Anche nella Val d’Orcia in Toscana il grano duro è un disastro: chi lo coltiva perde 290 euro ad ettaro all’anno. La crisi tocca tutta l’agricoltura. Serve un partito degli agricoltori come in Olanda

I prezzi del grano duro sono bassi in tutta l’Italia. Se gli agricoltori non si emanciperanno dall’attuale politica che li vessa verranno decimati a poco a poco. Sarà uno stillicidio

E sì, anche agricolturaitaliana.it, Il Giornale dell’Agricoltura Italiana punta i riflettori sul grano duro che si coltiva in Val d’orcia, in Toscana, e arriva alla conclusione che coltivare questo cereale, con gli attuali prezzi, è un mezzo disastro, perché le aziende agricole perdono 290 euro ad ettaro. Insomma, i prezzi del grano duro sono troppo bassi e non consentono agli agricoltori di tirare avanti. Anche in Toscana, come nel Sud Italia e in Sicilia, coltivare grano duro significa perdere denaro. Va da sé che fare il mestiere dell’agricoltore per rimetterci non è proponibile. La Val d’Orcia è una zona ottimale per la coltivazione del grano duro, eppure ci sono problemi. Come si legge nell’articolo di agricolturaitaliana.it, si salvano sole le aziende che riescono “a chiudere la filiera, ovvero dal grano al prodotto finito che finisce sulle tavole e, che, grazie anche al brand Val d’Orcia, acquisisce un valore aggiunto davvero importante per l’azienda agricola”. (Sopra, foto tratta da Perlavaldorcia)

E’ stato ed è il flusso di grano duro estero che ha fatto precipitare il prezzo del grano duro italiano. Il Governo Meloni ha favorito e continua a favorire le industrie che lavorano il grano a scapito degli agricoltori italiani. Come hanno fatto anche i Governi procedenti

Nell’articolo si esaminano i costi e i ricavi. La produzionbe media, in questa zona della Toscana, è di circa 35 quintali di grano duro per ettaro. In questo momento il prezzo del grano è di 26 euro al quintale: grosso modo, è lo stesso prezzo del grano duro siciliano. I ricavi, conti alla mano, ammonytao a 910 euro; mentre i costi di produzione ammontano a circa mille e 200 euro ad ettaro. Morale: gli agricoltori della Val d’Orcia che coltivano grano duro perdono, come già accennato, perdono 290 euro ad ettaro. Il Governo nazionale di Giorgia Meloni è al corrente di tutto ciò? Il Ministro delle Politiche agricole e della ‘presunta’ Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, che è nel cuore della Coldiretti, le sa queste cose? Tutti sappiamo perché il prezzo del grano duro, in circa un anno e mezzo, è precipitato da 55-60 euro al quintale agli attuali 26-26 euro al quintale. E’ stato il fiume di grano duro estero che è arrivato e che continua ad arrivare in Italia che ha fatto precipitare il prezzo del grano duro italiano. Grano duro canadese in primo luogo, ma anche grano duro ucraino, grano duro russo e grano duro turco. Questo ha favorito le industrie a scapito degli agricoltori. Chiediamo alla Coldiretti: come potete difendere un Ministro che non ha alzato un dito per difendere i produttori di grano duro?

All’attuale politica italiana nel suo compesso, dell’agricoltura e degli agricoltori non gliene può fregare di meno. Chi non ha capito questo e va ancora dietro alla politica italiana non ha capito niente

Quello che sta succedendo al grano duro è solo un esempio di globalismo applicato all’agricoltura che distrugge il reddito degli agricoltori italiani. E’ così anche per buona parte degli ortaggi e della frutta. C’è anche un’altro problema: una certa informazione che si picca di difendere gli agricoltori ma, in realtà, fa il gioco della Grande distribuzione organizzata (Gdo) e, in generale, del mondo del commercio che, di fatto, toglie reddito agli agricoltori. Sappiamo tutti che ci sono prodotti agricoli che agli agricoltori, in campo, vengono pagati pochi centesimi al Kg per poi essere venuti ai consumatori a prezzi sette-otto volte maggiori. Di fatto, i commercianti tolgono reddito agli agricoltori. E’ un sistema totalmente sbagliato: non a caso gli agricotori sono scesi in piazza. Anche se dobbiamo ammettere che, dopo due mesi di manifestazioni, non hanno ottenuto nulla. L’attuale Ministro delle Politiche agricole, il citato Lollobrigida, è un disastro; ma i suoi predecessori non sono migliori di lui. All’attuale politica italiana nel suo compesso, dell’agricoltura e degli agricoltori non gliene può fregare di meno. Se gli agricoltori non si organizzeranno per contare in politica come hanno fatto gli agricoltori in Olanda scompariranno piano piano. Abbiamo raccontato che quest’anno, in Sicilia, la superficie coltivata a grano duro si è ridotta dell’11%. Questa è la fine che farà buona parte dell’agricoltura siciliana e buona parte dell’agricoltura italiana che, piano piano, scomparità. A meno che, invece di limitarsi alle manifestazioni – utilissime, per carità, per tenere in vita il Movimento di protesta – gli agricoltori italiani non decidano di diventare protagonisti della politica. Ogni altra alternativa è fallimentare.

QUI L’ARTICOLO DI agricolturaitaliana.it

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