Da sei anni a “Santa Maria di Gesù in San Lorenzo Colli” a Palermo. Dal 2018 un cammino con tanti eventi e migliaia di fedeli

di Frate Domenico Spatola

“Mi apparve umile e quasi vergognosa come a chiedere, agli edifici ingombranti intorno, scusa di esserci”

Quel 18 Luglio 2018 mi è stato ricordato oggi da alcuni parrocchiani. Ricevetti il benevolo dono dal Vescovo Corrado di presiedere a quella Comunità parrocchiale. Gli sono immensamente grato. La chiesa mi parve come la “Porziuncola” di San Francesco in Assisi. Immersa fino a confondersi nella zona commerciale “San Lorenzo” a Palermo. Mi apparve umile e quasi vergognosa come a chiedere, agli edifici ingombranti intorno, scusa di esserci. Vi giunsi accompagnato dal vicario episcopale di zona di allora, don Alerio Montalbano. Accadde la domenica successiva l’attesa della folla curiosa e ancora sparuta. Aveva fatto richiesta di un prete, perché il buon padre Angelo, per età e acciacchi, dichiarava di non reggere più. Mi accolse. Mi parve contento e sincero, anche se era la prima volta che mi incontrava. Buona fama mi aveva preceduto, ma non mancò qualche malignità. Mi avevano dipinto, a scaramanzia per loro, “severo e intransigente”. Ma tali attributi li conosco solo dal vocabolario. Quei pochi presto si ricredettero. Qualcuno ancora me lo ricorda.

Il comodato d’uso di alcuni locali offerto dalle Ferrovie

Le pareti della navata centrale (unica) mi parvero eccessivamente ingombre di quadri di Santi. Chi mi aveva preceduto da “amministratore parrocchiale”, mi fu dipinto con propensioni bizantineggianti e le immagini sacre, di diversa grandezza, erano scompaginate in ogni dove. Mi emozionò il Crocifisso ligneo che pende dalla parete frontale. Era stato ordinato alle maestranze di Ortisei, dal compianto Padre Totò, all’anagrafe: Saverio Lipari. Compresi presto la causa della originaria diffidenza dei parrocchiani. Da subito con il consiglio si decisero interventi di pulizia e l’aggiunta di un matroneo che servì ad ingrandire in verticale la chiesa. La parete frontale fu riportata alla pietra naturale, nel giallo d’Aspra, che al sole la rende d’oro, da apparirmi “Cappella Palatina dei poveri”. Il quadro della Madonna delle Grazie, fu pitturato su una vecchia fotografia del preesistente perduto. Geniale fu il pittore Francesco Ceravolo, mentre l’opera muraria negli interni, fu opera di Pino Girgenti, su progetto dell’architetto Ino Piazza. In sei anni tanti eventi e migliaia di persone affezionate continuano a condividere il nostro cammino di fede. Ora il comodato d’uso dei locali adiacenti, offerti dalla FS per le esigenze della nostra vita ci consentono di riorganizzare le attività.

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