Chiudere il Pronto Soccorso dell’Ospedale Cervello di Palermo sarebbe la sconfitta della politica siciliana in generale e del Governo regionale Schifani in particolare

Com’è possibile che si trovano i soldi per le strutture sanitarie private e non ci sono soldi per aumentare le retribuzioni dei medici di Pronto Soccorso? Con retribuzioni basse è difficile, se non impossibile trovare medici disposti a lavorare nelle aree di emergenza-urgenza

Non c’è pace per l’Ospedale ‘Vincenzo Cervello’ di Palermo. Un tempo era il fiore all’occhiello della sanità siciliana. E’ stato così fino all’arrivo del Governo regionale di Raffaele Lombardo. Da allora in poi per questo ospedale è iniziata una crisi lenta che non è mai finita. Sbagliatissima la fusione del Cervello con Villa Sofia. Un’iniziativa sciagurata a cui è seguito lo smantellamento dei reparti di Neurologia, Urologia, Oculistica, Chirurgia toracica, Chirurgia vascolare, Chirurgia maxillo facciale e perfino Ortopedia. In queste ore – sembra incredibile – si parla di chiudere il Pronto Soccorso del Cervello per accorparlo a Villa Sofia. Si trattarebbe di un altro errore gravissimo. Una soluzione prospettata dal sindacato Cimo Sicilia (come potete leggere qui). Motivazione: carenza di personale medico. Non si trovano medici di Pronto Soccorso. In tutta lItalia la musica è la stessa: i concorsi vanno deserti. Ed è anche logico: con una retribuzione di circa 2 mila e 700 euro mensili è difficile trovare medici disposti a lavorare in un Pronto Soccorso. Proprio in queste ore il Governo regionale ha trovato 310 milioni di euro per i medici convenzionati. Per questi privati i soldi ci sono e non si trovano i soldi per aumentare le retribuzioni ei dirigenti medici dei Pronto Soccorso? Non sarebbe il caso di togliere un po’ di soldi ai privati che operano nella sanità siciliana, a tutti i livelli, dagli studi medici convenzionati alle grandi strutture passando per le cliniche private per aumentare le retribuzioni dei medici di Pronto Soccorso? Siamo certi che con uno stipendio tabellare di 4 mila-4 mila e 500 euro mensili i medici di Pronto Soccorso si troverebbero senza problemi.

Il Prefetto di Palermo è d’accordo sull’eventuale chiusura del Pronto Soccorso dell’Ospedale Cervello? la lettera dei rappresentanti di RSU, Cisl Funzione pubblica, Uil Funzione pubblica, Nursing, Nursin Up e Fials Palermo

Non tutti i sindacati dei medici la pensano come il Cimo. Agli atti c’è una lettera indirizzata all’assessore regionale alla Salute-Sanità, Giovanna Volo (foto sotto tratta da il Sicilia.it). al Commissario Straordinario dell’Azienda ospedaliera Villa-Sofia-Cervello, Roberto Colletti, e agli organi di stampa firmata dai rappresentanti di RSU, Cisl Funzione pubblica, Uil Funzione pubblica, Nursing, Nursin Up e Fials Palermo mette nero su bianco un “No” alla chisura del Pronto Soccorso del Cervello. Il Pronto Soccorso del Cervello, scrivono i rappresentanti di queste organizzazioni sindacali è “l’unico polo di emergenza dell’area ovest della Provincia di Palermo, nonché punto di riferimento per una vasta area della Città. La chiusura di tale importante e nevralgica area di emergenza potrebbe determinare grandi e gravi disagi per l’intera popolazione cittadina, oltre che un aumento del sovraffollamento, nonché sovraccarico di lavoro per il Pronto Soccordo di Villa Sofia”. L’eventuale chiusura del Pronto Soccorso dell’ospedale Cervello si configurerebbe come il fallimento della politica in generale e del Governo regionale di Renato Schifani in particolare. Il Pronto Soccorso del Cervello non è solo il punto di riferimento della parte nord occidentale del capoluogo siciliano ma anche dei centri, piccoli e grandi, da Isola delle Femmine a Capaci, da Carini a Balestrate. Tutti utenti che si riverserebbero a Villa Sofia aumentando il caos nelle strade e nello stesso Pronto Soccorso di Villa Sofia. Il Prefetto di Palermo sarebbe d’accordo con tale scelta? La domanda non ci sembra oziosa: anzi.

Se qualcuno in Sicilia sta pensando ai Pronto Soccorso privati, modello Lombardia e Veneto, va detto a chiare lettere che sta prendendo una cantonata

“Doveroso inoltre – prosegue il comunicato di RSU, Cisl Funzione pubblica, Uil Funzione pubblica, Nursing, Nursin Up e Fials Palermo – porre l’attenzione alla gestione pratica delle emergenze, con i vari ricoveri, visite specialistiche ed esami diagnostici ai quali dovrebbero essere sottoposti i pazienti presso le UU.OO. del P.O. V. Cervello, ma presi in carico dal Pronto Soccorso di Villa Sofia, con il conseguente aumento dei trasferimenti dei pazienti e dunque un impiego maggiore di ambulanze aziendali e personale, senza contare i disagi per l’utenza”. Per la cronaca, le ambulanze disponibili sono già poche. Insomma, da qualunque parte la si guardi, la chiusura del Pronto Soccorso dell’Ospedale Cervello sarebbe una iattura. Né è pensabile fare quello che stanno cominciando a fare in Lombardia e in Veneto, dove i leghisti e, in generale, i partiti di centrodestra stanno favorendo la nascita di Pronto Soccorso privati dove i pazienti che vi si recano pagano 150 euro a visita. La maggior parte degli abitanti di Palermo e circondario non è in grado di pagare questa cifra e, in ogni caso, i pazienti visitati nell’eventuale Pronto Soccorso privato bisognosi di ricovero finirebbero sempre negli ospedali pubblici di Palermo dove mancano anche i posti letto. Queste funamboliche operazioni sanitarie-finanziarie vanno bene nel Nord Italia, non in Sicilia.

I sindacati dei medici sono tanti e non solo uno

“Nel comunicato si fa riferimento alla bizzarra ristrutturazione dei locali del Pronto Soccorso del Cervello che torna in auge in questi giorni. “Alla luce delle criticità evidenziate – si legge nella lettera – le scriventi pertanto propongono la realizzazione di locali, anche prefabbricati, attigui all’attuale Pronto Soccorso del Cervello, al fine di scongiurarne la chiusura e porre rimedio all’attuale situazione determinatasi all’interno del medesimo, a causa della mancata conclusione dei lavori di ristrutturazione, iniziati da tempo e ad oggi non ancora terminati”. I rappresentanti di questi sindacati chiedono un “incontro urgente” con l’assessore Volo “affinché possano essere prese nella giusta considerazione anche i pareri delle altre OO.SS. e non già di una sola O.S., nonché al fine di trovare soluzioni adeguate e condivise, nel rispetto della corretta assistenza sanitaria dovuta alla popolazione e soprattutto del benessere lavorativo dei Lavoratori interessati”. Insomma, non può essere solo il Cimo l’interlocutore del Governo per una questione così importante.

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