Come si può bloccare un tratto dell’autostrada Palermo-Catania, il 25 Luglio, con temperature proibitive, penalizzando migliaia di cittadini nel nome del cinema?

A quanto pare ha fatto tutto l’Anas, senza sentire il Governo regionale. Chiunque arriva in Sicilia detta legge…

Incredibile quello che è successo ieri lungo l’autostrada Palermo-Catania, un’arteria di per sé problematica a causa di eterni lavori di manutenzione. A giudicare da quanto afferma il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, l’Anas avrebbe deciso di chiudere autonomamente l’autostrada, nel tratto che va da Trabia a Termini Imerse, per consentire ai soliti esponenti del mondo del cinema di girare i loro film. In quest’occasione il film in questione è, come leggiamo sul Giornale di Sicilia on line, Francesca e Giovanni, il film diretto da Simona Izzo e Ricky Tognazzi e dedicato alla storia d’amore tra Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, uccisi nella strage di Capaci con i tre uomini di scorta il 23 maggio del 1992. “Ho manifestato il mio disappunto ai vertici dell’Anas – dice il presidente Schifani, dichiarazione che leggiamo sempre nel Giornale di Sicilia – per una decisione assunta in modo unilaterale, senza alcuna preventiva condivisione con Palazzo d’Orleans. A maggior ragione che il presidente della Regione è anche commissario straordinario per l’attuazione degli interventi di riqualificazione dell’autostrada Palermo-Catania. Il provvedimento, preso in autonomia dagli uffici regionali dell’Anas – prosegue esterrefatto Schifani – ha causato notevoli disagi agli automobilisti, costretti per ore a lunghe file e all’allungamento del percorso. Una decisione dalla quale prendo le distanze con forza”. (Sopra foto tratta da TeleVideo Himera)

Non si possono lasciare migliaia di automobilisti incolonnati sotto il Sole di Luglio, con temperature proibitive, perché il cinema deve avere la prevalenza su tutto

In effetti, chiudere un tratto di autostrada in piena Estate, costringendo migliaia di automobilisti a restare incolonnati per ore con temperature proibitive è semplicemente allucinante. Tra l’altro, ieri non ci spiegavamo il grande caos nelle strade di Palermo; con molta probabilità, il blocco delle auto in uscita dalla città direzione Messina ha rallentato il traffico cittadino. Ci sono le esigenze di chi gira film, ma ci sono anche le esigenze dei cittadini, cittadini che non possono essere sacrificati nel nome del cinema. Questo vale in generale, ma vale ancora di più nel pieno di un’Estate torrida, che sta creando tanti problemi alla nostra Isola. Cogliamo l’occasione per porre una domanda: veramente la Sicilia, per essere conosciuta, ha bisogno di un cinema invadente che rende la vita difficile a migliaia di cittadini? A nostro modesto avviso, no. La Sicilia è conosciuta in tutto il mondo e questa continua presenta di troupes cinematografiche che creano continui disagi ai cittadini forse servono al cinema ma non servono alla Sicilia. A Palermo abbiamo perso il conto dei film che vengono girati con continui problemi di circolazione per i cittadini in una città che è già caotica di per sé.

La nostra sensazione è che questo sistema stia incrementando un turismo di massa: e questo non va bene. I casi emblematici di Scala dei Turchi e del Parco archeologico di Selinunte

Ultima considerazione che riassumiamo in una domanda: questa frenesia cinematografica presente in Sicilia incrementa un turismo importante o un turismo di massa? La nostra sensazione è che incrementi un turismo di massa. Ebbene, la Sicilia non ha bisogno di un turismo di massa, spesso ‘mordi e fuggi’. I probemi che questo turismo crea sono in molti casi maggiori dei benefici economici che produce. Non c’è bisogno di essere economisti per sapere che il turismo, da un lato, mette a dura prova tanti Comuni oggi in buona parte con poche risorse finanziarie a causa dei tagli che arrivano da una fallimentare Unione europea; dall’altro lato, a fronte di tutti questi problemi, l’aumento del Prodotto interno loro (Pil) è modesto. Citiamo un esempio. Chi scrive, da agrigentino, ricorda che negli anni passati, quando Scala dei Turchi era poco conosciuta, a nessuno veniva in testa di calpestare le marne di questo bellissimo tratto di costa. Da quando ha cominciato ad essere promossa abbiamo visto centinaia di fotografie con centinaia di turisti che calpestavano le marne di Scala dei Turchi. Una follia che è anche mancanza di rispetto per l’ambiente. Tanto che, a un certo punto, qualcosa è stata fatta per frenare le orde di visitatori che si catapultano a Scala dei Turchi. Anche i concerti nel Parco archeologico di Selinunte non ci sembrano trovate geniali. Così si distruggono le aree di pregio della nostra Isola. Considerazione finale: già il cinema è in crisi, con questi atti non crediamo che migliorerà nell’immaginario dei cittadini. Anzi.

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