Con la cacciata dei mercanti dal tempio Gesù precisa che “La casa di Dio è casa di preghiera” e non possono essere tollerati colori i quali la trasformano in un “covo di ladri”

di Frate Domenico Spatola

Il Vangelo di Luca (19, 45-48) ci ricorda che il popolo stava dalla parte di Gesù

Gesù, giunto a Gerusalemme, denunciò che il tempio era diventato “covo di ladri”. Avrebbe dovuto garantire l’incontro gratuito con Dio e invece, per l’avidità dei sacerdoti, incoraggiati dagli scribi che moltiplicavano le occasioni per fare cadere nella “impurità rituale”, costringeva a costosi sacrifici per ottenere il perdono divino. Gli stessi sommi sacerdoti, e non a prezzi concorrenziali, vendevano gli animali da sacrificare. Come zelo fu interpretato il turgore di Gesù mentre cacciava gli animali con i venditori, e rovesciava i banchi dei cambiavaluta. Il gesto era dell’atteso Messia riformatore. Andava infatti ripetendo: “La casa di Dio è casa di preghiera”, e rivolto ai mercanti: “Voi ne avete fatto un covo di ladri!”. Rimase nel tempio a insegnare, e vi ritornò nei giorni successivi. Intanto però i capi dei sacerdoti e gli scribi tramavano come farlo fuori. Li frenava, fino a impensierìrli, il popolo che pendeva dalle labbra di Gesù.

Ftp tratta da Wikipedia

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *