Fleximan il ‘giustiziere’ che abbatte gli autovelox si diffonde in tutta l’Italia. Con la protesta degli agricoltori, la crisi della sanità pubblica e della scuola si ‘viaggia’ spediti verso la rivoluzione

Guardate che non stiamo scherzando, la rivoluzione è alle porte. Gli agricoltori che protestano, i Pronto soccorso nel caos, i morti sul lavoro che dilagano, l’attacco alla scuola pubblica, i cittadini vessati dalle banche e ora anche Fleximan sono tutti segnali di una pressione sociale che cresce, cresce, cresce…

In Italia a provare a fare la rivoluzione non sono solo gli agricoltori ma anche cittadini, fino ad oggi sconosciuti, che abbattono gli autovelox (foro sopra tratta da Il Giornale). Quando questo fenomeno è cominciato, in Veneto, si pensava che fosse un solo personaggio un po’ matto che si divertiva a liberare i cittadini da uno strumento oggettivamente odioso. L’autovelox viene presentato come uno strumento che tutela l’incolumità degli automobilisti, in realtà c’è il dubbio che non sia altro che uno strumento che i Comuni utilizzano per fare ‘cassa’. Quanto sono stati abbattuti i primi autovelox hanno coniato il nome di Fleximan. Oggi, come leggiamo in un articolo di scenarieconomici.it forse si dovrebbe ricorrere a una pluralità di Fleximan, perché, com’era prevedibile, il fenomeno va estendendosi in tutta l’Italia (qui l’articolo di scenarieconomici.it). Si tratta insomma di una banda, con proseliti presenti in tutta l’Italia.

Non c’è nemmeno bisogno di aggiungere che abbattere gli autovelox è un reato. Ma quando la gente si rompe i cabbasisi…

Noi ci siamo occupati di Fleximan in due articoli:

E’ spuntato un altro eroe: Fleximan il ‘giustiziere’ che abbatte gli autovelox. Per ora è presente in Veneto ma si teme l’effetto-emulazione. Italia primo Paese europeo per numero di autovelox

Tredicesimo autovelox abbattuto in Veneto: aperta la caccia anche notturna a Fleximan. Una riflessione del filosofo Diego Fusaro (VIDEO)

In Italia sta franando tutto

L’Italia di oggi, più di altri Paesi dell’Unione europea, è un Paese nel quale si intravedono i malesseri sociali che potrebbero anticipare scenari rivoluzionari. Per ora sotto i riflettori ci sono gli agricoltori che, giustamente, protestano contro l’Unione europea, contro il Governo nazionale, contro le Regioni. Ma c’è anche il caos che si vive negli ospedali pubblici, soprattutto nei Pronto soccorso, dove si registra una paurosa carenza di medici e infermieri. E il problema si acuisce, perché i medici pubblici italiani sono i peggio pagati d’Europa e non sono pochi i medici del servizio pubblico che si dimettono. Così come non sono pochi i giovani medici italiani che decidono di andare a lavorare all’estero dove sono pagati di più e rischiano meno. Solo dopo la protesta è stato sventato il tentativo di tagliare le future pensioni ai medici pubblici: ma il Governo nazionale ci ha provato, perché non sa più dove trovare i soldi per tirare avanti, se è vero che l’Italia paga 90 miliardi di euro all’anno di interessi su un debito pubblico truffaldin-europeista. La categoria dei medici pubblici è stata la più colpita dal 2008 ad oggi. Ricordiamo che il Governo Berlusconi 2008-2011 ha bloccato le retribuzioni dei medici pubblici insieme alle retribuzioni dei dipendenti pubblici. Quando il contratto è stato sbloccato non hanno pagato gli arretrati e gli aumenti corrisposti sono stati e sono ridicoli!

