Barnardino da Siena, il Santo che si trovò a vivere i tumulti della Chiesa e il duro lo scontro interno al mondo dei francescani

di Frate Domenico Spatola

“Bernardinus adest!”

(“c’è Bernardino!”). Era parola d’ordine, in seminario, per comportarci bene. La frase pare mutuata dal tempo di San Bernardino da Siena, già famoso per gli angelici costumi. Era della nobile famiglia senese Albizzeschi. Nato a Marina di Grosseto l’8 settembre 1380, anno in cui iniziava un periodo cruciale per la vita della Chiesa e per l’Ordine di San Francesco. La prima viveva infatti il dramma peggiore di fine Medioevo: lo “Scisma d’Occidente”. Tre papi si contendevano contemporaneamente la legittimità. Il secondo dramma, tutto francescano, aveva quale protagonista frate Paoluccio Trinci e un centinaio di frati, che invocavano l’osservanza più rigida della Regola francescana, soprattutto per ciò che riguardava il tema della povertà. La lotta fu contro i “Conventuali”, più lassisti e permissivi. Vi porrà fine, con la scissione in due famiglie francescane (Conventuali e Frati Osservanti), il papa mediceo Leone X nel 1917. Quell’anno coincise con la rabbia di Lutero e l’inizio del Protestantesimo. Tempi difficili dunque quelli attraversati dal nostro Santo, che fece della evangelizzazione la ragione della sua vita. Adottò, a strumento per la diffusione, il culto al Nome Santo di Gesù (IHS). Grande affabulatore, riusciva a parlare fino alla conversione, ogni tipologia di uditorio. Il Concilio di Costanza nel 1414, metterà fine allo “Scisma”, impegnandosi ad un programma, che purtroppo non attuerà: la riforma della Chiesa “in capite et in membris”. Disattenzione che costerà cara, un secolo dopo, quando Lutero, riderà la sua eresia con “Sola Scriptura!”. Bernardino morì, il 20 maggio 1444, a L’Aquila. Fu riconosciuto Santo, sei anni dopo da Nicolò V.

Foto tratta da Famiglia Cristiana

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