Avanzata finale dei russi a Kursk dove ci sarebbero militari NATO? Nuovo attacco di droni verso Mosca. Aspettiamoci il peggio. L’Ue provoca Putin per sbloccare le commesse militari?

Le notizie che arrivano dalla Regione russa di Kursk e dall’Ucraina non annunciano niente di buono

Ieri abbiamo raccontato che nella Regione russa di Kursk, oggetto, nell’Estate dello scorso anno, di una grottesca ‘invasione’ di militari ucraini e mercenari pagati dagli occidentali, con la probabile regia della NATO, il presidente USA, Donald Trump, e il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, stanno cercando di evitare una carneficina (qui un articolo). Succede che i russi, da almeno un paio di settimane, hanno intrappolato circa 10 mila militari tra ucraini e mercenari (da quello che si capisce ci sarebbero più ucraini che mercenari). Fino a due giorni fa i russi non hanno pressato eccessivamente, forse per l’intervento di Trump, che vuole evitare una strage. Ma in queste ore il presidente dellì’Ucraina, Volodymyr Zelens’kyj, ha detto che a Kursk non c’è alcun accerchiamento. Noi non abbiamo molti mezzi per seguire l’evoluzione della guerra nella Regione russa di Kursk e in Ucraina, a parte la rete che i ‘democratici’ che governano l’Unione europea non hanno ancora bloccato. Non è una battuta: visto che ormai gli ‘europeisti’ bloccano le elezioni nei Paesi europei dove sanno di perdere (leggere Romania) e impediscono ai candidati vincenti di partecipare alle elezioni (leggere sempre Romania), beh, dalla Ue c’è da aspettarsi di tutto. Non dobbiamo dimenticare cosa hanno combinato durante la pandemia.

La ‘triangolazione’ fra Ucraina, Regno Unito e Francia per spingere l’Europa verso la guerra contro la Russia

Da quello che leggiamo sulla rete, abbiamo il dubbio che la situazione, nella Regione russa di Kursk – dove ci sono militari ucraini, non sappiamo se intrappolati o liberi – si starebbe mettendo male. Su un canale Telegram, ma anche su alcuni siti, leggiamo che i vertici ucraini avrebbero ammesso la perdita di Sudzha nella Regione di Kursk. L’ammissione sarebbe arrivata con circa tre giorni di ritardo. Nel canale Telegram leggiamo “che nelle ultime 24 ore si sono verificati 19 scontri armati durante i combattimenti nella Regione di Kursk, le truppe russe hanno effettuato 34 attacchi aerei, sganciando 63 bombe aeree e portando a termine 243 attacchi di artiglieria, di cui 5 con MLRS. Il Ministero della Difesa russo ha annunciato ufficialmente la liberazione della città il 13 Marzo”. Questo è avvenuto tra l’altro ieri e ieri. Non sappiamo cosa sta succedendo oggi, Domenica 16 Marzo. La nostra sensazione è che sia in corso una sorta di ‘triangolazione’ fra Ucraina, Regno Unito e Francia. In soldoni, inglesi e francesi, là dove a Kursk i russi dovessero sfondare provocando una strage, ne approfitterebbero per spingere i Paesi europei a un intervento militare in Ucraina. Tesi un po’ troppo ardita? Non esattamente. Proviamo a illustrare le tre provocazioni di queste ore che vanno nella direzione dell’entrata in guerra contro la Russia di alcuni Paesi europei, Regno Unito e Francia, ma non solo.

Gli inglesi si starebbero muovendo fomentando la guerra per sbloccare le commesse militari?

La prima provocazione è la riunione convocata ieri dal primo Ministro inglese, Keir Starmer. E’ noto che Regno Unito e Francia spingono per inviare truppe in Ucraina, pur sapendo che i russi hanno sempre affermato che non tollereranno presenze nemiche ai confini con il proprio Paese. Ma Starmer e il presidente francese, Emmanuel Macron, spingono per provocare non tanto Putin, quanto gli stretti collaboratori del presidente russo che in buona parte vorrebbero, a propria volta, regolare i conti con alcuni Paesi europei. Il via libera alla spedizione miitare di alcuni Paesi europei in Ucraina sbloccherebbe alcune commesse per armi fino ad oggi bloccate? Deve avere intuito qualcosa la presidente del Consiglio del nostro Paese, Giorgia Meloni, che ha fatto subito sapere che l’Italia non parteciperà ad eventuali missioni militari in Ucraina.

Questa storia dei missili potrebbe finire molto male

La seconda provocazione di queste è, forse, la più demenziale, ma non per questo ininfluente. Si tratta del missile Long Neptune, che viene presentato come arma letale nelle mani degli ucraini in grado di colpire addirittura Mosca! Chi sta pompando questa storia fa finta di non sapere che missili russi velocissimi di vario tipo, che per le difese occidentali è impossibile intercettare, sono puntati su tutte le Capitali europee (e forse anche su altre città e su obiettivi strategici) e naturalmente anche sull’Ucraina. Si tratta di missili in grado di raggiungere gli obiettivi europei di qualunque tipo entro 20 minuti. La terza provocazione è arrivata da certe manifestazioni pro-Unione europea dove viene detto e ribadito che non sempre la pace risolve i problemi, che la pace non può essere imposta, che in Ucraina bisogna arrivare a una “pace giusta” e bla bla bla. Il problema è che in Ucraina ormai l’unica pace possibile è quella che verrà imposta dal vincitore: e poiché la guerra in Ucraina è stata già vinta dai russi, ebbene, saranno loro a decidere il tipo di ‘pace’. Se poi in Europa c’è qualcuno che deve sbloccare certe commesse e fare affari con le armi…

Nuovo attacco di droni occidentali verso Mosca. Secondo Ria Navosti ci sarebbero 30 militari NATO imprigionati nella Regione di Kursk

Per la cronaca, l’esercito di Putin non avanza solo nella Regione di Kursk ma anche in Ucraina. Negli ultimi due giorni i russi hanno attaccato undici Regioni ucraine. Un canale Telegram racconta di esplosioni nella zona portuale di Yuzhne, nella Regione di Odessa. Attacchi a Chernigov e all’aeroporto di Vasilkov nella Regione di Kiev. Attacchi dei Geranium nella Regione di Kharkiv. Attacchi anche a Balakleya, città ucraina di 26 mila abitanti circa. Tanti gli incendi provocati dai bombardamenti (foto sopra tratta da un Canale Telegram). Proprio in queste ore si registra un attacco di droni occidentali in direzione di Mosca. I russi avrebbero distrutto una cinquantina di droni occidentali. Le ultime notizie di queste ore raccontano che tra i militari intrappolati a Kursk ci sarebbero 30 ufficiali della NATO. La notizia, lanciata dall’agenzia di informazione russa Ria Navosti, è un po’ strana, perché a Trump, impegnato a dialogare con Putin, non dovrebbe fare piacere che la NATO combatta contro la Russia. A meno che questi 30 militari NATO siano arrivati a Kursk prima della rielezione di Trump alla Casa Bianca. Ironico il commento che leggiamo su un canale Telegram: “Adesso si comincia a capire il perché di una richiesta di clemenza da parte degli USA verso i miliziani di Kiev nella Regione di Kursk”. Insomma, questa non è una bella notizia, in tutti i sensi.

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