo boschivo ha funestato la provincia di Sichuan, mentre altri roghi sono stati registrati in alcuni edifici di Dongyang (qui un articolo con un video impressionante). Lo scorso Gennaio sono stati registrati i primi incendi in Algeria (qui un articolo). In Africa, lo scorso anno, gli incendi hanno distrutto milioni di ettari di vegetazione tra Nord Africa e Centro Africa.

Pensare che in tante aree del nostro Pianeta, contemporaneamente, vadano in scena fenomeni di autocombustione è un errore. Sono incendi di origine dolosa. Fino ad ora incendi ridotti in Cina e in Russia

Ecco un passaggio di un nostro articolo dello scorso anno: “Gli incendi boschivi, non soltanto in Sicilia ma in tutto il mondo stanno incenerendo milioni di ettari di boschi e foreste, dalla California all’Australia, dalla Siberia al Canada, dall’Alaska (come potete leggere qui: https://www.innaturale.com/incendi-in-alaska-perche-lo-stato-americano -brucia-sempre-di-piu) al Sudamerica, dall’Africa all’Europa (anni: https://www.istituto-oikos.org/notizie/gli-incendi-in-europa-non-sono-mai-stati-cosi-tanti). Sono tutti di natura dolosa (qui per esteso il nostro articolo dello scorso anno)”. C’è un elemento che registriamo: la riduzione dei grandi incendi delle aree verdi in Cina e in Russia rispetto agli anni passati. Almeno fino ad oggi è così. Con molta probabilità, in questi due grandi Paesi i Governi hanno preso gli opportuni accordimenti. Ciò posto, quello che vogliamo sottolineare in questo articolo è che il fenomeno degli incendi boschivi e delle aree verdi è un fatto mondiale. In natura l’autocombustione esiste, ma è un fatto che richiede particolari condizioni ambientali. Pensare che in tante aree del nostro Pianeta, contemporaneamente, vadano in scena fenomeni di autocombustione è un errore. Quasi tutti gli incendi boschivi e di aree verdi in generale presenti nel mondo sono di natura dolosa.

Attenzione alle sette millenariste che vogliono ‘salvare’ il mondo…

Torniamo a rilanciare la nostra tesi, che portiamo avanti da qualche anno. Sembrerebbe che una setta di invasati sia all’opera per distruggere le aree verdi del Pianeta. Questi matti vogliono distruggere tutte le aree verdi della Terra, con effetti terribili, perché senza le piante non riusciamo a immaginare la vita. E’ un attacco concentrico al mondo vegetale e alla biodiversità, cioè all’essenza stessa della vita. Lo sappiamo: scrivendo questo corriamo il rischio, a nostra volta, di passare per invasati anche noi. Oggi, nel mondo, succedono tante cose strane. Esiste ed è operativa una strana associazione – Voluntary Human Extinction Movement – che si batte per l’estinzione della specie umana (qui un articolo). Esistono gruppi di fanatici che pensano che per salvare la Terra bisogna eliminare l’uomo. Purtroppo, le guerre in corso nel mondo alimentano queste sette millenariste che vorrebbero creare un mondo nuovo. Non capendo – o forse lo sanno? – che eliminando il mondo vegetale la vita sulla Terra sarebbe impossibile. Quello che cerchiamo di dire è che nella lotta agli incendi boschivi e delle aree verdi siamo davanti a un ‘nemico’ molto organizzato e molto determinato. I soggetti presi mentre danno fuoco alle aree verdi potrebbero essere elementi di distrazione, perché noi, oggi, non abbiamo contezza delle tecnologie che questa o queste organizzazioni utilizzano per dare fuoco a boschi e aree verdi. In Sicilia, lo ribadiamo, la prevenzione degli incendi boschivi e delle aree verdi è inadeguata. Ma c’è una questione generale, che riguarda tutto il Pianeta, che oggi, per varie circostanze di fatto viene ignorata. Nella nostra Isola, oltre a migliorare la prevenzione, bisognerebbe bandire le polemiche politiche senza costrutto e provare a capire, tutti insieme, chi sono i soggetti che danno alle fiamme i boschi e le aree verdi e che tecniche utilizzano. Attenzione ai boschi siciliani che fino ad oggi sono stati risparmiati. E attenzione anche alle aree verdi cittadine, soprattutto nelle giornate di caldo estremo che arriveranno.

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