Con l’attuale Unione europea Italia più povera, Regioni in lotta tra di loro per i soldi (Autonomia differenziata) e Comuni in fallimento. A Palermo tutte le Aziende comunali verranno privatizzate

Sarà il ‘regalo’ della ‘nuova’ Commissione europea sostenuta da due formazioni politiche ‘banditesche’, Partito Popolare Europeo e Socialisti Europei più i Verdi degli insetti a tavola e dei ‘cappotti termici’ alle abitazioni. I Comuni siciliani saranno tra i primi a soccombere

Tutti stupiti per il ‘buco’ di circa 10 milioni di euro della Rap, la società per azioni controllata dal Comune di Palermo che si occupa della raccolta e del trattamento dei rifiuti. Non sappiamo quanti dipendenti lavorano presso questa Azienda, nè se è gestita bene. Sappiamo, però, che non è un caso unico: quasi tutti i Comuni della Sicilia versano in codizioni finanziarie difficili. Ci sono Comuni della nostra Isola dove la crisi finanziaria è più accentuata e altri dove la crisi è più gestibile. La Sicilia non è l’unica Regione italiana con i Comuni in difficoltà finanziaria. Ci sono problemi di insolvenza anche in altri Comuni italiani. Persino nel Nord Italia ci sono Comuni in difficoltà. Con una differenza: che mentre nel Sud e in Sicilia i Comuni sono in difficoltà finanziaria sia perché le entrate da tasse e imposte comunali sono crollate, sia perché si sono ridotti anche i fondi statali e regionali, nel Nord Italia ci sono Comuni in difficoltà perché hanno anticipato i fondi del Pnrr che, in alcuni casi, sono una presa per i fondelli e ora gli amministratori comunali non sanno che fare (qui un articolo). (Sopra foto Unione europea tratta Wikipedia)

A Palermo né la Rap, né l’Amat si salveranno

Tornando alla crisi finanziaria della Rap, va detto che non è l’unica Azienda del Comune di Palermo in difficoltà. Non ci sembra che l‘Amat – l’Azienda per il trasporto pubblico delle persone – se la passi meglio. Magari ha una situazione meno problematica ma, in prospettiva, la situazione si aggraverà. E sarà così per tutte le altre società comunali di Palermo e, a cascata, per tutte le società che fanno capo ai Comuni siciliani. Non sarà una crisi simultanea ma un effetto domino lento e inesorabile. Non a caso, tanto per citare un esempio, il Comune di Palermo sta provando a ridurre gli stipendi ai dipendenti delle società in house. La prima cosa da fare sarebbe quella di chiudere le Aziende comunali e di trasferire il personale al Comune. Si risparmierebbero i soldi per tenere in piedi società e pagare gli amministratori e, come si faceva un tempo, sarebbero gli assessorati comunali, ognuno per le rispettive competenze, a gestire i servizi. Ma… Ma l’idea razionale si scontra contro un’Unione europea governata da ottusi liberisti e con il personale delle attuali Aziende comunali, con riferimento a dirigenti e funzionari che, una volta passati nei ranghi del Comune, guadagnerebbero meno.

Interessi sul debito pubblico truffaldino, costi della guerra in Ucraina e nuovo Patto di Stabilità determineranno la crisi senza soluzioni per l’Italia. Nel Sud e in Sicilia la situazione sarà ancora più drammatica a causa dell scippo di 70-80 miliardi di euro all’anno ad opera delle Regioni del Nord grazie all’Autonomia differenziata. Il Nord, però, si beccherà gli effetti della ‘guerra climatica’

Che succederà? Si andrà verso un inevitabile fallimento. Fino ad oggi il Governo centrale romano ha assicurato ai Comuni il pagamento del personale, nonostante i 90 miliardi di euro circa all’anno che l’Italia paga ai ‘predoni’ dell’Unione europea per fronteggiare gli interessi su un debito pubblico truffaldino (come potete leggere qui). Ma adesso, per l’Italia, ci sarà da pagare anche il prolungamento della guerra in Ucraina, almeno fino all’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti d’America prevista per gli inizi del prossimo anno. E ci sarà da pagare anche l’ennesima truffa ‘europeista’ del Patto di stabilità: 100 miliardi di euro da suddividere in sette anni. Non solo. Per Sud e Sicilia, quando comincerà ad essere applicata la legge sull’Autonomia differenziata, le mancate entrate per circa 70-80 miliardi all’anno determineranno in tutto il Mezzogiorno una crisi finanziaria ancora più drammatica dell’attuale. E’ chiaro che tanti Comuni siciliani e del Sud falliranno e dovranno in ogni caso ridurre i servizi, perché i cittadini di Sud e Sicilia, che oggi già pagano solo in parte tasse e imposte comunali, ne pagheranno ancora meno. In questo scenario il Comune di Palermo e tanti altri Comuni siciliani dovranno fare di necessità virtù. I Comuni proveranno a giocare la carta dell’aumento di tasse e imposte comunali ma otterranno l’effetto contrario: aumenterà il numero di cittadini che non pagherà più né tasse, né imposte comunali. I Comuni saranno costretti a ridurre i servizi ai cittadini, che già sono carenti, se non assenti. Che piaccia o no, dovranno chiudere le società controllate dagli stessi Comuni siciliani. Gli amministratori delle Regioni del Nord Italia, con l’imbroglio dell’Autonomia differenziata, si illudono di salvarsi. Non sarà così. Crolleranno anche Regioni e Comuni del Nord Italia. Ci vorrà un po’ più di tempo. Ma il crollo arriverà pure per i nostri amici del Nord, che peraltro pagheranno anche il fatto di trovarsi di una guerra tra le potenze mondiali che si colpiscono a vicenda manimettendo il clima. Le piogge e la grandine a Luglio non sono né cauali, né naturali.

