E’ vero che l’Ue vorrebbe rimpatriare i profughi ucraini presenti nei Paesi europei per mandarli in guerra contro la Russia? Non possiamo credere che si materializzi un simile atto di crudeltà

La realtà è che l’Ucraina e la NATO sono a corto di militari e non sanno dove trovarli. La nostra proposta: perché non mandano al fronte gli ‘europeisti’ favorevoli alla guerra contro la Russia?

Donald Trump non ha la bacchetta magica. Coloro che pensavano che il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America avrebbe bloccato le guerre in corso nel mondo si dovranno ricredere. Per ora i combattimenti si sono momentaneamente fermati a Gaza, mentre in Ucraina la guerra continua senza sosta. Con i russi che avanzano inesorabilmente in Ucraina, mentre la Regione russa di Kurks che è stata invasa da militari ucraini e mercenari pagati dall’Occidente è stata riconquistata per oltre il 70 per cento dai militari della Federazione Russa. In questo momento occidentali e ucraini si ritrovano a corto di militari nella guerra contro la Russia. Da dove farli arrivare? I Paesi dell’Unione europea, almeno fino ad oggi, si rifiutano di inviare militari, tranne qualche eccezione. Il presidente ucraino Zelensky ha provato a mandare forzatamemte al fronte i giovani da 18 a 25 anni. Manovra fallita. Così sta provando ad allettarli offrendo loro denaro. Ma anche questa mossa è un mezzo fallimento. Che se ne dovrebbe fare dei soldi un ragazzo ucraino che andando a combattere contro i russi potrebbe morire?

La ‘capa’ della diplomazia dell’Unione europea Kaja Kallas è un’imperterrita guerrafondaia

La situazione è complicata. Dicono che il Governo ucraino avrebbe chiesto aiuto all’Unione europea. Da qui l’idea di rimpatriare i cittanini ucraini che si sono rifugiati nei Paesi Ue per sfuggire alla guerra. Ufficialmente nel Paesi dell’Unione europea ci sarebbero poco più di 4 milioni e 200 mila profughi; in realtà potrebbero essere molti di più, forse anche il triplo. La notizia che gli ‘europeisti’ potrebbero rimpatriare i profughi ucraini l’abbiamo letta su un canale Telegram. I primi rimpatri potrebbero materializzarsi nella Repubblica Ceca, in Polonia e in Germania. Noi non ci crediamo: sarebbe un atto di mostruosa crudeltà. Anche se, in verità, dall’Unione europea ci aspettiamo di tutto. Kaya Kallas, oggi a capo della diplomazia dell’Unione europea, da indomita guerrafondaia, ha detto che Bruxelles è pronta a sostenere l’Ucraina, anche da sola, senza gli Stati Uniti. Ma, anche lei, non ha specificato con quali militari. Come leggiamo in un post pubblicato da un canale Telegram, la Kallas “ha invitato i Paesi Ue ad aumentare la spesa per la difesa riducendo la spesa per istruzione e medicina”. L’Italia dovrebbe chiudere una parte degli ospedali pubblici per la guerra in Ucraina? Ma questa Kallas dove l’hanno presa?

E’ perfettamente inutile che gli ‘europeisti’ tentino di rigirare la frittata: la Ue è in guerra contro la Russia e russi, giustamente, ci considerano non-amici: e hanno ragione da vendere

Fino ad ora solo tre Paesi dell’Unione europea hanno detto sì all’aumento della percentuale del PIL dal 2 al 5% per le spese della NATO: sono l’Estonia, la Lituania e la Polonia. “La Ue – leggiamo sempre nel post del canale Telegram – ha già speso 134 miliardi di euro per l’Ucraina, inclusi 50 miliardi di euro in armi, e il numero del personale militare ucraino addestrato dai Paesi dell’Unione europea raggiungerà i 75mila entro la fine di Gennaio. L’Unione europea non si considera in pace, ma non è ancora entrata in guerra”. Questa è un’affermazione contraddittoria, perché 27 Paesi Ue che forniscono soldi e armi all’Ucraina nella guerra contro la Russia sono oggettivamente in guerra contro il Paese di Putin. Non a caso i russi hanno detto al presidente americano Trump che non accetteranno mai di parlare di stop alla guerra in Ucraina con i rappresentanti Ue, che sono considerati a tutti gli effetti non-amici della Russia. In ogni caso, le dichiarazioni della diplomazia dell’Unione europea non sono dichiarazioni di pace ma di guerra.

E mentre l’Occidente fa la guerra alla Russia, i cinesi si sono presi anche il Congo facendo ‘Marameo’ all’America di Trump e all’Unione europea

I russi, da parte loro, in Ucraina giocano la partita psicologica: bombardano, vanno avanti nelle conquiste di territorio ucraino ma non forzano la mano. Sanno che NATO e Ucraina sono a corto di militari, sanno che il presidente Trump ha sospeso il programma per i rifugiati dall’Ucraina e, in generale, ha congelato tutte le sovvenzioni federali. Aspettano in attesa che in Europa esplodano le contraddizioni. Zelensky dice che l’America non ha interrotto la fornitura di armi (qui un articolo). Ma, a nostro avviso, è solo questione di tempo, perché il nuovo presidente USA ha ereditato una situazione economica e finanziaria disastrosa e deve ridurre le spese, così come dovrà ridurre le importazioni e aumentare le esportazioni. E mentre la Francia lancia segnali di guerra, annunciando che i caccia Mirage 2000-5 saranno consegnati all’Ucraina entro Marzo, in Congo è scoppiato un putiferio. Considerato che si tratta di un Paese dell’Africa ricchissimo di preziose materie prime, rilevato che ormai in buona parte dell’Africa si parla russo e cinese, va da sé che l’Occidente si accinge a perdere anche il Congo. Un ulteriore segnale di guerra è legato a PlayStation e a Xbox. Nell’Unione europea si teme che i russi utilizzino i videogiochi per controllare i droni. Da qui il possibile stop all’export. Un altro segnale di instabilità arriva dai Paesi dall’OPEC +, che si rifiiutano di ridurre i prezzi del petrolio. Aspettiamoci altri ‘casini’ energetivi oltre a quelli legati alla carenza di gas.

Foto tratta da Avvenire

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