Biden dopo il disastroso faccia a faccia con Trump si accinge a rinunciare alla ricandidatura alla Casa Bianca. Si illude di resistere Ursula von der Leyen che dovrebbe essere ‘bocciata’ nel segreto dell’urna

Ricordiamo che il Consiglio europeo ha ‘apprezzato’ la ricandidatura alla presidenza della Commissione europea di Ursula von der Leyen. L’ultima parola la pronuncerà il Parlamento Ue che dovrebbe ‘inchiummare’ la tedesca

Due le notizie delle ultime ore: il Governo di Giorgia Meloni in polemica con la vecchia nomenclatura dell’Unione europea sulle nomine nella Commissione e l’imminente ritiro dell’attuale presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden dalla corsa alla riconferma alla Casa Bianca. Cominciamo dall’Unione europea. L’ultima stupidaggine politica di questi giorni si sostanzia nel seguente ragionamento: il Governo di Giorgia Meloni avrebbe isolato l’Italia perché nel Consiglio europeo si è astenuto sul voto che ha indicato la ricandidatura dell’ineffabile Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea. Secondo i ‘geni’ che si sentono investiti di chissà quale funzione, non aver votato a favore della rielezione di una politicante scadente che ha portato allo sbaraglio l’economia dell’Unione europea avrebbe isolato l’Italia. In Sicilia si usa dire: Megghiu suli chi malaccumpagnati, ma illustrare il significato di questa espressione e la sua valenza metaforica agli arroganti che campano grazie al pubblico denaro e a chissà quali altri impirugghi è tempo perso. Non sempre condividiamo le scelte operate dall’attuale Governo nazionale. Ma questa volta dobbiamo ammettere che la Meloni ha avuto coraggio. Mentre non siamo d’accordo con Diego Fusaro, un filosofo che apprezziamo e del quale condividiamo quasi sempre le sue riflessioni. Proviamo a illustrare perché. (sopra, foto tratta da Il Fatto Quotidiano)

Se domani la destra di Marine Le Pen vincerà le elezioni in Francia il destino di Ursula von der Leyen sarà segnato

Fusaro ha criticato l’attuale presidente del Consiglio italiano: a suo avviso, la Meloni avrebbe potuto votare contro la ricandidatura della von der Leyen e non astenersi. Invece a nostro modesto avviso l’astensione basta. Il segnale è stato lanciato in modo corretto. Il Consiglio europeo non ha eletto il nuovo presidente della Commissione europea: ha solo espresso un’indicazione. La battaglia si aprirà nel Parlamento europeo che, tra meno di venti giorni, dovrà invece eleggere il nuovo capo dell’esecutivo Ue. Il vantaggio dei partiti-camerieri dell’ultra-liberismo e globalismo e delle multinazionali si è assottigliato. Sulla carta i tragicomici Popolari europei, i pagliacci del finto Socialismo europeo e gli altri servi sciocchi del liberismo economico possono contare su un vantaggio di una trentina di voti. Ma… Ma intanto bisognerà vedere cosa succederà domani con le elezioni in Francia. Se la destra di Marine Le Pen otterrà un grande risultato, magari anche la vittoria, per la presidente uscente Ursula von der Leyen la strada sarà sempre più in salita. Tra l’altro, benché gli attuali governanti Democratici degli Stati Uniti sono un po’ nel pallone, ci sembra impossibile che gli USA avallino per la seconda volta consecutiva un presidente della Commissione europea della Germania, Paese che è notoriamente la quinta colonna russa e cinese nell’Unione europea. Molto più probabile è che Ursula von der Leyen venga ‘impallinata’ nel segreto delle urne, soprattutto, ribadiamo, se Marine Le Pen in Francia prenderà tanti voti.

Con molta probabilità, come scriviamo da oltre sette mesi, la candidata dei Democratici alla presidenza degli Stati Uniti d’America sarà Michelle Robinson, moglia dell’ex presidente Obama. Cina e Russia nuovi ‘arbitri’ in Medio Oriente

