“Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare”

di Frate Domenico Spatola

23 Maggio 2024, Giovedì della Settima settimana del Tempo ordinario: Marco 9, 41-51

Gesù continua il dissenso con Giovanni e gli altri Undici provenienti dal Giudaismo. Volevano inibire i discepoli, non giudei perché ellenistii, che operavano però nel Nome di Gesù, e senza l’ansia del potere che marchiava invece Dodici. L’ambizione e il primeggiare era infatti la loro tentazione, che dava scandalo a quelli che Gesù teneramente chiamava “i piccoli”. Questi infatti privi della stessa passione di comando, non immaginavano di trovare nelle Comunità di Gesù quel discrimine che sperimentavano altrove. Da ciò la severità di Gesù, verso coloro che tradiscono il suo mandato di umiltà e di servizio fraterno. Utilizza anche paradossi estremi, come meglio affogarsi in mare con una macina grande appesa al collo, o rendersi monchi di mano, piede o vista, anziché fallire la vita nella Geenna (l’immondizzaio di Gerusalemme). Ne andava di mezzo il fine della vita, ad evitarne il fallimento. L’esortazione finale fu sul come immaginare a rendere la propria vita immortale. Il sale che conserva, e il fuoco che purifica, furono posti a modello.

Foto tratta da La Luce di Maria

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