Cosa c’è dietro il viaggio-lampo di Giorgia Meloni in Florida da Trump. Il ‘caso’ Cecilia Sala e il tentativo del Governo di provare a tirare fuori l’Italia da una pesante crisi economica tenuta nascosta

Sul ‘caso’ della giornalista italiana arrestata in Iran ha scritto bene Andrea Piazza

Dicono che la presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, sia volata in Florida per affrontare con il nuovo presidente americano, Donald Trump, la vicenda di Cecilia Sala, la giornalsta italiana arrestata in Iran. Ieri Il Giornale titolava: “Meloni in Usa convince Trump. E strappa il sì per Cecilia Sala”. Sommario: “L’ipotesi è una moratoria nella ‘consegna’ dell’iraniano in arresto a Milano” (qui l’articolo per esteso). Oggi Il Fatto Quotidiano titola: “Cecilia Sala, Meloni accelera con Biden: verso il no all’estradizione in Usa”. Nel sommario si racconta di una possibile svolta nel caso di Mohammad Abedini, l’ingegnere iraniano arrestato in Italia: “Giovedì la premier riceve a Chigi il presidente americano: vuole chiudere il caso prima che Trump si insedi” (qui l’articolo per esteso). Insomma, la Meloni prima ha parlato del ‘caso’ Cecilia Sala con Trump e nei prossimi giorni ne parlerà con il presidente USA uscente, Joe Biden. In effetti, la legge consente al Governo – per la precisione al Ministro di Grazia e Giustizia – di intervenire quando c’è di mezzo una richiesta di estradizione senza ledere le prerogative della Magistratura. Vedremo come finirà questa storia. Anche se noi riteniamo che quanto scritto nei giorni scorsi da Andrea Piazza su questa vicenda rimane lo scenario più probabile (qui l’articolo di Andra Piazza).

I dazi doganali americani colpiranno anche l’Europa

Ci sono commentatori che raccontano che la missione-lampo di Giorgia Meloni in Florida abbia toccato altri temi, a cominciare dalla questione economica. Sarebbe stato affrontato anche la storia dei dazi doganali. Come abbiamo scritto più volte, Trump utilizzerà lo strumento dei dazi doganali perché sarà costretto dagli eventi. Il nuovo presidente USA eredita un deficit federale spaventoso e dovrà per forza di cose aumentare le esportazioni e ridurre le importazioni (qui un articolo). Poi – per esempio nel caso della Cina – i dazi doganali potranno avere anche una valenza ‘politica’, partendo sempre, però, dallo scenario economico. Nei riguardi dell’Unione europea i dazi doganali americani hanno un significato prettamente economico: l’America deve ridurre le importazioni dall’Europa per ridurre il proprio deficit e, contemporaneamente, per fortificare il proprio apparato industriale e, in generale, economico. Che dovrebbe fare Trump? Utilizzare i dazi doganali verso l’Unione europea risparmiando l’Italia perché la Meloni si è recata da Trump? Uno scenario del genere a noi sembra inverosimile.

Giorgia Meloni magnificata come la nuova leader dell’Unione europea è la dimostrazione che Fratelli d’Italia si sta comportando come il Movimento 5 Stelle, che una volta al Governo ha fatto l’esatto contrario di quanto aveva promesso agli elettori

Leggiamo anche articoli nei quali la Meloni viene magnificata come la nuova leader dell’Unione europea. La cosa lascia perplessi, perché l’attuale capo del Governo e leader di Fratelli d’Italia oggi è una sponsor dell’attuale Commissione europea ma nel passato non troppo lontano è stata un’euroscettica. Non a caso, lo scorso Novembre, pagella politica ha ricordato le posizioni politiche passate dell’attuale capo dell’esecutivo italiano: “Meloni ricorda male: voleva uscire dall’euro” (qui per esteso l’articolo). Come ha fatto il Movimento 5 Stelle, anche Fratelli d’Italia, capitanata’ dalla Meloni, ha preso il voto degli italiani sulla base di impegni precisi per poi, una volta al Governo, fare l’esatto contrario. Questo – insieme con una legge elettorale per l’elezione dei rappresentanti di Camera e Senato pessima – spiega il perché oggi sei italiani su dieci non vanno più a votare. Ai giornali e, in generale, ai mezzi d’informazione del centrodestra che descrivono la Meloni come la nuova ‘leader’ dell’Unione europea e anche come la protagonista del “Governo più stabile d’Europa” va fatta qualche precisazione politica ed economica.

