Ci vogliono fare credere che Roma darà alla Sicilia 7 miliardi di euro? Per fare cosa? Appalti quando la priorità è la sanità pubblica allo sbando? Opposizioni peggiori dell’attuale Governo

Ma se lo Stato italiano ha problemi economici e finanziari enormi – diventati drammatici con il nuovo, folle Patto di stabilità voluto dall’Unione europea – come può erogare alla Sicilia quasi 7 miliardi di euro?

Le opposizioni dicono che la firma dell’accordo nazionale sui Fondi di sviluppo e coesione 2021-2027 tra il Governo nazionale di Giorgia Meloni e il Governo siciliano di Renato Schifani è pura campagna elettorale, perché i fondi sono già stati assegnati alla Regione siciliana. Non hanno torto, anche se va detto che la politica è fatta anche di queste cose (loro non fanno cose diverse). “La Sicilia – leggiamo nel comunicato della Regione – potrà contare su 6,8 miliardi di euro per portare avanti lo sviluppo infrastrutturale, economico e sociale del territorio nei prossimi anni. È il frutto dell’accordo per il Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) 2021-2027 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Presidenza della Regione siciliana firmato questo pomeriggio al Teatro Massimo di Palermo, alla presenza dei Sindaci di tutta l’Isola e di autorità civili, religiose e militari. L’intesa garantisce con 5,5 miliardi la copertura finanziaria a 580 interventi in nove diversi ambiti e con ulteriori 1,3 miliardi il cofinanziamento regionale al progetto della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, ponendo la Sicilia al primo posto tra le Regioni per risorse assegnate”.

Ma quale cofinanziamento della Regione siciliana per il Ponte sullo Stretto di Messina! Il Ponte non si realizzerà e lo Stato si terrà il miliardo e 300 milioni di euro. Il resto sono chiacchiere

In realtà, non c’è stato alcun “cofinanziamento” di 1,3 miliardi di euro della Regione siciliana per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. E’ stato, semmai, uno scippo di 1,3 miliardi di euro ai Fondi di sviluppo e coesione destinati sulla carta alla Sicilia. Tra l’altro, il Ponte sullo Stretto di Messina è la solita balla elettorale, perché quest’opera non si realizzerà mai. Non si realizzerà perché le condizioni tecniche non lo consentono; non si realizzerà perché non si possono lasciare migliaia di persone senza casa in un momento di crisi economica gravissima (il riferimento è a chi dovrebbe perdere la casa nella costa messinese e calabrese per fare posto al Ponte); non si realizzerà perché il Governo nazionale non ha circa 11 miliardi di euro per finanziare il Ponte di Messina. Quanto ai soldi scippati alla Sicilia (il miliardo e 300 milioni di euro tolti al Fondo di sviluppo e coesione destinati sulla carta alla Regione siciliana), serviranno al Governo nazionale in parte per pagare gli interessi sul debito pubblico, in parte per foraggiare la guerra in Ucraina.

Senza offesa, a noi queste spese nel dettaglio sembrano sogni

Nel comunicato si dettagliano le opere che, sulla carta, dovrebbero essere realizzate in Sicilia: “Nel dettaglio, la parte più consistente delle somme, 2,5 miliardi – leggiamo sempre nel comunicato – è destinato ad ‘Ambiente e risorse naturali’: agli 800 milioni previsti per la realizzazione dei termovalorizzatori si aggiungono, tra gli altri, finanziamenti per risorse idriche (527 milioni), rifiuti (164 milioni) depurazione (354 milioni), interventi per il contrasto al dissesto idrogeologico e all’erosione costiera (circa 700 milioni). All’ambito ‘Trasporti e mobilità’ è assegnato 1 miliardo di euro, di cui 710 milioni serviranno a interventi di manutenzione stradale e per nuove infrastrutture viarie. A ‘Competitività imprese’ vanno 548 milioni; a ‘Sociale e salute’ 392 milioni, di cui 271 milioni includono investimenti in strutture e attrezzature sanitarie; a ‘Riqualificazione urbana’ 100 milioni; alla ‘Cultura’ 182 milioni. Per ‘Istruzione e formazione’ sono previsti 80 milioni; per il settore ‘Energia’ 67,5 milioni; infine alla linea di azione ‘Capacità amministrativa-assistenza tecnica’ andranno 89 milioni. Inoltre, 331,9 milioni di risorse Fsc 2021-2027 sono destinati al cofinanziamento dei Programmi europei della Regione siciliana. A questi fondi si aggiungono 234 milioni di euro di anticipazione Fsc. La Regione Siciliana nella definizione della programmazione riguardante il Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027 ha beneficiato del supporto di Cassa depositi e prestiti”.

