Dietro l’attacco a Telegram e ora al social X di Elon Musk c’è solo la disperazione dell’Occidente globalista che sta andando a ‘rompersi le corna’ contro Cina e Paesi del BRICS

Non sapendo più cosa fare visto che sta crollando tutto gli ultra liberisti provano vanamente a fermare la storia con la censura senza rendersi conto di cadere nel ridicolo

Dopo l’attacco a Telegram, con l’arresto del suo fondatore, Pavel Durov (qui un articolo), tocca a al social X di Elon Musk. L’attacco a Musk si sta materializzando in Brasile. La storia è semplice ma viene manipolata dall’informazione occidentale, soprattutto dalle agenzie di stampa che danno il ‘là’ agli altri media. Il social X è sotto pressione da qualche settimana. I vertici di X hanno annunciato la chiusura della sede del social in Brasile lo scorso 17 Agosto dopo che la Magistratura brasiliana aveva disposto l’arresto della rappresentante di X in questo Paese. Perché un provvedimento così drastico? Perché il social di Musk si è rifiutato di chiudere una serie di profili segnalati dalla Magistratura brasiliana. Quest’ultima ha provato ripetutamente a prendere, come dire?, uno scalpo’ di X: avrebbe voluto che il social di Musk nominasse un nuovo rappresentante in Brasile per poterlo arrestare. Ma i vertici di X hanno risposto picche. Così la Magistratura brasiliana ha oscurato il social di Musk in tutto il Brasile. Consura allo stato puro. Come ora cercheremo di illustrare, l’attacco a Telegram e ora l’attacco a X sono espressione della disperazione del cosiddetto Occidente industrializzato che si vede messo all’angolo. Forse senza rendersene conto (o forse proprio per questo?), la Magistratura brasialiana sta dando una grande mano a Donald Trump, del quale Elon Musk è alleato e sostenitore.

La nota stonata del Brasile di Lula

In questa vicenda ci sono due elementi che saltano agli occhi: il contesto internazionale in cui sta maturando l’attacco del potere ultra-liberista e globalista ai social non allineati e, nel caso di X, la singolarità di questa censura avvenuta in un Paese che, ufficialmente, non dovrebbe essere alleato dell’Occidente globalista, se è vero che il Brasile fa parte del BRICS. Cominciamo con il secondo elemento: non è un po’ strano che il Brasile del presidente Lula stia prestando il fianco all’Occidente ultra-liberista e globalista? Delle due l’una: o il presidente brasiliano, il ‘socialista’ Lula, come si usa dire in questi casi, non la racconta giusta, oppure, nel Brasile di oggi, la Magistratura conta più del presidente Lula. Non ci resta che aspettare la presa di posizione di Lula su questa vicenda: qualche cosa la dovrà dire, altrimenti i dubbi che aleggiano sulla sua elezione prenderanno corpo. Ricordiamo che le ultime elezioni politiche in Brasile sono state molto contestate e, con molta probabilità, ‘taroccate’ dagli Stati Uniti d’America a guida Democratica che hanno fatto perdere il presidente uscente, Bolsonaro, considerato troppo vicino al BRICS a guida cinese. Fino ad oggi, in verità, Lula è sempre stato schierato con il BRICS – quindi con Cina, Russia, India e via continuando – contro gli USA. Ora, però, con la censura di X qualcosa la dovrà dire: insomma, dovrà eliminare le ambiguità.

La corsa all’oro in attesa del ritorno alle monete legate a questo metallo

Andiamo al primo elemento: il contesto internazionale. Al di là delle bugie raccontate dall’informazione occidentale, il sistema ultra-liberista e globalista, oggi, è con il ‘culo a terra’. Nei giorni scorsi abbiamo raccontato come “Cina Russia, India, Brasile, Sudafrica, Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti si accingono a ‘colpire’ il dollaro USA con un nuovo sistema di pagamento internazionale alternativo allo SWIFT occidentale“. Ben 159 Paesi del mondo si accingono a sconvolgere il mercato commerciale internazionale all’insegna della cosiddetta ‘dedollarizzazione’. Non siamo ancora alla moneta unica del BRICS agganciata all’oro che metterà fuori gioco tutte le monete speculative, dollaro americano in testa, con effetti negativi anche per la moneta unica dell’Unione europea, il demenziale euro ‘a credito’. Ma la strada intrapresa è questa. Non a caso il valore dell’oro è alle stelle, perché tutti i Paesi governati da persone che hanno ancora un po’ di sale in zucca acquistano oro a più non posso, perché sanno che tra due anni o giù di lì i Paesi che non avranno oro nelle proprie ‘casse’ saranno in difficoltà, o dipenderanno dai Paesi con le riserve piene di oro (qui un articolo).

