Due manifestazioni di agricoltori siciliani che protestano sono un segnale di divisione che fa solo il gioco di Governi e partiti politici nazionali che vogliono la fine dell’agricoltura in Sicilia

Continuando di questo passo, tra liti e baruffe, saremo costretti ad ammettere che due mesi di proteste hanno prodotto solo buchi nell’acqua: che è l’obiettivo di chi sta cercando per conto di partiti e organizzazioni agricole tradizionali di far fallire la protesta

Da qualche settimana registriamo discussioni continue tra gli agricoltori siciliani che, in alcuni casi, degenerano in liti. Per ora si discute di una manifestazione che è stata boicottata da un gruppo di agricoltori che stanno organizzando una seconda manifestazione. La manifestazione originaria era prevista il 22 Marzo. Da quello che si capisce ci sarà una manifestazione due giorni prima. Una manifestazione di protesta, che anticipa di due giorni una manifestazione di protesta già organizzata, ha un significato ‘politico’ preciso: il movimento di protesta degli agricoltori siciliano è diviso. Un grande favore all’attuale Governo regionale siciliano e al Governo nazionale. E naturalmente anche all’Unione europea. Il messaggio che sta passando è semplice: questi agricolotori siciliani sono degli inconcludenti, si agitano, gridano ma poi litigano tra di loro. Risultato: non hanno credibilità. A dare manforte a questa tesi c’è il fatto – che purtroppo è sotto gli occhi di tutti – che fino ad oggi, dopo due mesi di proteste, gli agricoltori non hanno ottenuto alcunché, né a Roma (dove ovviamente non mancano le divisioni), né in Sicilia.

In Sicilia i soliti partiti politici nazionali – che sono la rovina della Sicilia e del Sud Italia – con molta probabilità fomentano le divisioni promettendo benefici & prebende a questo e a quello

Spiace scrivere queste cose ma è l’amara realtà. Sicuramente c’è chi lavora per disarticolare il Movimento di protesta degli agricoltori. A Roma hanno addirittura formato un gruppo di agricoltori vicino al Governo di Giorgia Meloni e del dannosissimo Ministro-cognato delle Politiche agricole, Francesco Lollobrigida (cognato dalle ‘capa’ del Governo, la citata Giorgia Meloni). In Sicilia i soliti partiti politici nazionali – che sono la rovina della Sicilia e del Sud Italia – con molta probabilità fomentano le divisioni promettendo benefici & prebende a questo e a quello. In Sicilia siparla addirittura di un gruppo di agricoltori vicino alla Lega: che è cosa tragicomica. Bisogna riconoscere che in questo gioco allo sfascio operano dei veri e propri professionisti di quelle che in lingua siciliana si definiscono sciarre (da sciarrìare, liti clamorose e violente), che vengono messe in pratica ad arte sulla rete e anche di presenza. Giocano, a favore dei partiti politici nazionali e degli sciarrieri anche le piccole miserie personali: l’intervista sul giornale o in televisione. Un’atmosfera che ricorda tanto una celebre favola che racconta di un corvo appollaiato su un albero che si sta godendo un bel pezzo di formaggio quando arriva una volpe e gli dice. “Ma guarda un po’ che bell’esemplare di uccello, che piumaggio splendido, chissà se la sua voce è pari alla bellezza della sua presenza…”. Il corvo – che detto tra di noi era un po’ minchione – ubriacato da tanti complimenti si mette a gracchiare lasciando cadere in terra il formaggio che viene subito arraffato dalla volpe…

A che punto è il nuovo sindacato agricolo? Gli impianti agro-fotovoltaici sono neo-cavalli di Troia

Chiara la metafora? Servono meno primedonne e, soprattutto, bisogna ignorare le volpi inviate dai partiti politici nazionali e dalle vecchie organizzazioni agricole per seminare zizzania. Lasciateli cuocere nel loro brodo. Vengono solo per ‘armare turille’ e fare fallire il movimento di protesta. Ciò non significa che le manifestazioni non servono: al contrario servono per tenere viva la protesta. Ma debbono essere accompagnate dalla concretezza. Qualche esempio: dopo due mesi di protesta non si conosce ancora il numero di impianti fotovoltaici presenti in Sicilia. Il riferimento è anche agli impianti agro-fotovoltaici, che sono neo-cavalli di Troia: limitano l’attività agricola e distruggono il paesaggio (l’Ordine degli Architetti non ha nulla da dire sugli scempi paesaggistici dei pannelli fotovoltaici e dell’agro-fotovoltaico?). Possibile che gli agricoltori siciliani che protestano non abbiano ancora chiesto conto e ragione degli impianti fotovoltaici da autorizzare al Governo regionale e alla Commissione speciale per le autorizzazioni ambientali della stessa Regione? Lo sanno gli agricoltori siciliani che li vogliono fare fallire per togliergli le loro aziende e realizzare immense distese di pannelli fotovoltaici? A che punto è il nuovo sindacato agricolo alternativo alle attuali organizzazioni agricole che, in combutta con Ue, Governo nazionale e Regioni, vogliono trasformare gli agricoltori in percettori di una sorta di ‘Reddito di cittadinanza agricolo’, non a caso sbandierano un giorno sì e l’altro pure l’arrivo di questa e quella indennità. Per non parlare di qualche Regione italiana che paga gli agricoltori per non esercitare l’attività agricola. Nel migliore dei casi, se qualche azienda agricola resterà in piedi, ebbene, gli agricoltori dovranno trasformarsi in giardinieri… Insomma, lo volete capire o no, egregi agricoltori siciliani, che le vostre liti stanno solo favorendo i vostri avversari?

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