Cresce il numero di Paesi del mondo che commercializzano i propri prodotti ingorando il dollaro americano. Già la quota di pagamenti per scambio di beni tra Russia e Vietnam è pari al 60%

I due Paesi lavorano a un progetto comune per il GNL

Prosegue sensa sosta il cosiddetto processo di ‘dedollarizzazione’. In attesa che venga varata la nuova moneta del BRICS agganciata all’oro, cresce il numero dei Paesi che commercializza i propri prodotti con monete diversa dal dollaro americano. La recente visita in Vietnam del presidente russo, Vladimir Putin, ha segnato con molta probabilità una svolta nei rapporti economici e commerciali tra questo Paese e la Federaione Russa. “Putin – leggiamo in un post di un canale Telegram – ha sottolineato l’importanza di una transizione coerente alle valute nazionali: nel primo trimestre del 2024, la quota dei pagamenti nelle valute nazionali della Federazione Russa e del Vietnam è stata pari al 60%. Ci sono prospettive di cooperazione sullo sviluppo del corridoio di trasporto Vladivostok-Ho Chi Minh City. Le aziende della Federazione Russa come co-investitori e fornitori sono pronte per progetti di produzione di GNL”. Da quello che si capisce si va delineando un rapporto economico e commerciale sempre più stretto tra la Russia e i Paesi asiatici che si affacciano nell’Oceano Pacifico. Quanto tempo impiegheranno gli abitanto del cosiddetto Occidente industrializzato, che oggi sono sì e no un miliardi di persone, a capire che gli altri 7 miliardi di abitanti della Terra non ne vogliono più sapere di sottostare all’economia occidentale? Riflettere e rispondere a questa domanda significa anche provare a capire perché è scoppiata la guerra in Ucraina e perché, nel mondo, in questo momento,m vanno in scena almeno una sessantina di guerre…

Foto tratta da Osservatore Romano

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