Dazi doganali americani: 5° puntata. L’America di Trump vuole ‘bastonare’ la Germania e affossare l’Unione europea. Sbagliatissimo per gli europei farsi rappresentare dalla tedesca Ursula von der Leyen

I tedeschi hanno esagerato con il surplus commerciale con gli USA e ora ne dovranno rispondere

Tema: cosa dovrebbe fare l’Italia per fronteggiare la crisi scatenata dall’America di Donald Trump che, al netto delle minchiate raccontate dall’informazione ‘europeista’, ha un’esigenza di ‘cassa’ molto stringente, ovvero ridurre il deficit federale che nel 2024 ha superato la stratosferica cifra di 2 mila miliardi di dollari e che nei primi tre mesi di questo 2025 ha già toccato quota 700 miliardi di dollari? Da quello che si intuisce, Trump vuole recuperare non meno di mille e 200-mille e 400 miliardi di dollari entro la fine di quest’anno: soldi che dovranno essere tirati fuori dai Paesi che fino ad oggi hanno esportato a ruota libera prodotti negli Stati Uniti d’America. Per l’Italia è un problema serio. Per i tedeschi è un doppio problema non tanto e non soltanto perché hanno veramente esagerato con il surplus commerciale con gli americani (la Germania è il più importante Paese esportatore di merci negli USA: quasi 160 miliardi di euro il valore delle merci esportare nel 2023, più del doppio delle esportazioni Made in Italy il cui valore delle esportazioni si ferma a 67 miliardi di euro) ma perché si ha sentore che gli statunitensi avrebbero deciso di assestare una ‘botta’ durissima ai tedeschi, smantellando contestualmente l’Unione europea controllata dalla stessa Germania. E allora che dovrebbe fare l’Italia? Trattare direttamente con gli americani e, magari, con i russi, ignorando un’Unione europea dell’euro che è ormai ai titoli di coda.

Che piaccia o no agli ‘europeisti’, l’America di Trump deve ridurre il proprio deficit federale. Trump non verrà battuto dalla disinformazione utilizzata per la truffa della pandemia: se ne facciano una ragione i signori dell’Unione europea

Ribadiamo: al di là delle minchiate che ‘sparano’ i media ‘europeisti’, l’America di Trump non è il Paese ‘cattivo’ che ha deciso di penalizzare i Paesi ‘buoni’ con i dazi. Gli USA non hanno alcuna intenzione di arrivare, a fine anno, con un deficit federale di 2 mila e 800 miliardi di dollari. L’obiettivo dell’amministrazione americana non è – Germania a parte – appioppare dazi doganali a destra e a manca, ma convincere i Paesi che fino ad oggi hanno esportato merci negli USA ad acquistare merci americane. Facciamo un esempio: se un Paese esporta in America merci per un valore di 50 miliardi di dollari, ebbene, se vuole mantenere il livello di questo export deve acquistare, contestualmente, almeno 25-30 miliardi di dollari di merci americane. Fino ad ora i Paesi abituati ad esportare merci negli Stati Uniti, in massima parte, vogliono continuare ad esportare ma non ne vogliono sapere di importare merci americane. Da qui i dazi doganali di Trump, che è la “medicina”, come ha detto lo stesso presidente USA, per convincere i Paesi che esportano merci negli USA ad acquistare prodotti americani. Già alcuni Paesi si sono adeguati. Il Vietnam ha trovato un accordo con gli USA. E tra un po’ dovrebbe essere siglato un accordo tra America e Giappone. Seguiranno altri Paesi. E l’Unione europea?

Ursula von der Leyen sta solo perdendo tempo: e sta facendo perdere tempo all’Unione europea: gli americani non tratteranno con lei. Il minimo che dovrebbe fare è dimettersi dalla presidenza della Commissione europea

