Cambiamo le regole per i buoni pasto con le commissioni che passano dal 20% al 5%. La domanda è: il buono pasto resterà bloccato a poco meno di 7 euro o aumenterà?

Ricordiamo che i buoni pasto sono bloccati a poco meno di 7 euro dal 2013

Governo e Parlamento si accingono a cambiare le regole per i buoni pasto. Per la cronaca, i buoni pasto sono stati pensati per dare ai lavoratori una somma che sostituisce la mensa. Riguarda sia le aziende pubbliche, sia le aziende private. Non sono obbligatori ma lo riventano se sono previsti dal Contratto nazionale di lavoro o quando sono previsti dalla contrattazione collettiva. La notizia è che le aziende che emettono i buoni pasto potranno trattanere, al massimo, una commissione del 5% e non, com’è stato fino ad oggi, del 20%. Così prevede il disegno di legge sulla concorrenza in discussione alla Camera dei deputati. Quando la notizia è venuta fuori è scoppiato un ‘mezzo bordello’ ed è stato presentato un emendamento che ha stabilito che fino al 31 Agosto, per i buoni pasto che sono già in circolazione, tutto resterà come prima. Mentre per i nuovi buoni pasto si applicheranno le nuove commissioni. Detto questo, la domanda è: le nuove regole dei buoni pasto favoriranno i lavoratori? Ancora non l’abbiamo capito. Ricordiamo che i buoni pasto sono bloccati a poco meno di 7 euro dal 2013. Ribadiamo la domanda: si profila un a riduzione delle commissioni dal 20% al 5%, che diminuiranno subito per i nuovi buoni pasto che verranno emessi dall’1 Gennaio del prossimo anno in poi; mentre la riduzione delle commissioni viene rinviata all’1 Settembre del prossimo anno per i buoni pasto in circolazione. Quello che stiamo cercando di capire è se questi soldi che verranno raccolti con la riduzione delle commissioni andranno ad incrementare i buoni pasti bloccati dal 2013 a poco meno di 7 euro. Insomma, l’ammontare di un buono pasto aumenterà o rimarrà fermo a poco meno di 7 euro? A questa domanda dovrebbero rispondere governanti e sindacati.

Foto tratta da StaiConnesso

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