Dieci Paesi avrebbero già autorizzato l’Ucraina a utilizzare le proprie armi (in pratica i missili) per colpire gli obiettivi nei territori russi. E’ vero o giocano a chi la spara più grossa?

I dieci Paesi ‘intelligtenti’ sono Gran Bretagna, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia, Francia, Repubblica Ceca, Svezia ed Estonia

Ieri abbiamo chiuso la giornata con un articolo sulla possibile terza Guerra mondiale. Oggi torniamo sull’argomento con alcune notità maturate negli ultimi giorni e nelle ultime ore. Telegram riprende una notizia lanciata dal sito ufficiale del Parlamento della Bulgaria. Dove si racconta che l’Assemblea parlamentare della NATO riunita a Sofia (qui un articolo) si esprime a favore della possibilità per l’Ucraina di attaccare la Russia con le armi del blocco occidentale. Un emendamento approvato a maggioranza consentirà all’Ucraina di attaccare strutture in territorio russo con armi della NATO. A sostenere tale iniziativa sono nove Paesi NATO. Secondo i media ucraini, i Paesi d’accordo sulle bombe che dovrebbero colpire il territorio russo sono invece dieci: Gran Bretagna, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia, Francia, Repubblica Ceca, Svezia ed Estonia. La Svezia ha fatto di più: ha dato il via libera all’Ucraina di effettuare attacchi sul territorio russo con armi svedesi. Inevitabile, almeno da parte nostra, una domanda: se le armi occidentali colpiranno città o comunque piccoli e grandi centri abitati della Russia i Governi di Gran Bretagna, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia, Francia, Repubblica Ceca, Svezia ed Estonia sono certi che i missili russi non colpiranno le città di questi dieci Paesi? La nostra sensazione è che in queste ore la politica internazionale stia giocando a chi la spara più grossa. Anche se i vertici dell’Ucraina ricordano che la Gran Bretagna ha già consentito all’Ucraina di utilizzare i suoi missili Storm Shadow a lungo raggio contro la Russia. Anche questo è vero. (Foto sopra tratta da Wikipedia)

Dichiarazioni guerrafondaie ‘pezze al culo’ ad un Occidente allo sbando? L’Italia, con il Ministro degli Esteri Tajani, si dissocia: “Non tocca a Stoltenberg decidere sull’uso delle armi”

Secondo alcuni osservatori, questi annunci puntano a porre ‘una pezza al culo degli occidentali’ per evitare di giustificare una sconfitta tanto eclatante in Ucraina. Una sconfitta che devasterebbe l’equilibrio politico e sociale dello stesso Occidente. La situazione è fluida. Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha detto che i Ministri della Difesa dell’Unione europea discuteranno dei possibili bombardamenti in Russia Martedì prossimo. Una precisazione arriva dal Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, che si dissocia dai guerrafondai: “Tutto il materiale militare italiano non può essere usato al di fuori dei confini dell’Ucraina. Quindi sarà anche nostra responsabilità verificare con gli ucraini dove si usano le nostre armi, non c’è possibilità di usarle nel territorio russo. Noi – ha aggiunto Tajani – difendiamo l’indipendenza dell’Ucraina, sosteniamo l’Ucraina, il nostro obiettivo è la pace. Vogliamo che Putin davanti ad uno stallo si sieda intorno al tavolo”. Quindi una stoccata al Segretario generale della NATO, l’ex leader dei laburisti della Norvegia, Jens Stoltenberg: “Non tocca a Stoltenberg decidere sull’uso delle armi, non è una sua competenza, le decisioni nella NATO vengono prese insieme e le nostre armi si usano all’interno dell’Ucraina (qui un articolo dell’Agi)”.

L’Unione europea continua a nascondere ai cittadini la presenza di milioni di profughi ucraini (e i soldi che si stanno spendendo per mantenerli)

Come già accennato, la Polonia fa parte dei Paesi che hanno autorizzato l’Ucraina a utilizzare le armi fornite per colpire obiettivi sul territorio russo. “Non ci sono restrizioni sulle armi polacche che trasferiamo in Ucraina – ha detto il vice capo del Ministero della Difesa della Repubblica, Cesary Tomchik –. Gli ucraini possono combattere come vogliono”. Questa dichiarazione la leggiamo su un canale Telegram. Anche da Oltreoceano arriva il via libera all’Ucraina per colpire obiettivi in territorio russo. Lo leggiamo sempre su un canale Telegram, che citerebbe un giornale americano. Nelle teste dei governanti dei citati dieci Paesi – che divetano undici con gli USA – gli attacchi in territorio russo con armi occidentali dovrebbero frenare l’avanzata russa in Ucraina. A noi questa sembra un a grandissima minchiata. Semmai bisognerebbe chiedersi perché i russi – che oggi nei campi di battaglia dell’Ucraina hanno più armi e più militari rispetto agli occidentali – temporeggiano invece di prendersi quai tutta l’Ucraina. Forse, come abbiamo già scritto, la strategia del russi consiste nel provocare uno stillicidio per costringere milioni di cittadini ucraini a scappare verso l’Europa, incasinando l’Unione europea, soprattutto dal punto di vista economico. Ricordiamo che i profughi ucraini non sono come i disgraziati che sbarcano a Lampedusa che vengono ammassati dove capita. Al contraio, ai profughi ucraini vanno assicurate le abitazioni, il lavoro e, in assenza di lavoro, i sussidi. Il caos provocato dal flusso di profughi ucraini è palpabile in Germania e in Polonia. I tedeschi, per citare un esempio, si stanno svenando per mantenere i profughi ucraini che sembra superino i 4 milioni. Per ‘fortuna’ i media della Ue non informano i cittadini europei sui milioni di profughi ucraini che si sono già riversati in Europa…

Restrizioni alla Cina? Un’altra minchiata

A Washington, intanto, ipotizzano di imporre restrizioni alla Cina per la fornitura di tecnologie chiave. Anche questa a noi sembra una grandissima minchiata, perché se Russia e Cina, per tutta risposta, dovessero interrompere le forniture di fertilizzanti agli Stati Uniti d’America e, in generale, all’Occidente succederebbe un gran casino. Insomma, i Paesi occidentali accuserebbero nel giro di un anno un calo di produzione di cereali e leguminose che provocherebbe problemi alimentari. Un conto, infatti, è discettare davanti a un computer di riduzione di pesticidi e di fertilizzanti in agricoltura: cosa giustissima se programmata nel corso degli anni. Ben diverso si presenterebbe lo scenario con un’improvvisa riduzione dei fertilizzanti, che provocherebbe un calo della produzione agricola micidiale. Vero è che sulla Terra gli occidentali, oggi, sono circa un miliardo di persone rispetto agli otto miliardi di abitanti del Pianeta, ma questo non dovrebbe essere un buon motivo per auto-incaprettarsi sul piano alimentare. Certo, esportare fertilizzanti in Occidente conviene anche a Cina e Russia, che guadagnano una barca di soldi. Ma davanti a restrizioni occidentali – fino ad oggi dimostratesi demenziali (con riferimento alle sanzioni

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