Elezioni in arrivo e la politica ‘riscopre’ lo ZEN 2 di Palermo. La recita tocca oggi a Elly Schlein. Il ricordo di una notte nei primi anni ’80 tra gli abusivi che avevano occupato alcune palazzine

Ma non si stancano mai i politici nel fare sempre le stesse cose?

Tempo di elezioni e la ‘presunta’ sinistra che ha governato Palermo dal 1987 al 2000 (con una breve interruzione commissariale tra il 1992 e il 1993) e dal 2012 al 2022 si ricorda dell’esistenza dello ZEN 2, esempio macroscopico di degrado sociale ed economico. Leggiamo sui giornali che la segretaria del PD – partito erede della tradizione comunista e della tradizione della sinistra democristiana – Elly Schlein si è recata dalle parti della ZEN 2 non abbiamo capito a fare che cosa, passerella a parte. Passano gli anni, cambiano le Repubbliche ma le sceneggiate sullo ZEN 2 di Palermo non tramontano mai. Il degrado di questo quartiere è terribile e in questi anni è stato più volte documentato dall’Associazione Comitati Civici di Palermo. Spaventose le 14 fotografie sul degrado della ZEN 2 curate dall’Associazione Comitati Civici di Palermo nel 2020. Ne pubblichiamo due, le altre le potete osservare qui, più un serie di denunce impressionanti che trovare sempre su I Nuovi Vespri scrivendo su Google le parole ‘ZEN 2 degrado I Nuovi Vespri Associazione Comitati Civici di Palermo).

La verità è che dello ZEN 2 non gliene fregava niente alla politica della Prima Repubblica così come non gliene frega niente alla politica della Seconda Repubblica. Elezioni (e voti) a parte, che invece raccontano tante storie…

Dai primi anni ’80 del secolo passato il degrado nel quartiere ZEN 2 è cresciuto. La politica della cosiddetta Prima Repubblica ha creato questo quartiere a Palermo tra San Lorenzo-Pallavicino e Mondello (più Partanna Mondello che Mondello, in verità). Sorvoliamo per carità di patria sui progettisti e su chi ha realizzato tale quartiere. Ricordiamo che il degrado già presente nella cosiddetta Prima Repubblica è peggiorato nella cosiddetta Seconda Repubblica. A partire, grosso modo, dal 1993, centrosinistra e centrodestra – che si alternano alla guida del Comune di Palermo – hanno ignorato lo ZEN 2. ZEN e ZEN 2 sono due quertieri limitrofi. La politica si ricorda dei due quartieri ZEN solo al momento del voto. Chi vuole capire come funzionano le ‘dinamiche elettorali’ allo ZEN (che è molto migliorato rispetto agli anni ’80) e allo ZEN 2 (che invece peggiora di anno in anno) può andare a studiare l’andamento del voto in questi due quartieri dalle elezioni comunali del 1985 ad oggi. Lo consigliamo agli studenti di Scienze politiche e di Antropologia culturale dell’Università, magari insieme con i libri che il sociologo Danilo Dolci ha dedicato a Palermo negli ’50 e ’60 del secolo passato. E’ un consiglio di un ormai ‘ex’ cronista politico che segue le elezioni in Sicilia dal 1983 ad oggi.

Un ricordo personale di un ‘biondino’ nei primi anni ’80

Ora un ricordo personale. Primi anni ’80. Chi scrive era ‘biondino’ (collaboratori sfruttati in attesa dell’agognata assunzione) al quotidiano L’Ora di Palermo. In Estate i ‘biondini venivano contrattualizzati per tre mesi (500 mila lire al mese). Il L’Ora era un quotidiano del pomeriggio. Andava in edicola intorno alle 15,00. Il pomeriggio si lavorava per il mattino seguente. Mi chiama uno dei capi servizio della Cronaca, Tano Gullo. “C’è bordello allo ZEN 2 – mi disse -. Te la senti stanotte di andarci per scrivere domani mattina?”. Rispetto ad altri Tano Gullo era tutto sommato ‘umano’. Sapeva che il ‘No’ non era previsto per i ‘biondini’ ma almeno non ti affidava un servizio urlando. La sera, alle 21, con la 500 di mia madre arrivo in piazza Pallavicino dove mi aspettava il ‘contatto’ (la persona che mi avrebbe accompagnato allo ZEN 2). Alle 21 e 30 arriva finalmente il ‘contatto’. “Sei tu'”, mi chiede. “Sì”, rispondo. “Seguimi”, mi dice. Lui davanti con una vecchia Fiat, forse una 1100 o qualcosa del genere, e io dietro con la 500 di mia madre. In piazza Pallavicino, arrivando dallo stadio, ci sono tre strade: a destra si va verso Mondello; dritto si imbocca la via Castelforte, sulla sinistra c’era allora una stradina tutta buche (come le strade di Palermo di oggi, per capirci) che non avevo mai percorso. Stradina completamente al buio. Dopo circa 10 minuti lunghissimi arriviamo in un quartiere illuminato da fuochi. Allora lo ZEN 2 era in costruzione e non era illuminato, proprio come avviene oggi nelle strade che collegano lo ZEN con Mondello e viale Strasburgo (stavo scrivendo “con Palermo…). Le abitazioni non erano state ancora ultimate ed erano già state occupate. Il Comune aveva provato una decina di volte a ‘riconquistare’ le abitazioni – non ricordo se con i Vigili urbani o con altri soggetti – ma era stato ‘respinto’. Avrei dovuto intervistare i protagonisti di questa occupazione quasi ‘militare’.

“Tranquillo, qui non tocca niente nessuno. Sei sotto la nostra protezione”

“Parcheggia e andiamo”, mi disse il ‘contatto’. Mi ricordai di mia madre poco prima di uscire da casa. Avevo detto alla mamma che sarei andato allo ZEN 2. “La 500 torna con te a casa stanotte, vero?”, mi aveva detto un po’ preoccupata. Risposi di sì sorridendo. Ma, in verità, non ne avevo la certezza. Insomma, ero un po’ restio a lasciare la 500 di mia madre a circa 150 mentre dall’edificio illuminato dai fuochi sul tetto in un luogo buio. Il ‘contatto’ intuì il mio disagio e mi disse: “Tranquillo, qui non tocca niente nessuno. Sei sotto la nostra protezione”. Si cominciava bene. Arrivati nell’edificio il ‘contatto’ mi disse: “Abbiamo occupato prima che completassero le scale dei primi due piani. Ci dobbiamo arrampicare un po’. Per te non dovrebbe essere un problema, visto che ‘giochi a pallone’. Insomma non ti ricordi di me? Sei o sette anni fa abbiamo giocato al campo della Taverna del tiro. Avevamo 13-14 anni. Tu giocavi nella Palermo Olimpia e io nell’Esakalsa”. Io non lo ricordavo, lui sì. La cosiddetta arrampicata non era una passeggiata. Prima su per una scala di legno che tremava, poi una seconda scala in metallo un po’ meno traballante e poi una terza scala in metallo. Dopo di che si arrivava in una stanza illuminata con una fiaccola con la senzazione di essere stati estratti a sorte. Seguirono altre due rampe di scale, questa volta normali e poi l’ultima scala da dove si accedeva in un grande tetto illuminato sempre con le fiaccole con al centro un braciere dove cuoceva carne e salsiccia.

“Hai cenato? Sei nostro ospite”

“Hai cenato'”, mi disse quello che doveva essere il ‘capo’. “Stasera al ritorno mia madre di fa trovare qualcosa”, risposi. “Sei nostro ospite”, tagliò corto. Arrivò un piatto con forchetta e coltello e un bicchiere. “Carne, salsiccia o tutt’e due?”. Tra un boccone e l’altro mi raccontarono che avevano occupato in polemica con il Comune. Allora al Comune di Palermo c’era l’assessorato all’Edilizia pericolante. Che si occupava di ‘stanare’ i cittadini che vivevano nelle abitazioni pericolanti, soprattutto del Centro storico ma non solo. Per poi trasferirli nelle nuove case popolari, per lo più dello ZEN. La prima parte del lavoro di questo bizzarro assessorato comunale, bene o male, dopo vari tentativi, riusciva; la seconda parte del lavoro non veniva quasi mai portata a termine, perché le abitazioni popolari risultavano sempre occupate da abusivi. Di conseguenza, se le abitazioni da dove erano stati mandati via non venivano buttate giù subito, gli ‘sfrattati’ tornavano a vivere da dove erano stati ‘stanati’. Gli abusivi di queste palazzine – erano quattro o cinque le palazzine occupate abusivamente – raccontavano che erano stati buttati fuori dalle loro cadenti abitazioni dai tecnici dell’assessorato comunale all’Edilizia pericolante ma le abitazioni a loro assegnate erano già occupate; così loro avevano occupato queste palazzine. Era vero? E chi lo sa. Si diceva che dietro queste occupazioni c’era la mafia. A me sembravano sinceri. Appresi che c’erano gli abusivi appoggiati da quella che allora si chiamava la ‘Sinistra extra parlamentare’ e gli abusivi appoggiati dalla destra che stava più a destra dell’allora MSI di Giorgio Almirante. Lì per lì mi sembrava uno scenario fantasioso. Anni dopo mi sono imbattutto in un articolo pubblicato da Linea – un periodico di destra che acquistavo ogni tanto – dove i leader della destra estrema proponevano ai leader della sinistra estrema un’alleanza “per sconfiggere il capitalismo”. Altri tempi. Rimasi lì fino a mezzanotte inoltrata. Mi raccontarono un sacco di storie. Il ‘capo’ notò che avevo sonno. “Fino a dove vuoi essere scortato?”, mi chiese. “Va bene fino a Pallavicino”, risposi. L’indomani Tano Gullo mi disse: “Ha fatto un buon lavoro”. E aggiunse: “Stasera ti tocca il Pronto Soccorso di Villa Sofia. Torna con almeno un incidente grave. Non tornare domani mattina senza niente da scrivere. Ci siamo capiti”. Vite da ‘biondini’ di un tempo che non c’è più. Ah, dimenticavo. Era inizio Estate e la mamma mi aveva fatto trovare la parmigiana di melanzane. L’indomani mattina mi chiese: “Come mai la parmigiana è ancora in frigo?”. Risposi: “Ho preferito cenare con cotoletta alla palermitana, salsiccia e vino”. “E dove?”, mi domandò. “Te lo racconto dopo”.

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