Egregi produttori di vino italiano, giusto seguire la vicenda dei dazi e trovare un accordo con Trump. Ma attenzione anche ai danni che ha provocato e che vuole continuare a provocare l’Ue

Il problema del vino italiano non si risolve solo con l’export in America

Oggi avevo previsto la seconda puntata dell’approfondimento sui dazi doganali americani. Argomento che ho affrontato stamattina in un collegamento con gli amici di Radio Time. La discussione è caduta sul vino italiano e siccome i tempi della radio, è noto, sono stretti, provo a illustrare quello che penso sul vino, o meglio sul mercato del vino, con riferimento anche al mercato americano. Per evitare equivoci, dico subito che il mercato americano, per il vino italiano, è importante, ma non può diventare il principle, se non l’unico punto di riferimento per l’export italiano di vino. Come ho scritto nella prima puntata del ‘viaggio’ tra i dazi doganali annunciati dal presidente Donald Trump (foto sopra tratta da Dagospia), “Tanti Paesi dell’Unione europea hanno utilizzato a piene mani questa furbata: vendere in America liberamente i propri prodotti e proteggere i propri prodotti con i dazi doganali. Come avrete notato, dopo che Trump annuncia i dazi doganali blocca il provvedimento per un mese o per due mesi. Lo fa perché non è interessato a una guerra commerciale: vuole trattare. Il presidente americano non vuole bloccare l’arrivo di beni nel suo Paese: vuole che, contestualmente, i Paesi che esportano in America i propri beni importino beni americani”. Trump dice che i Paesi europei “hanno appioppato dazi doganali del 50% al whisky americano” (qui l’articolo per esteso). L’Italia e gli altri Paesi europei che esportano vino debbono trovare un modo per venire incontro alle esigenze degli Stati Uniti d’America che, questo non ci stancheremo mai di ripeterlo, deve ridurre il proprio deficit federale.

Ricordatevi che l’Unione europea vuole introdurre nelle etichette del vino la scritta “Nuove gravemente alla salute”

Ma il tema che voglio affrontare non è solo questo. Ed entro subiro nell’argomento. Ritengo sbagliato, anzi sbagliatissimo, per il mondo del vino italiano, concentrarsi solo sul mercato americano, ignorando i danni che fino ad oggi ha prodotto al vino l’Unione europea. L’ultima iniziativa Ue contro il vino è la proposta di inserire nelle bottiglie la scritta “Nuoce gravemente alla salute”. Ebbene, a parte qualche sporadica protesta, non ho visto grandi manifestazioni contro questa nuova follia ‘europeista’. Chi ha stabilito che il vino fa male? Certo, è un alcolico e, se ingerito in elevate quantità, può creare problemi. Detto questo, da quando esiste, il vino non ha mai fatto male a nessuno. Non si capisce perché dovrebbe essere trattato alla stessa stregua delle sigarette. Mi sarei aspettato una grande e corale protesta del mondo del vino: ma questa protesta non l’ho vista, sempre in accordo con quella legge non scritta in base alla quale l’Unione europea è intoccabile. Mentre se l’America, legittimamente, lavora per riequilibrare il rapporto tra importazioni ed esportazioni, ecco che intervengono le massime autorità.

Del vino senza alcol ne vogliamo parlare? E del Nutri-Score? E degli insetti a tavola? E della carne sintetica?

E che dire del vino senza alcol, altra trovata ‘europeista’? Anche in questo caso, qualche articolo, qualche dichiarazione di rito, poi il silenzio. Pure su questo fronte l’Unione europea ha il diritto divino – e scusate il gioco di parole – di fare quello che più gli aggrada? Sembrerebbe di sì (qui un articolo). Vogliamo parlare del Nutri-Score? E’ l’ennesima trovata geniale dell’Ue, una sorta di ‘semaforo’ per gli alimenti che dovrebbe indicare se un cibo o una bevanda fa bene o male alla salute. Il vino, ovviamente, non va bene e non va bene nemmeno l’olio extra vergine di oliva! (qui un articolo). E degli insetti a tavola cosa dobbiamo pensare? Questa ‘prelibatezza’ è stata lanciata in pompa magna, sempre dalla solita Unione europea. Anche in questo caso non abbiamo visto grandi proteste ma solo l’indifferenza e la contrarietà dei cittadini-consumatori: e infatti di questa dieta proteica ‘creativa’, a base di insetti, non si parla più. Si continua invece a parlare della carne sintetica – altra idea ‘europeista’ – che punta a smantellare gli allevamenti italiani. Ha iniziato tre anni fa il Governo ‘progressista’ olandese (qui un articolo) e se il progetto non fosse stato travolto dalle proteste popolari di agricoltori e cittadini olandesi gli ‘europeisti’ ci avrebbero provato in tutti i Paesi dell’Unione. Va combattuta anche la tesi che il vino fa ingrassare. Il discorso è sempre o stesso: se si fa abuso di vino insorgono problemi. Ma il vino se accompagnato, com’+ giusto che sia, da un minimo di attività fisica ci rende felici, non ciccioni!

E’ inutile girarci attorno: dentro l’attuale Ue il vino italiano e, in generale, l’agricoltura non hanno alcuna speranza

Cosa stiamo provando a raccontare? Semplice: che dentro l’attuale Unione europea il mondo del vino e, in generale, l’agricoltura non hanno speranza. Con l’America di Trump si può trattare, con l’Unione europea, no. Gli ‘eurocrati’ decidono ignorando i cittadini e anche il Parlamento europeo, che non ha i poteri per bloccare l’esecutivo, cioè la Commissione europea. Secondo voi perché vogliono produrre il vino senza uva, la carne senza animali e ci vogliono magari fare mangiare gli insetti? Perché i signori dell’Unione europea vogliono fare business. A questi delle piante non gliene può fregare di meno. Questi, come diciamo noi in Sicilia cercano piccioli facili. Ricordate lo scandalo del Parlamento europeo che è tornato in auge in questi giorni? A noi cittadini vogliono togliere la moneta contante per costringerci a pagare solo con la moneta elettronica, mentre loro, svolgendo attività lobbistica, si portavano a casa i soldi con i sacchi! Per concludere, giusto trovare un accordo con gli americani per l’export di vino, ma è altrettanto giusto porre grande attenzione ai disastri che l’Unione europea ha provocato e vuole continuare a provocare all’agricoltura. Avete seguito il dibattito sul riarmo? Gli ‘europeisti’ debbono trovare i soldi per le armi. E sapete quali fondi europei vogliono andare a ‘saccheggiare’? I fondi dell’agricoltiura, che già sono stati ridotti. Ora gli vorrebbero dare un’altra ‘sforbiciata’, ufficialmente perché ci debbono proteggere dalla Russia di Putin, praticamente perché debbono fare affari con le armi, riconvertendo le industrie automobilistiche in industrie per produrre carri armati e mezzi di trasporto di guerra alla faccia dell’agricoltura. Questa è l’Unione european non quella che hanno raccontato a Roma in una delirante manifestazione.

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