A Palermo, che piaccia o no alla politica cittadina, i 15 allucinanti km di Tram in funzione verranno bloccati per mancanza di soldi. Finiranno piano piano anche i soldi delle banche che oggi tengono ancora in piedi i Comuni siciliani

A Palermo raccolta e gestione dei rifiuti e gestione del gas dovranno essere privatizzate. I privati che andranno a gestire la raccolta e il trattamento dei rifiuti avranno grandi difficoltà a farsi pagare dai cittadini che saranno invece costretti a pagare il gas, perché non ne possono fare a meno. L’Amat sarà costretta a chiudere gli allucinanti 15 km di Tram: un Tram che perde ogni mese una barca di soldi per servire, sì e no, l1% dei cittadini. Una follia. Ma anche con l’inevitabile stop al Tram, l’Azienda per il trasporto pubblico delle persone sarà sempre in affanno. Già oggi tante aree della città, soprattutto in periferia sono servite male, con i bus che passano, quando passano, con tempi biblici. La situazione peggiorerà ulteriormente, soprattutto se il sistema bancario, che oggi tiene in piedi buona parte dei Comuni siciliani, comincerà a ‘tirare il freno’. Cosa probabile, perché mentre i politici discutono, Palermo e tanti altri Comuni della Sicilia diventano ogni giorno più poveri. E se le città si impoveriscono viene meno il presupposto in forza del quale le banche fanno credito ai Comuni: le entrate dei Comuni. Abbiamo già accennato al fatto che Stato e Regione siciliana erogano sempre meno soldi ai Comuni. Questi ultimi incassano sempre meno imposte e tasse comunali. Figuriamoci se le banche che operano in Sicilia, che hanno chiuso oltre 100 sportelli bancari per risparmiare sui costi, continueranno a sostenere i Comuni in crisi. Di più: fino ad oggi con la scusa dell’ordine pubblico, della tutela della salute dei cittadini e bla bla tanti Comuni hanno fatto ‘cassa’ multando i titolari degli esercizi commerciali. Fino ad oggi, bene o male, questi ultimi hanno pagato per non chiudere. Ma siccome tante famiglie siciliane, pur essendo a reddito fisso, il 20 di ogni mese sono in difficoltà e consumano molto meno, non è da escludere che gli esercizi commerciali, alle prossime multe, comincino a chiudere i battenti.

In tutti i Comuni siciliani, nei prossimi anni, le multinazionali del fast food soppianteranno i piccoli esercizi commerciali artigianali

Al di là delle stupidaggini che raccontano, il futuro di Palermo e di altre città siciliane è questo. Del resto, è quello che vuole l’attuale Unione europea dell’euro, sostenuta da tanti ingenui, soprattutto dagli elettori del Partito Popolare europeo e dei Socialisti europei, due formazioni politiche al servizio permanente ed effettivo del sistema ultra-liberista e globalista. Il progetto ‘europeista’ di queste due banditesche formazioni politiche punta a far morire gli esercizi commerciali artigianali da sostituire con centri commerciali e catene internazionali del fast food. Ovviamente, i politici siciliani che fanno capo a questi due partiti vi diranno che non è così, che loro lavorano per sostenere il commercio e bla bla bla. Tutte fesserie al cubo. Eclatante il caso della via Roma a Palermo: un tempo cuore pulsante delle attività commerciali della città, oggi è irriconoscibile: il mercato storico della Vucciria non c’è più, decine e decine di saracinesche sono chiuse e la sera questa via è un mezzo ‘mortorio’. E il bello sapete qual è? Che quando arriva qualche nuovo grande nome del sistema commerciale-internazionale-multinazionale liberista-globalista ci sono cittadini che plaudono. Non capendo che questi signori piombano in Sicilia per ‘ammazzare’ le poche attività commerciali artigianali rimaste in piedi. Per imporre i propri prodotti, spesso di pessima qualità, ai cittadini siciliani ormai vittime di un sistema che li sta piano piano stritolando. In questa descrizione mancano due tasselli che sono sociologici ed economici insieme. ne parleremo nella seconda puntata.

Fine prima puntata/ Continua

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