La variabile Elon Musk sulle elezioni politiche in Germania

La Meloni non presiede il “Governo più stabile d’Europa” ma il Governo meno instabile d’Europa. In Francia il presidente Emmanuel Macron è in minoranza nel Parlamento: e questo nel sistema politico e costituzionale francese è un problema che genera ingovernabilità. E siccome Macron non si vuole dimettere la Francia è condannata all’ingovernabilità fino alla scadenza del mandato dello stesso presidente francese. In Germania il Cancelliere Olaf Scholz si è dimesso e si voterà tra poco più di un mese. Gli ‘europeisti’ sono convinti comunque di vincere ma la situazione è complicata, perché anche tra i cittadini tedeschi c’è molto malessere per la presenza di troppi migranti e per i pericoli legati al terrorismo (qui un articolo). L’attentato di Brandeburgo non aiuta chi attualmente governa la Germania. E va anche considerata la presa di posizione di Elon Musk in favore della destra tedesca (qui un articolo). A conti fatti va messa nel conto anche l’ipotesi che il Cancelliere Olaf Scholz e il suo partito – il partito Socialdemocratico – subiscano una sconfitta storica. I Liberali tedeschi hanno messo in crisi il Governo Scholz sperando di non restare fuori dal prossimo Parlamento: ma non è detto che ci riescano. I Verdi tedeschi, dopo i disastri che hanno provocato con Green Deal, in testa insetti a tavola ‘cappotti termici’, potrebbero non superare il quorum e restare fuori dal Parlamento.  La vecchia politica tedesca ‘europeista’ pensa di salvarsi con la vittoria del Partito Popolare Europeo (PPE). Sarà così? Anche se in Europa non se ne parla, in Germania potrebbe finire come in Francia dove la sinistra di Jean-Luc Mélenchon e la destra di Marine Le Pen messi insieme hanno la maggioranza in Parlamento. Non vogliono governare insieme perché sono alternativi e nessuno dei due schieramenti vuole governare con i moderati di Macron: da qui lo stallo. Ebbene, in Germania il partito di destra Alternative für Deutschland (AfD, ‘Alternativa per la Germania’) – come già accennato, sponsorizzato anche da Elon Musk – e la nuova sinistra di Sahra Wagenknecht, ex esponente del Socialismo europeo e oggi leader del partito Sahra Wagenknecht Alliance (che sembra essere legato alla Russia di Putin), messi insieme, potrebbero superare il 50% dei voti. Se in Francia destra e sinistra non voglion o governare insieme non è detto che avvenga la stessa cosa in Germania. La paura della vecchia politica tedesca è proprio questa: che AfD e ahra Wagenknecht Alliance superino il 50% e decidano di governare insieme…

La Germania e la Francia sono in piena crisi politica. L’Italia avrà sì un Governo stabile ma ha un’economia con il ‘culo a terra’ che la politica tutta nasconde

Domani illustreremo che se è vero che Germania e Francia – che fino ad oggi hanno dettato legge nella Ue – sono in crisi, è anche vero che in economia se la passano molto meglio dell’Italia, che invece ha un’economia con il ‘culo a terra’. La realtà è che alla ‘stabilità’ del Governo Meloni non corrrisponde la ‘stabilità’ economica dell’Italia. E’ probabile che il Governo Meloni stia cercando una via per provare a tirare fuori l’Italia dalla pesante crisi economica chiedendo aiuto a Trump e a Musk. L’economia italiana è alla frutta, anche se i veri ‘numeri’ della crisi vengono nascosti. I bonus e la Cassa integrazione a iosa tengono in piedi, contemporaneamente, tante aziende che non licenziano e non chiudono i battenti (vedi ciò che resta dell’industria automobilistica italiana distrutta da imprenditori senza scrupoli, politici e sindacati: qui un articolo) e la domanda al consumo che è retta dagli stipendi pubblici e dagli ammortizzatori sociali. Sarebbe interessante capire chi sta pagando dal momento che l’indebitamento è stato ridotto. Su questo tema e, in generale, sui disastri provocati dalla Ue in Italia c’è il silenzio della maggioranza di centrodestra e dell’opposizione di centrosinistra. Ma di questo scriveremo domani.

Fine prima parte/ Continua

Foto tratta da Avvenire

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