Dopo Ucraina e Gaza si potrebbe aprire un terzo fronte di guerra a Taiwan come risposta statunitense all’attacco targato BRICS all’area del dollaro americano. Facebook ci blocca per la seconda volta

Le guerre sono le conseguenze dirette dei dissidi economici tra le nazioni. Oggi la maggioranza degli otto miliardi di uomini che vivono sulla Terra rifiuta il dominio del dollaro americano. Gli Stati Uniti d’America si stanno legittimamente difendendo

Si parla di pace ma si prepara la guerra. Ucraina e Gaza non bastano. Si va verso l’apertura di un altro fronte fi guerra: Taiwan. L’isola, poco più di 23 milioni di abitanti, appartiere alla Cina. Ma un movimento indipendentista collegato e sobillato dall’Occidente sta cercando di staccarsi dalla Cina. ovviamente i. cinesi non ne vogliono sapere di mollare Taiwan. Da giorni l’isola è circondata da navi da guerra cinesi che svolgono ‘esercitazioni’. E’ evidente che si sta cercando la scusa per iniziare una guerra. In questo momento, nel mondo, le guerra sono una sessantina. Le più eclatanti sono in Ucraina e a Gaza. L’Ucraina difesa dall’Occidente è in difficoltà. Tantissime città sono al buio e prive di acqua. I russi hanno sistematicamente bombardato le centrali elettriche e gli acquedotti. Gli abitanti sono fuggiti verso l’Europa. Ma questo non si deve scrivere e, in generale, raccontare. Nei primi anni ’90 l’Ucraina contava su oltre 52 milioni di abitanti, nel 2021 erano diventati 41 milioni. Prima dello scoppio della guerra si contavano circa 38 milioni di abitanti. Oggi si capisce poco o nulla. Si sa che milioni di cittadini ucraini, causa i continui bombardamenti russi, sono scappati in Europa. Due i Paesi europei, come dire?, dove gli ucraini in fuga si sono diretti: Polonia e Germania. Ma non si deve dire che nell’Unione europea, in questo momento, ci potrebbero essere da 15 a 20 milioni di profughi ucraini. Non può che essere così, perché nelle città ucraine senz’acqua e senza luce elettrica non si può vivere. Noi lo scriviamo e Facebook ci ha bloccati per la seconda volta in meno di 15 giorni. (Sopra l’immagine di una città dell’Ucraina al buio, foto tratta da Telegram)

L’Occidente di oggi, per stupidità, utilizza la censura come fanno Cina e Russia

Facebook chiama la censura “gli standard di Facebook”. Dove gli “standard”, a quanto pare, non sono altro che le notizie oggettive che mettono in cattiva luce l’Occidente: Stati Uniti d’America, Unione europea, NATO, ONU, Organizzazione Mondiale della Sanità (propalazione della stessa ONU), Fondo Monetario Internazionale. A quanto pare, scrivere una cosa ovvia – e cioè che oggi l’Occidente è rappresentato da un miliardo di abitanti della Terra su otto miliardi circa – mentre la maggioranza dei restanti sette miliardi è schierata con Cina e Russia mentre le altre nazioni sono indifferenti all’Occidente – non rispecchia gli “standard di Facebook”. Viene da sorridere, anzi viene da ridere nel prendere atto come l’Occidente che si vanta di essere ‘democratico’ rispetto alla Cina e alla Russia utilizza a piene mani la censura. Del resto, cos’è oggi Facebook? Fino a qualche tempo fa era un luogo di incontro e di dialogo; oggi è una piattaforma che seleziona le notizie, censurando quelle che non gli vanno a genio e promuovendo pubblicità. Per certi versi, oggi, Facebook è diventata uguale, se non peggiore della televisione di popperiana memoria. Contenti loro…

Bombardare le città russe con armi americane potrebbe aprire la strada ai bombardamenti ai danni delle città occidentali

Noi abbiamo deciso di ignorare Facebook, che ormai non è più un esempio di libertà di democrazia. Anzi. E continuiamo a scrivere quello che pensiamo. E quello che vediamo. Per esempio, diamo notizia di un surreale dibattito alla Casa Bianca. Tema: consentire all’Ucraina di utilizzare missili americani in territorio russo. Il Segretario di Stato americano, Anthony Blinken – riferisce il New York Time ripreso da un canale Telegram – avrebbe proposto di consentire alle forze armate ucraine di effettuare attacchi con armi americane sul territorio russo. “La proposta, avanzata dal Segretario di Stato americano durante una visita a Kiev la scorsa settimana – leggiamo – è ancora agli inizi e non è chiaro quanti dei suoi colleghi nella cerchia ristretta di Biden l’abbiano sottoscritta. I funzionari dicono che non è stato ancora presentato formalmente al presidente, che tradizionalmente esercita la massima cautela”. Ci sembra una bella idea. Se le città russe verranno attaccate con armi americane, beh, dobbiamo aspettarci che vengano attaccate le città occidentali – comprese quelle europee – con armi russe. La guerra è guerra e quando arriva, si sa, arriva per tutti. Anche per l’Unione europea a ‘trazione’ tedesca, tradizionale alleata di Russia e Cina.

Gli americani non stanno perdendo la guerra, anzi. La guerra la sta perdendo l’Unione europea, che oggi paga i rapporti economici ambigui con Cina e Russia

Va detto che è sbagliato scrivere che gli americani stanno perdendo la guerra in Ucraina insieme con il resto dell’Occidente. Gli Stati Uniti d’America, in questa fase storica, debbono difendere l’area del dollaro dall’attacco di Cina e Russia che guidano il BRICS, la potente associazione di Paesi (della quale fanno parte i fondatori Brasile, Russia, India e Cina ai quali si è aggiunto il Sudafrica; a questi si sono poi aggiunti Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi) che punta a sostituire il dollaro americano negli scambi commerciali internazionali con una moneta unica agganciata all’oro. Gli americani sono stati abilissimi: con la guerra in Ucraina hanno bloccato la nascita della moneta unica agganciata all’oro alternativa al dollaro. E stanno seminando altre guerre in mezzo mondo per bloccare la sostituzione del dollaro con la moneta unica del BRICS. L’abilità degli americani sta soprattutto nel fatto che stanno facendo saltare l’alleanza storica tra una parte della Ue capeggiata dalla Germania e Russia e Cina. E stanno facendo pagare gli enormi costi della guerra in Ucraina all’Unione europea. Questo è un fatto positivo, perché entrop due anni, se la guerra in Ucraina continuerà, non ci sarà più l’Unione europea e in Europa tornerà la democrazia. Questo è il motivo per il quale Facebook non ci dovrebbe bloccare. Questi ‘scienziati’ di Facebook dovrebbero aggiornare gli algoritmi, provando a collegarli con il ‘cervello’.

La guerra continua. La lobby ebraica statunitense oggi non è in sintonia con i Democratici americani

Cina e Russia, da parte loro, hanno risposto promuovendo scambi commerciali tra Paesi del mondo a loro vicini con monete diverse dal dollaro. E’ in questo scenario che si inserisce la guerra scoppiata a Gaza dopo l’attacco di Hamas a Israele e la guerra che potrebbe materializzarsi a Taiwan. Questa strategia portata avanti dagli Stati Uniti d’America non sembra vada a genio alla lobby ebraica americana, che oggi non pare in grande sintonia con l’amministrazione americama del democratico Joe Biden. Benjamin Netanyahu, detto ‘Bibi’, il premier israeliano avversato da Biden, resiste proprio perché appoggiato dalla lobby ebraica americana. Come potete notare, noi raccontiamo le guerre in Ucraina, a Gaza e probabilmente anche a Taiwan senza parteggiare per uno dei due contendenti: Cina, Russia e BRICS da una parte e Occidente – Unione europea compresa – dall’altra parte. Ribadiamo: Facebook non avrebbe motivo di bloccarci per la seconda volta per altri sei giorni. Eppure ci blocca perchè ormai l’Occidente sembra un pugile suonato. Non è un nostro giudizio: è un fatto oggettivo.  

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