Che Forza Italia – partito che ha responsabilità politiche enormi nella chiusura delle Terme di Acireale e di Sciacca – oggi annunci il rilancio delle due strutture termali siciliane è incredibile

Belle parole arrivano anche dall’assessore regionale alle Arttività produttive, Edy Tamajo, candidato alle elezioini europee nella lista di Forza Italia: “Abbiamo proposto l’attivazione dell’iniziativa ‘Competitività Sicilia Plus’. L’iniziativa rende disponibili agevolazioni in forma di finanziamento agevolato e contributo a fondo perduto, da destinare alle imprese operanti in Sicilia. L’iniziativa ha una dotazione finanziaria di 330 milioni di euro a valere su risorse finanziarie FSC 2021/2027 e  si ripartisce su sei interventi. Uno di questi è proprio la riqualificazione dei complessi termali di Sciacca ed Acireale. Il Governo Schifani – dice Tamajo – al fine di favorire la valorizzazione del patrimonio pubblico sotto utilizzato, prevede di effettuare la riqualificazione dei complessi termali di Acireale e Sciacca. I due complessi necessitano di lavori urgenti di riqualificazione per poter essere reinseriti nel circuito termale arricchendo e diversificando l’offerta turistica siciliana. Per troppi anni, le storiche Terme di Sciacca e Acireale sono state chiuse, privando i nostri territori di preziose risorse culturali, economiche e turistiche. È ora di ridare vita a questi gioielli, restituendoli alle comunità e valorizzando le potenzialità di queste straordinarie strutture termali”. Ora, leggere in un comunicato stampa ufficiale che le Terme di Sciacca e di Acireale “necessitano di lavori urgenti di riqualificazione” fa un po’ sorridere, se è vero che i due complessi sono abbandonati da tanti anni. Se poi aggiungiamo che Tamajo è un esponente di Forza Italia, beh, la cosa diventa anche paradossale. Tamajo è giovane e non sa che il partito nel quale milita ha grandi responsabilità politiche nelle vicissitudini che hanno portato all’attuale disastro delle Terme di Sciacca e di Acireale.

Cerchiamo di essere seri: la priorità in Sicilia è la sanità pubblica allo sbando non le ‘menate appaltizie’ varie. Mancano medici, infermieri, posti letto, ambulanze e barelle. I Pronto Soccorso sono in grandissima difficoltà e ci mettiamo a discutere di mirabolanti investimenti per gabbare il voto agli ingenui. Peggio della televisione

Ma, al di là della campagna elettorale con i suoi riti, la domanda vera è una: ‘sti soldi ci sono? Noi ne dubitiamo. Per quello che noi sappiamo, la situazione finanziaria dell’Italia era difficile prima dell’approvazione del nuovo, demenziale Patto di stabilità; ora, con il Patto approvato da un Parlamento europeo in uscita (non sarebbe stato più logico aspettare l’insediamento del nuovo Parlamento europeo?), lo scenario finanziario italiano diventa tragico, perché oltre a pagare ogni anno da 80 a 90 miliardi di euro di interessi su un debito pubblico truffaldino (tecnicamente si definisce debito odioso o detestabile) bisognerà trovare da 10 a 18 miliardi all’anno per fronteggiare il citato Patto di stabilità. Per non parlare dei fondi del Pnrr farlocchi che sono scomparsi nel Dicembre dello scorso anno, anche se bisogna nascondere la verità e si continua a menare il can per l’aia con il Pnrr di qua e il Pnrr di là. In queste condizioni dobbiamo credere che Roma assegnerà alla Sicilia 6,8 miliardi di euro? E da dove li prenderebbe ‘ sti soldi? Forse il Governo Meloni ha deciso di utilizzare la moneta di Stato in alternativa all’euro? E poi, diciamolo chiaramente: veramente in Sicilia le priorità sono rappresentate da tutte le opere descritte nel comunicato? In Sicilia la priorità assoluta è la sanità pubblica allo sbando. Negli ospedali pubblici mancano medici, mancano infermieri, mancano posti letto; nei Pronto Soccorso, oltre alla carenza strutturale di medici, mancano le barelle e in alcuni casi le ambulanze. Alcuni ospedali pubblici hanno chiuso pure le Cappelle e manca persino l’assistenza spirituale ai malati. Tutto questo avviene perché mancano i soldi, perché, con molta probabilità, una parte dei soldi destinati alla sanità pubblica siciliana finisce chissà dove. Con questo non vogliamo tirare la volata alle opposizioni di centrosinistra, che in Sicilia hanno responsabilità gravissime in materia di smantellamento sistematico dell’Autonomia finanziaria della Regione. Gli otto anni di Governi regionali siciliani di centrosinistra sono stati disastrosi. Ma raccontare a due settimane dal voto per le europee che in Sicilia arriveranno tutti questi soldi ci sembra veramente fuori luogo. Certo, raccontare la verità a pochi giorni dal voto no, non si pretende questo. Ma la recita elettorale sui Fondi di sviluppo e coesione è veramente esagerata. Soprattutto ben sapendo che la guerra in Ucraina continuerà, bene che andrà, fino al Febbraio del prossimo anno, con costi enormi per la Ue e, quindi, anche per l’Italia. Vero è che i siciliani sono particolarmente distratti. Ma non sono fessi. Con queste balle molti siciliani non andranno a votare: e ne avranno ben donde.

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