Qui trovare articoli sulla corsa all’oro:

Asia fa scorte di oro

Investitori più facoltosi fanno incetta di oro, boom di acquisti nel secondo trimestre

Oro bene rifugio, il prezzo schizza a valori record: perché conviene investire nel metallo giallo e cosa c’entra la Cina

In Cina è corsa all’oro: governo e famiglie fanno incetta di lingotti

La Cina ha comprato altre 60.000 once di oro ad aprile

Il solito ‘Generale Inverno’

In questo scenario l’Occidente è in grande difficoltà. I Paesi della cosiddetta Anglosfera – Stati Uniti d’America, Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda – sono in affanno. Legati agli USA, con la crisi del dollaro americano dovranno scegliere cosa fare. In grandissima difficoltà è anche la Francia, che fino ad oggi ha scaricato sulle proprie colonie africane la propria crisi economica. Ma ormai l’Africa è in buona parte stanca dello sfruttamento occidentale in generale e francese in particolare. Grazie anche a Cina e Russia, il Continente africano si va piano piano affrancando dall’Occidente, utilizzando l’Europa per liberarsi della forza lavoro in eccesso e dei migranti che arrivano dal Medio Oriente. Non solo. L’Occidente – USA, NATO e Unione europea in testa – si sono infognati nella guerra in Ucraina e stanno perdendo la faccia. I media occidentali cercano di celebrare come ‘gloriosa’ e ‘vincente’ l’invasione dell’Ucraina in alcune zone della Russia. La realtà è che la NATO, i militari ucraini e i mercenari pagati a fior di denari soprattutto da Stati Uniti d’America e Unione europea hanno sguarnito le difese in Ucraina dove i russi avanzano. Mentre gli stessi russi lasciano avanzare nei propri territori ucraini e mercenari occidentali in attesa di regolare i conti quando arriverà l’Inverno. E’ il copione utilizzato per Napoleone e Hitler. Di più: oltre ad avanzare in Ucraina, i russi stanno bombardando tutte le centrali elettriche di questo Paese. Obiettivo: costringere buona parte della popolazione ucraina a emigrare di corsa in Europa prima che arrivi il freddo invernale. Se per ora in Europa si contano non meno 15-16 milioni di profughi ucraini, tra meno di due mesi potrebbero diventare il doppio e forse più. Per l’Europa – Polonia e Germania in testa – sarà il caos.

Intanto in Europa Josep Borrell se la canta e se la suona

Torniamo, così, all’inizio di questo articolo: la disperazione dell’Occidente ultra-liberista e globalista che oggi sembra un pugile suonato e che reagisce con censure demenziali. I Paesi del BRICS avanzano e hanno tutta l’intenzione di eliminare il dollaro statunite nse dagli scambi commerciali internazionali. La Russia, di fatto, gioca con l’Ucraina con la NATO e con i Paesi occidentali come il gatto con il topo: aspetta il prossimo Inverno per assestare il colpo definitivo all’Ucraina e aspetta la rielezione di Donald Trump per ridiscutere tutto, compresa la guerra in Medio Oriente, dove non il premier israeliano Benjamin Netanyahu ma la lobby ebraica mondiale non vuole più trattare con i Democratici americani. E che dire di Josep Borrell, capo della diplomazia dell’Unione europea? Messo all’angolo dalla Russia, è diventato un bombarolo e vorrebbe attaccare i russi di qua e di là. A parte la NATO, gli ex Paesi comunisti finiti nella Ue e i Paesi dell’Europa del Nord, nessuno lo segue. Persino la Spagna – il suo Paese – e i finti socialisti del PSE lo appoggiano.

Foto tratta da Startmag

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *