Francia e altri Paesi Ue vorrebbero la guerra contro l’America di Trump per difendere la Groenlandia? Quindi la NATO in guerra contro se stessa? Europeismo sempre più tragicomico

Ennesima certificazione che l’Europa ‘unita’ è qualcosa che sta a metà strada tra il disastro e la barzelletta. Ma i francesi lo sanno che gli americani operano già in Groenlandia da tempo con circa 40 basi militari?

“La #Francia sta valutando l’invio di truppe in #Groenlandia in risposta alle minacce di #Trump di conquistare l’isola”. Lo ha dichiarato il Ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot. La notizia la leggiamo in un post di un canale Telegram dopo averla letta in un articolo EUROPA TODAY. Anche altri Paesi dell’Unione europea, sempre secondo Barrot, “sono disposti a considerare l’invio di truppe in caso di necessità”. Quindi l’Unione euopea, oltre a fornire armi e soldi all’Ucraina di Zelensky sembrerebbe pronta a combattere contro gli Stati Uniti d’America? Ma la Ue è nata per eliminare le guerre o per gettarsi nelle guerre? Le parole sono quelle che sono: se la Francia è pronta a inviare soldati in Groenlandia nel caso in cui gli americani dovessero prendersi questa isola, beh, significa che sono pronti a combattere contro gli USA. Idem per i Paesi europei i cui Governi la pensano come il Governo francese. I circa cinquecento milioni di cittadini europei sono d’accordo con il presidentne francese Macron e con gli altri Paesi europei pronti ad andare in guerra anche contro l’America di Trump?

Con molta probabilità, la perdita delle colonie in Africa potrebbe aver mandato in tilt in cervelli degli attuali governanti francesi che ormai annaspano nel dilettantismo geopolitico

Se dobbiamo essere sinceri, a noi la Francia che si prepara dichiarare guerra agli Stati Uniti d’America fa un po’ ridere. Con molta probabilità, la perdita delle colonie in Africa potrebbe aver mandato in tilt in cervelli degli attuali governanti francesi. Forse la goccia che sta facendo traboccare il vaso è la perdita, da parte dell’Europa, delle materie prime a prezzi stracciati della Repubblica Democratica del Congo, Paese che in queste ore è in subbuglio. Russi e cinesi dicono che a seminare il caos sarebbero gli americani; questi ultimi dicono che la protesta è guidata dallla Cina in funzione antioccidentale. L’unica cosa certa è che l’Unione europea, in Congo, non conterà più nulla. Non è una cosa di poco conto, considerato che questo Paese è ricco di diamanti, rame, piombo germanio, manganese, argento e soprattutto oro, il cui prezzo è ormai alle stelle. In più è ricco anche delle cosiddette 3 T: stagno (in lingua inglese Tin), tungsteno e tantalio. Piano piano cinesi e russi stanno togliendo alla Francia i Paesi africani che fino ad oggi sono state colonie francesi.

La clausola della difesa reciproca dell’Unione europea contro l’America di Trump?

Magari Macron e compagni, presi da astratti furori, sono pronti alla guerra contro gli americani, magari con altri Paesi Ue. Quali potrebbero essere i Paesi europei pronti a inviare truppe in Groenlandia per combattere contro l’America di Trump? A primo acchito ci verrebbe di pensare ai Paesi del Nord Europa e del Centro Europa. Meglio attendere gli eventi. Anche se a noi, lo ribadiamo, viene da ridere solo a pensare che l’Unione europea sarebbe pronta a richiamare la cosiddetta clausola di difesa reciproca dell’Unione europea, in base alla quale i Paesi dell’Ue sono obbligati ad assistere uno Stato membro “vittima di un’aggressione armata sul suo territorio”. L’aggressore sarebbe Trump che vuole evitare che la Groenlandia finisca sotto le ali della Cina, come avvenuto con il Canale di Panama? Ma l’Unione europea con chi sta? Con gli USA o con la Cina?

