Dopo USA e UE anche il Canada ricorre ai dazi doganali per bloccare l’arrivo di auto elettriche cinesi. Una strategia perdente voluta dagli americani che si illudono di frenare così la crisi del dollaro

E’ ufficiale: i Paesi occidentali hanno deciso di ‘autoincaprettarsi’ per cercare di tutelare l’area del dollaro americano

Dopo Stati Uniti d’America e Unione europea, anche il Canada ha deciso di ricorrere ai dazi doganali per bloccare l’arrivo sul proprio territorio di auto elettriche cinesi. Lo ha annunciato il premier canadese, Justin Trudeau. I dazi doganali diventeranno operativi il prossimo mesedi Ottobre. Il Governo canadese sta valutando anche la possibilità di introdurre dazi doganali per colpire pannelli solari a chip prodotti in Cina. E’ noto che le auto elettriche prodotte nell’Occidente, come si usa dire dalle nostre parti, fanno acqua da tutti i lati. Se ne sono accorti anche i consumatori. Ci sono enormi problemi per la ricarica delle batterie delle auto elettriche che, nella migliore delle ipotesi, richiede un paio d’ore. Il fallimento delle auto elettriche lo si può desumere anche dal fatto che tali automobili si deprezzano in tempi brevi. L’unico rimedio per provare a rilanciare l’auto elettrica era quello di optare per le auto elettriche cinesi, in assoluto le migliori al mondo. Ma questo significherebbe aiutare la Cina e, in generale, i Paesi del BRICS nella loro battaglia per ridimensionale l’area del dollaro americano. Così, per cercare di tutelare la divisa statunitense, oltre a tenere il mondo in costante guerra, tutto il cosiddetto Occidente industrializzato deve colpire la Cina impedendogli di esportare i propri prodotti.

I dazi doganali contro la Cina nell’illusione di difendere l’area del dollaro rappresentano il fallimento dei Democratici americani di Joe Biden

E’ una battaglia economica che funzionerà? No. Per un motivo semplice: perché quasi 160 Paesi del mondo hanno già aderitto al nuovo sistema di pagamento, creato dai Paesi del BRICS, alternativo al sistema di pagamento SWIFT dell’Occidente (qui un articolo). Non c’è bisogno di essere geni dell’economia per capire che questi Paesi non utilizzeranno più il dollaro americano negli scambi commerciali internazionali. Attenzione al passaggio: non sono gli attuali Paesi che fanno parte del BRICS – Cina, Russia, India, Brasile, Sudafrica, Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti – che si accingono, di fatto, a bandire il dollaro statunitense negli scambi commerciali internazionali. A questi grandi Paesi, che rappresentano già la maggioranza della popolazione che vive sulla Terra, si sono aggiunti gli abitanti di altri 150 Paesi circa. Va da sé che, tra un paio di anni, non di più, l’Occidente, nel commercio internazionale, conterà quanto il due di coppe con la briscola a denari. E’ questo il vero, assoluto fallimento della presidenza americana dei Democratici di Joe Biden: non solo hanno fatto precipitare il mondo nelle guerre per cercare di bloccare il processo di ‘dedollarizzazione’ portato avanti dal BRICS ma hanno anche creato i presupposti per fare affondare l’economia di tutto l’Occidente. I dazi doganali per colpire le auto elettriche cinesi creeranno sicuramente problemi all’industria e, in generale, all’economia cinese; ma la Cina è anche il mercato di sbocco di tantissime produzioni occidentali. E saranno proprio le imprese occidentali che fino ad oggi hanno esportato in Cina a pagare il prezzo più alto di questa ennesima follia.

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