In Italia i Comuni sono quasi 8 mila. E’ normale lasciare più del 40% dei Comuni senza sportelli bancari? La presa in giro dei fondi del Pnrr

In crisi è tutto il mondo del lavoro. Perché in Italia ci sono tante morti sul lavoro? Perché le imprese ‘risparmiano’ sulla sicurezza, con la ‘benedizione’ dell’Unione europea ultra-liberista e globalista. In crisi sono le Regioni, quasi tutte senza soldi. In crisi sono i Comuni, quasi tutti senza soldi che, non a caso, fanno ‘cassa’ con gli autovelox colpiti dalla banda di Fleximan. Secondo voi è normale che le banche italiane, nel 2023, abbiano aumentato i propri utili del 70% (come potete leggere qui) e, contemporaneamente, abbandonino oltre 3 mila e 200 Comuni senza sportelli bancari (come potete leggere qui) solo perché debbono guadagnare di più? In Italia i Comuni sono quasi 8 mila. E’ normale lasciare più del 40% dei Comuni senza sportelli bancari? In crisi è anche la scuola, soprattutto quella di Sud e Sicilia dove i tagli non si contano più. E a Febbraio hanno deciso di dare una bella ‘sforbiciata’ agli stipendi dei docenti e del personale ATA. Pensate: poco più del 10% dei docenti prenderà questo mese uno stipendio decurtato di 800 euro! Non ci stiamo inventando nulla: lo scrive Orizzontescuola.it, autorevolissimo giornale online del mondo della scuola (come potete leggere qui). E ancora non hanno trovato il coraggio di dire agli italiani che i fondi del Pnrr sono una presa in giro: sono arrivate le prime due rate, il resto dei soldi, con molta probabilità, è finito nel posso senza fondo della guerra in Ucraina (qui trovate una serie di articoli dove Ciro Lomonte, leader di Siciliani Liberi, si dimostra che i fondi del Pnrr non ci sono più).

E’ l’Unione europea che consente alle banche di non rinegoziare i mutui le cui rate aumentate a dismisura ‘strozzano’ i cittadini

Qualcuno dirà: la crisi dell’agricoltura comincia con l’Unione europea che, soprattutto in Italia, punta a smantellare le aziende agricole per piazzare pannelli fotovoltaici, provando a farci mangiare insetti e carne sintetica. Tutto vero. Ma a consentire alle banche di guadagnare un sacco di soldi a spese dei cittadini, lasciando oltre 3 mila e 200 Comuni senza sportelli bancari, dopo avere obbligato gli stessi cittadini ad aprire il conto corrente è l’Unione europea. A consentire alle stesse banche di non rinegoziare i mutui dopo gli aumenti delle rate causate dall’innalzamento dei tassi di interesse per ‘strozzare’ i cittadini è l’Unione europea. I morti sul lavoro sono la diretta conseguenza del liberismo economico imposto dall’Unione europea. I tagli alla sanità pubblica e alla scuola pubblica sono la conseguenza delle politiche economiche imposte dall’Unione europea e dalla truffa massonica sul debito pubblico organizzata a partire dal lontano 1981, l’anno del ‘divorzio’ tra Banca d’Italia e Tesoro. La testa del serpente è sempre a Bruxelles.

In Italia, come si usa dire in Sicilia, semu ‘a strinciuta

Ora, in Italia, come si usa dire in Sicilia, semu ‘a strinciuta. Quando in un Paese – peraltro in un contesto internazionale di ‘grandissimo bordello’ – si colpiscono, simultaneamente, agricoltura, sanità pubblica, sicurezza nei posti di lavoro, scuola pubblica, quando le banche vessano i cittadini, ebbene, va da sé che questo Paese sta franando e si stanno creando i presupposti per la rivoluzione. E a poco serviranno il calcio, il tennis, i festival canori e gli altri mezzi di distrazione di massa, a cominciare dalla televisione che disinforma scientificamente. Perché quando l’economia precipita e arriva la fame, sempre come diciamo noi in Sicilia c’è picca ‘i sturiari. Quando la guerra arriva, arriva per tutti…

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *