Dopo l’attacco della Russia a Poltava e a Leopoli il capo del Governo polacco, Tusk, ci ripensa e dice che il suo Paese non abbatterà missili e droni russi

Meglio così: una possibile fonte di guerra in meno

L’attacco russo a Poltova dove sarebbe stato colpito un centro di addestramento di militari della NATO con 780 morti (anche se non si esclude che il numero possa aumentare) e il bombardamento, sempre da parte dei russi, di Leopoli, cittadina dell’Ucraina che si trova a circa 70 km dalla Polonia, sembra abbia portato, come dire?, un’ondata di realismo tra i governanti polacchi. Nei primi giorni di Luglio il capo del Governo polacco, Donald Franciszek Tusk (foto sopra, tratta da Wikipedia), era stato molto duro e ultimativo con la Russia di Putin: “La Polonia potrà abbattere missili e droni russi nello spazio aereo ucraino” (qui un articolo de Il Fatto Quotidiano). A distanza di circa due mesi e, come ricordato, dopo l’affondo dei russi a Poltova e a Leopoli, Tusk, diventato presidente del Consiglio dei Ministri del suo Paese grazie all’appoggio dell’Unione europea, sembra averci ripensato. Almeno è quello che leggiamo in un post su Telegram: “Non siamo in stato di guerra”, dice Tusk. Che oggi spiega perché la Polonia non abbatterà i missili russi. “La Polonia – dice il capo del Governo polacco in una dichiarazione riportata da Telegram – non è in stato di guerra e quindi dobbiamo presumere che un oggetto che viola il nostro spazio aereo può essere un oggetto minaccioso o ostile, ma può anche essere un oggetto civile”. Parole, quelle di Tusk, che sarebbero state rilasciate nel corso di una conferenza stampa a Chisinau, la capitale della Repubblica di Moldavia nell’Europa Orientale.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *