Come nel Niger, la rivolta in Gabon non è altro una rivoluzione popolare contro la Francia e contro tutto l’Occidente

Ormai è una rivoluzione permanente: piano piano – con la regia della Cina – tutti i Paesi africani fino ad oggi controllati dalla Francia si stanno ribellando

Gli eserciti dell’ECOWAS – gli 11 Paesi dell’Africa ancora al servizio dell’Occidente, praticamente ‘ascari’ – erano pronti per attaccare i ‘ribelli’ del Niger appoggiati dalla Francia e chissà ancora da chi altri e che succede, invece? Che un altro dei Paesi africani ancora oggi controllato dalla Francia – il Gabon – è in rivolta, ovviamente contro la Francia! Per il presidente Emmanuel Macron si profilano altri guai. Piano piano – con la probabile regia della Cina – i Paesi africani che ancora oggi sono sfruttati dalla Francia si vanno ribellando. In Niger i francesi hanno perso le miniere di uranio, con problemi enormi per le centrali nucleari francesi. E adesso salutano anche il Gabon con le sue enormi ricchezze minerarie. Non ci vuole molto a capire che la rivolta in Gabon non è altro che una nuova guerra di liberazione: liberazione – in primo luogo – contro la Francia, che in Africa continua a comportarsi come un classico Paese colonialista; liberazione da un Occidente fallimentare che ormai è insidiato dalla Cina. I soliti commentatori si ostinano a sostenere ancora il dollaro americano, a sottolineare i problemi economici della Cina (che sicuramente ci sono). Ma il vero tema è la crisi dell’Occidente industrializzato. I tanti Paesi che fanno capo al BRICS non stanno soltanto varando un sistema monetario alternativo al dollaro americano agganciato all’oro ma controllano anche l’80% della produzione di petrolio nel mondo. E mentre la Russia sta vincendo la guerra in Ucraina contro l’intero Occidente, piano piano tutta l’Africa, con la regia cinese, si ribella all’Occidente (soprattutto si ribella alla Francia). La grande massa di migranti che invade Lampedusa fa parte della strategia geopolitica cinese: liberare l’Africa da forza lavoro che in questa fase storica non potrebbe trovare occupazione nella stessa Africa e incasinare l’Italia per alimentare il caos in un’Europa ostile alla Russia, grande alleata della Cina.

L’analisi di Mauro Di Mauro, della Comunità TerraeLiberAzione. Grandi casini’ in vista per il presidente francese Macron, che dopo aver perso l’uranio del Niger dovrà salutare anche le grandi risorse mineraria di Gabon, Paese grande due volte l’Italia con poco più di 2 milioni di abitanti

Diamo adesso la parola al nostro vecchio amico Mauro Di Mauro, animatore della Comunità TerraeLiberAzione, autore di un post su Facebook che riprendiamo volentieri: “Gabon, 30 Agosto 2023. Un altro Golpe popolare anticolonialista nell’Africa ‘francese’. Grande due volte l’Italia, con soli 2milioni e 200mila abitanti, il Gabon è ricchissimo di risorse minerarie (petrolio, uranio, manganese…). La Repubblica gabonese è una secolare neo-colonia del Regime di Parigi, in quella Françafrique in disfacimento: travolta, in questi ultimi due anni, da un ciclo di golpe militar-popolari anticolonialisti, che sosteniamo apertamente, ricordando una profezia del nostro amico Muammar Gheddafi, l’ultimo grande Leader di Madre Africa. Il Gabon, dopo l’indipendenza formale dalla Francia, è stato dominato dal clan familiare dei Bongo, ‘regolarmente vincitore di elezioni presidenziali’, in realtà, per ammissione generale, elezioni regolarmente truccate e telecomandate dal Regime di Parigi. Ma in Gabon a dominare realmente è un Sistema estrattivo neocoloniale il cui vettore decisivo è la multinazionale mineraria francese Eramet: il cui titolo azionario è appena crollato alla Borsa di Parigi (e la Borsa, a modo suo, non mente mai!). Eramet è il secondo ‘produttore’ mondiale di manganese: minerale fondamentale anche nella costruzione di batterie elettriche. Nell’Analisi di TerraeLiberAzione, avevamo previsto anche questo ‘campo di battaglia’: 20 anni fa! Non sappiamo come finirà questa grandiosa Sollevazione africana, che coinvolge ormai ben 5 Paesi, ma che i giovani militari, col sostegno popolare, si stiano opponendo a una secolare e ipocrita Dominazione neocoloniale, in tutta l’Africa ‘francese’, è un fatto positivo. Non basterà forse, al Tempo dell’Imperialismo multipolare, ma almeno il loro Destino è nelle loro mani e potrebbero anche contribuire a un cambio di paradigma delle relazioni internazionali. I popoli che si ribellano all’oppressione e allo sfruttamento dimostrano sempre una Dignità del tutto assente nelle società decadenti dell’Occidente in declino. Viva gli Eserciti e i Popoli insorti dell’Africa resistente!”. Nulla da aggiungere, se non il disfacimento della Francia di Macron, destinata a perdere la barca di soldi che fino ad oggi è riuscita a drenare a 14 Paesi africani. Senza il fiume di risorse minerarie e di denaro che la Francia succhia da decenni a 14 paesi africani l’economia francese è destinata a ridimensionarsi drasticamente.

P.s.

Messaggio a Google e Facebook: ma che censurate a fare i giornali e gli articoli contro gli interessi degli Stati Uniti d’America? Lo capite o no che perdete credibilità e che andate contro voi stessi?

Foto tratta da Il Riformista

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