La solita Germania – con la solita Ursula von der Leyen, che utilizza la presidenza della Commissione europea per fare gli interessi del suo Paese – ha avanzato una proposta che, tutto sommato, avrebbe agevolato gli Stati Uniti d’America. La von der Leyen ha proposto dazi zero per i prodotti industriali tra Ue e USA. Ma gli americani, fino a questo momento, non hanno nemmeno preso in considerazione tale proposta che pure non è negativa per loro. Gli europei dovrebbero acquistare beni industriali americani che costano di più dei beni industriali europei. In cambio tedeschi e francesi continuerebbero a esportare automobili negli USA senza dazi. Tutte le altre produzioni europee, industriali e agricole, resterebbero fregate, per la ‘gioia’ dei geni che ancora oggi difendono l’attuale Ue franco-tedesca. Perché Trump sta dicendo no? Perché, con molta probabilità, d’accordo con la Russia di Putin, non vuole agevolare Germania e Francia. L’America di Putin vuole affossare l’Unione europea ultra-liberista e globalista ‘schiacciando’ la testa del serpente, ovvero la Germania, Paese che da un quindicennio ha approfittato a piene mani del mercato americano aperto ‘farsi i fatti propri, esportando negli USA a tutta forza prodotti tedeschi, a comincoare dalle auto, sfruttando l’imbroglio monetario dell’euro (come ha illustrato molto bene Ciro Lomonte: qui il suo articolo). La sensazione è che gli americani non tratteranno con un’Unione europea controllata dalla Germania. E la von der Leyen rappresenta la Germania. Se gli altri Paesi Ue si vorranno ‘immolare’ per salvare i tedeschi, magari avviando una balorda guerra commerciale con gli USA, si accomodino pure: fatti loro. La Francia, invece, è un obiettivo della Russia, dal momento che ‘Napoleon-Macron’ vorrebbe inviare militari in Ucraina per combattere contro i russi un giorno sì e l’altro pure.

La cosa intelligente che dovrebbe fare l’Italia? Aprire alla Russia senza perdere altro tempo, nella speranza che Putin sorvoli sulle tante stronzate dette su di lui e sul suo Paese

A questo punto non rimane che provare a rispondere alla domanda con la quale si apre l’articolo che state leggendo. Cosa deve fare l’Italia? Su un canale Telegram leggiamo un’analisi un po’ filo-russa, ma non per questo sbagliata: anzi. Nel post di questo canale Telegram si analizza l’atteggiamento dei partiti che danno vita al Governo di Giorgia Meloni: “Forza Italia – leggiamo nel post – spinge per andare al traino con Bruxelles ma con moderazione senza far arrabbiare il padrone Yankee (cioè Trump ndr). Fratelli d’Italia e il capo del Governo Giorgia Meloni vogliono trattare direttamente con Trump. La Lega dice no a tutto per vedere di recuperare qualche consenso a livello di elettorato ma in realtà sta con i Frati (Fratelli d’Italia ndr) e zappa l’orto… In tutto ciò nessuno ha pensato che questa situazione in realtà è dovuta alle manette che ci siamo messi da soli interrompendo le relazioni con Mosca prima e uscendo dalla Via della Seta dopo. L’Italia – prosegue il post – come una gran parte dell’Europa in questo momento si trova incastrata in un labirinto che si è creata da sola. L’Ue ma soprattutto l’Italia non può fare a meno della Russia... È un dato di fatto e non bisogna attraversare l’Oceano per chiedere clemenza: basterebbe fare un salto a Mosca e forse qualcosa riusciremmo a recuperare… Almeno come Italia”. A noi sembra una proposta di buon senso: oggi Putin e Trump, almeno in alcune cose, filano d’amore e d’accordo e con l’Unione europea che sta crollando la mossa sarebbe corretta. Il problema è che le ‘autorità’ italiane si sono ‘impiccate’ all’Ucraina di Volodymyr Zelen’skyj e del Partito Democratico americano. E tanto per ‘auto-incaprettarsi’, non hanno fatto altro che promuovere e cavalcare una demenziale russofobia. Ora è difficile tornare indietro.

Dazi doganali americani: 1° puntata. L’Ue fino ad oggi ha sfruttato e piene mani il mercato USA. Trump sgama le furbate irlandesi. Il dilemma del Canada: affondare o diventare il 51° Stato USA?

Dazi doganali americani: 2° puntata. America, Russia e Cina smantelleranno la globalizzazione economica. L’Unione europea paga la propria dabbenaggine economica e politica

Dazi doganali americani: 3° puntata. Trump è partito con i dazi per trattare con i vari Paesi. Ora il suo vero obiettivo è disarticolare il sistema globalista cominciando a ‘picconare’ le Borse

Dazi doganali americani: 4° puntata. Il Ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock dimentica che Trump deve ridurre un deficit federale che supera i 2 mila miliardi di dollari all’anno!


Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *