Ciro Lomonte (Siciliani Liberi): l’immondizia nelle strade è una bomba ad orologeria che potrebbe provocare problemi per la salute dei cittadini, si vada al commissariamento

La verità è che i cittadini palermitani sono ormai così abituati a vivere con le strade e con i marciapiedi pieni di immondizia che non ci fanno più caso. Cresce il numero di cittadini che non vuole più pagare la Tari

Un post di Ciro Lomonte, Segretario politico di Siciliani Liberi, punta i riflettori sulla raccolta dei rifiuti a Palermo. Si tratta di un servizio gestito male che lascia la città sporca e carica di costi. Ilò riferimento è alla Tassa per la raccolta dell’immondizia (Tari) che i cittadini, in numero sempre maggiore, non vogliono più pagare). L’analisi di Lomonte è interessante perché mette assieme due passate amministrazioni comunali – una di centrodestra e una di centrosinistra apparantemente in contrapposizione. In realtà, in alcune grandi ‘operazioni’, i due Sindaci di Palermo – Leoluca Orlando per il centrosinistra e Diego Cammarata per il centrodestra – erano, secondo il leader degli Indipendentisti siciliani, sulla stessa linea.

Leoluca Orlando e Diego Cammarata

“L’Azienda comunale dei #rifiuti – scrive Lomonte – è l’azienda chiave del #potere delle due #famiglie politiche di #Palermo. Infatti Diego #Cammarata fu costretto dal suo dante causa, Giovanni #Miccichè detto ‘Gianfranco’, ad una gigantesca infornata di personale che condurrà al fallimento dell’Azienda (il riferimento è all’Amia, dichiarata fallita, sostituita dalla Rap ndr)”. Cammarata è stato Sindaco di Palermo dal 2001 al 2011, Orlando prenderà il suo posto nel 2012. “Quando, nel 2012, torna al potere l’altra famiglia politica, il Sindaco (Orlando) non rimuoverà uno solo dei numerosi dirigenti lasciati da Cammarata, in larga parte gli stessi che Cammarata aveva trovato, nominati dalle amministrazioni #Orlando degli anni ’90. Dai primi anni 2000 – osserva Lomonte – Palermo dovrebbe essere nella #legalità che nel settore dei rifiuti prevede un minimo del 65% di raccolta #differenziata. Palermo, dopo la forte accelerazione impressa negli anni ’90 dal giovane Ettore Artioli, oggi non arriva al 20%. Nessuna autorità di controllo interviene. Una recente istruttoria della #Corte dei Conti regionale ha assolto da ogni responsabilità politici e amministratori. Evidentemente non sono riusciti a capire di chi sia la responsabilità per cui, a 25 anni dal decreto Ronchi, Palermo non riesca a fare la raccolta differenziata. Continui cambi alla presidenza della partecipata: ma risultato invariato”.

Il fallimento della racconta differenziata a Palermo

Arriviamo così ai giorni nostri: “Ora che Palermo non può più continuare a scaricare 100 tonnellate di rifiuti a #Bellolampo ogni giorno – scrive sempre Lomonte – ma deve portarli fuori città pagando oltre 100 euro a tonnellata il gestore della discarica, si prospetta dopo quello di #Amia il #fallimento di #Rap. Fallimento che prima che #economico, è #politico e #culturale. È stata proprio l’obsolescenza culturale che Orlando rimproverava ai suoi avversari, fra cui solo apparentemente Miccichè (in realtà solido #alleato), a impedirgli di comprendere come la pulizia della città si sarebbe accompagnata alla nuova economia #circolare dei rifiuti che rende florida, pulita e attraente la quinta città della Sicilia (Marsala), e vede Palermo sporca, povera e schernita sui social da residenti e turisti per i cumuli dei rifiuti nelle strade alle fine del 2021. È troppo chiedere di #commissariare il Comune di Palermo? O almeno la RAP? A nessuna #autorità preposta ai controlli viene in mente che la città sommersa dall’immondizia sia una #bomba ad orologeria per la salute dei #cittadini?”.

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