Ciro Lomonte: i 5,3 miliardi di euro assegnati alla Sicilia non esistono. L’Italia per il 2024 pagherà 100 miliardi di interessi sul debito pubblico. La verità la dice ANCI Sicilia: i Comuni stanno fallendo

da Ciro Lomonte
Segretario politico di Siciliani Liberi
riceviamo e pubblichiamo

In effetti sembrava un po’ strano che lo Stato italiano eroghi alla Regione siciliana oltre 5 miliardi di euro in un momento storico di grave crisi finanziaria

Il 6 Novembre la stampa locale titola forse per la decima volta dal giugno 2023, quando il presidente della Regione, dopo aver incontrato a Roma l’allora Ministro Raffaele Fitto, annunciava fiero l’assegnazione di di risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027: “Il Ministro ci ha assicurato la possibilità di impiego delle risorse Fsc 21-27 per il cofinanziamento regionale dei programmi comunitari. Ciò consentirà di liberare somme importanti sul bilancio triennale della Regione”, dichiarava alla stampa Schifani (https://focusicilia.it/fondo-sviluppo-e-coesione-in…/…). Sono passati 21 mesi, cioè quasi due anni, e non un centesimo è mai arrivato in Sicilia. Ma oggi il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, insiste: “La Regione può iniziare a spendere i 5,3 miliardi di euro assegnati alla Sicilia nell’ambito della programmazione del Fondo sviluppo e coesione 2021/27. Abbiamo già pronti i primi progetti da mettere in cantiere entro fine anno rispettando tutte le scadenze previste” (https://www.blogsicilia.it/…/pioggia-miliardi…/1072727/). Siciliani Liberi è una forza politica concreta il cui interesse è solo guidare lo sviluppo della Sicilia per il bene dei siciliani. Né il presidente della Regione, né alcuno dei deputati regionali ha ancora compreso l’entità e le conseguenze della crisi finanziaria della Regione siciliana e dei Comuni, figlie entrambe delle condizioni di pre-default del Tesoro italiano. Gliele illustriamo ancora una volta concretamente perché possano comprendere ed agire”.

Comuni siciliani con i bilanci non approvati per mancanza di soldi: la denuncia del presidente dell’ANCI Sicilia Paolo Amenta

Mentre il presidente della Regione rilasciava queste dichiarazioni, mandando in aula in Assemblea regionale siciliana il testo della quarta legge finanziaria dell’anno con presunti 620 milioni di ‘finanziamenti’, la cui inesistenza è identica a quelli del Pnrr, nel Palazzo Reale antistante la sede del presidente della Regione, il presidente dell’associazione dei Comuni siciliani (ANCI), il Sindaco della piccola Canicattini Bagni, Paolo Amenta (foto sopra), incontrava la stampa e alcuni deputati per spiegare questa volta concretamente quale sia la condizione finanziaria del Comuni siciliani. “In Sicilia 250 Comuni – ha detto Amenta – su un totale di 391, non hanno chiuso il bilancio consuntivo 2023 e questo significa che sono vicini al dissesto finanziario. Altri 150 Comuni, inoltre, non hanno ancora approvato il bilancio di previsione. Siamo pronti a scendere in piazza”. Dopo aver incontrato il presidente dell’Ars, Amenta ha aggiunto: “C’è stato un confronto molto franco. Abbiamo provato a fare riflettere l’Assemblea regionale sui temi che stanno mettendo in ginocchio gli enti locali. Non facciamo richieste col piattino in mano ma vogliamo l’avvio di un percorso strutturale sul sistema che sta crollando. I Comuni sono in solitudine, soli ad affrontare questa produzione di servizi sociali e abbiamo spiegato che non ce la facciamo più a garantire un livello minimo” (https://www.palermotoday.it/…/allarme-anci-sicilia…)

Alle Regioni e ai Comuni, da Roma, arrivano solo i soldi per pagare gli stipendi dei dipedenti. Il resto sono chiacchiere

Naturalmente, se potessero, i deputati regionali e il governo regionale siciliano deliberebbero immediamente il trasferimento ai Comuni di tutti i soldi necessari ad approvare i bilanci e dare copertura alle spese. Ma non possono: perché i soldi non ci sono. Né ci saranno: Roma è ad un passo dalla dichiarazione di insolvenza. Pochi giorni fa il presidente della Repubblica ha attaccato le agenzie di rating perché continuano ad assegnare al nostro Paese un rating «BBB», “troppo vicino al livello spazzatura nonostante la bilancia dei pagamenti segni un saldo positivo notevole, sicuramente non in linea con le valutazioni sul merito di credito” (https://www.ilgiornale.it/…/mattarella-alza-scudo…). Ma né le esortazioni, né gli annunci possono modificare la realtà: l’Italia ad Agosto ha aggiunto altri 11 miliardi allo stock del debito pubblico che ha raggiunto il nuovo record di 2.962 miliardi di euro (https://www.corriere.it/…/debito-pubblico-a-poco-meno…). Solo di interessi su questo debito, il Tesoro nel 2024 per la prima volta pagherà in un anno ai creditori oltre 100 miliardi di euro. È ovvio che in queste condizioni, i tecnici del Tesoro abbiano tagliato qualsiasi trasferimento alle Regioni e ai Comuni che non siano giusto i soldi necessari al pagamento degli stipendi e dei servizi essenziali”.

L’unico atto politico responsabile da parte dei Sindaci e del presidente della Regione siciliana sarà cedere agli uffici del Governo nazionale la gestione diretta dei Comuni e della Regione

ANCI Sicilia può indurre tutte “le grandi manifestazioni” che vuole; organizzare conferenze stampa, lanciare appelli e altre forme puerili di fare politica. Il presidente della Regione e l’Ars possono continuare ad “approvare manovre” da presunti 650 milioni di euro ogni 3 mesi, senza che arrivi un solo centesimo. Non servirà a nulla. Gli amministratori locali siciliani e la deputazione regionale devono fare uno sforzo di concretezza e maturità politica: e comprendere che Regione e Comuni sono già tutti in condizioni di insolvenza. Andare quindi a Roma – e non protestare sulla stampa locale o a Palazzo Reale – per ricontrattare con lo Stato le condizioni di operatività degli enti locali. Roma non concederà nulla, perché esattamente come i deputati regionali e il Governo regionale siciliano, non ha i soldi per concedere nulla. A quel punto l’unico atto politico responsabile da parte dei Sindaci e del presidente della Regione siciliana sarà cedere agli uffici del Governo nazionale la gestione diretta dei Comuni e della Regione. Non esistono altre soluzioni. A breve, i Sindaci e i deputati regionali lo verificheranno concretamente.

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