Andiamo alla seconda notizia: il quasi-ritiro del presidente uscente Joe Biden dalla campagna elettorale per le elezioni presidenziali americane. Come scriviamo da sette mesi, Biden non si ricandiderà, il suo posto, con molta probabilità, verrà preso da  Michelle LaVaughn Robinson, moglie dell’ex presidente Barack Obama. In verità, l’uscita di scena di Biden per fare posto alla nuova candidata Democratica alla Casa Bianca era prevista per Agosto. Ma a quanto pare, dopo la pessima figura di Biden nel faccia a faccia con Donald Trump dove è stato surclassato dal suo avversario, i Democratici hanno deciso di anticipare gli eventi. Ursula von der Leyen e Joe Biden sono i protagonisti di due grandi fallimenti politici mondiali. Ed è per questo che sono destinati ad uscire di scena. I danni provocati dal presidente americano ormai uasi-esautorato dal suo partito sono sotto gli occhi di tutti. I Democratici, nel 2020, avevano promesso di rilanciare le multinazionali farmaceutiche e le multinazionali delle armi e di mettere al tappeto la Cina. La prima parte del programma è stato in parte realizzato, anche se a prezzi sociali ed economici elevati. Tutto sommato, i Dem sono riusciti a portare a termine il grande imbroglio dei ‘presunti’ vaccini anti-Covid. L’operazione è andata bene in Occidente ma non ha sortito grandi risultati al di fuori dei Paesi occidentali dove l’operazione sui ‘vaccini’ Covid è stata in buona parte ‘sgamata’. Certo, non si può dire che le multinazionali farmaceutiche non abbiamo guadagnato una barca di soldi grazie ai ‘pesunti’ vaccini anti-Covid, anche se una parte delle risorse è servita per ‘valorizzare’ il mondo medico e il mondo dell’informazione. E’ andata invece molto bene con le guerre che hanno fatto guadagnare montagne di soldi alle industrie delle armi, anche se i Democratici non avevano messo nel conto la rottura con la lobby ebraica americana. Gli attuali governanti USA pensavano di ‘esportare’ un po’ di guerra a Gaza ma non immaginavano che la lobby ebraica americana – tra le più potenti al mondo – avrebbe deciso di mandare via da Gaza tutti i palestinesi per innescare una ‘guerra totale’ che ormai solo la Cina e la Russia possono fermare. Perché la guerra di Gaza ha sostanzialmente due obiettivi: isolare e, in parte, esautorare gli Stati Uniti d’America dal contesto diplomatico mondiale e far diventare ‘arbitri’ del Medio Oriente Cina e Russia. Che è quello che sta avvenendo.

Biden ha fallito su tutta la linea. Ma la sua più grande sconfitta è il processo di ‘dedollarizzazione’ che non è riuscito a fermare

Insomma, la prima parte del programma i Democratici americani l’hanno realizzato ma il prezzo è stato altissimo: si pensi ai morti della guerra in Ucraina e a Gaza. L’economia statunitense si è ripresa grazie alle guerre, ma soprattutto l’economia della Russia, contrariamente alle previsioni dei Democratici americani, ‘viaggia’ ad una velocità superiore alla velocità dell’economia USA. La guerra in Ucraina e le sanzioni, nelle previsioni dell’amministrazione Biden, avrebbero dovuto mettere in ginocchio l’economia russa, che invece è cresciuta a ritmi impressionanti. Non c’è solo la sconfitta in Russia. I Democratici, nel Dicembre del 2020, con la discutibile vittoria di Biden alle elezioni presidenziali, si erano impegnati a bloccare la Cina e i Paesi del BRICS. In effetti, la guerra in Ucraina, scatenata dagli Stati Uniti d’America, ha bloccato la moneta unica del BRICS agganciata all’oro. Ma a partire dal 2023 la Cina ha cambiato strategia e ha iniziato un lento ma inesorabile processo di ‘dedollarizzazione’. Il numero di Paesi che commercializza i propri beni ignorando il dollaro americano, utilizzando altre valute, sta raggiungendo numeri importanti. Così come cresce di giorno in giorno il numero di Paesi che chiedono di aderire al BRICS. Per gli USA, al netto della disinformazione occidentale, la vera sconfitta è questa. Il senatore americano Repubblicano, Marco Rubio, poco più di un anno fa, ha anticipato quello che sta avvenendo: “Il Brasile, che è il Paese più grande dell’emisfero occidentale a Sud di noi – diceva Rubio – ha siglato un accordo commerciale con la Cina. In base a tale accordo hanno deciso di commerciare con le proprie valute nazionali. In pratica, hanno deciso di bypassare il dollaro americano. Questi Paesi stanno creando un’economia parallela, completamente indipendente dagli Stati Uniti. In soli cinque anni non saremo più in grado di dettare nulla a nessuno con sanzioni, perché a quel punto ci saranno così tanti Paesi che commerciano con i propri soldi, e non con il dollaro, che non potremo imporre sanzioni a tutti loro”. Non a caso Trump ha indicato il senatore Rubio come suo vice in caso di vittoria alle elezioni presidenziali.

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