Non ci basta la NATO in guerra contro la Russia di Putin: adesso anche la NATO in guerra contro se stessa. E’ per questo che bisogna aumentare i fondi alla NATO?

E la NATO che farà? Ne fanno parte i Paesi occidentali (qui i Paesi NATO). C’è anche la Francia, nella NATO, che nel 1966 è uscita dal Comando militare integrato ed è rientrata nel 2009. Quindi l’Unione europea, o meglio, alcuni Paesi dell’Ue si ritroverebbero nella NATO alleati degli Stati Uniti d’America e, contemporaneamente, contro gli stessi Stati Uniti se dovessero decidere di inviare militari in Groenlandia contro gli USA che nella stessa Groenlandia hanno da decenni circa quaranta basi militari. E’ o no una cosa da ridere? Commenta giustamente il canale Telegram che per noi è una preziosa fonte di informazione: “La NATO potrebbe iniziare a combattere contro se stessa”. E’ per questo che i Paesi che fanno parte della NATO debbono foraggiare la stessa NATO non più con il 2% del PIL (che pagano in pochi) ma con il 5% del PIL? E ancora: “Parigi è pronta a entrare in guerra contro gli Stati Uniti su richiesta della Danimarca. La Francia ha discusso con la Danimarca l’invio di truppe in Groenlandia in risposta alle ripetute minacce del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di annettere il territorio danese… Le osservazioni di Barrot sono arrivate mentre il Primo Ministro danese Mette Frederiksen era nel bel mezzo di un lampo tour nelle capitali europee per raccogliere sostegno tra gli alleati nella lotta contro Trump”. Didascalica, o giù di lì, la dichiarazione del Ministro francese: “Se la Danimarca chiede aiuto, la Francia sarà lì. I confini europei sono sovrani, siano essi nord, sud, est o ovest… nessuno può permettersi di interferire con i nostri confini”.

Nessuno può permettersi di interferire con i confini dell’Unione europea, dice il Governo francese. Nessuno ad eccezione dei libici, che entrano ed escono dall’Europa a proprio piacimento come dimostra il ‘caso’ del generale libico Almasri

Sì, “i confini europei sono spovrani”, tranne che per i libici che, a quanto pare, entrano ed escono dall’Europa a proprio piacimento. Non il caso ma uno dei tanti casi è quello del generale libico, Osama Almasri, che ha visitato la Germania, il Belgio, la Francia, l’Inghilterra e infine l’Italia dove è stato arrestato dopo aver assistito a una partita di calcio perché la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia ha deciso, di fatto, di lasciare il cerino acceso all’ultimo chiodo del carro dell’Unione europea. Così il Governo di Giorgia Meloni, come si usa dire in Sicilia, astutò ‘u cirino e ha accompagnato il generale libico nel suo Paese. Naturalmente nessuna responsabilità di Germania, Belgio, Francia, Inghilterra e della stessa Corte dell’Aia che, sempre per dirla in lingua siciliana, si è annacato Almasri per dieci giorni e forse più. I giudici dell’Aia c’ha scarruzziaru all’Italia. Da qui le polemiche sul nulla mescolato con il niente. Che avrebbe dovuto fare l’attuale Governo italiano? Forse avrebbe dovuto dire subito la verità: signori, se non rimandiamo subito il generale libico in Libia, beh, qui ci ritroviamo con 20 mila migranti tra Lampedusa e Porto Empedocle nel giro di due, tre giorni. La soluzione ‘intelligente’ sarebbe stata questa? Ma adesso, per cortesia, non rovinate lo spettacolo di Macron e di altri Paesi Ue pronti a sfoderare le durlindane contro gli USA per difendere la Groenlandia… Chissà se Trump ed Elon Musk accetteranno la sfida, magari sulla Luna in omaggio a Ludovico Ariosto e allo stesso Musk che sogna l’universo da Marte in poi…

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *