Altri nove Paesi entrano nel BRICS. Gran Bretagna, Canada e magari Messico e Italia potrebbero entrare a far parte degli Stati Uniti d’America? Non è una domanda folle. Ecco perché

I nove nuovi Paesi che hanno aderito al BRICS sono Bielorussia, Bolivia, Cuba, Indonesia, Kazakistan, Malesia, Thailandia, Uganda e Uzbekistan

Altri nove Paesi, a partire dall’1 Gennaio di quest’anno, sono entrati a far parte del BRICS. Sono Bielorussia, Bolivia, Cuba, Indonesia, Kazakistan, Malesia, Thailandia, Uganda e Uzbekistan. I Paesi che hanno fondato il BRICS nel 2009 sono Brasile, Russia, India e Cina. Nel 2010 si è aggiunto il Sudafrica. Lo scorso anno sono arrivati Egitto, Iran, Emirati Arabi Uniti ed Etiopia. Quest’anno, come già accennato, altri nove Paesi sono entrati in questa particolare associazione che raggruppa nazioni che un tempo venivano definite economie emergenti. I BRICS contestano l’egemonia economica degli Stati Uniti d’America e si battono per la creazione di una moneta unica agganciata all’oro alternativa al dollaro americano. Un canale Telegram riporta una nota diffusa dal Ministero della Sviluppo economico della Federazione Russa: “Con l’inclusione dei nuovi membri con l’inedita posizione di partner, i BRICS rappresenteranno il 36% del PIL mondiale, il 37% del commercio globale e il 40% della produzione petrolifera globale. Il gruppo rappresenta il 47% della popolazione mondiale e i Paesi che vi fanno parte coprono una superficie complessiva di circa 40 milioni di chilometri quadrati“.

La ‘guerra’ economica, commerciale e monetaria che sta per scatenarsi nel mondo impone scelte di campo nette

L’annuncio dei nove Paesi che hanno aderito al BRICS (foto sopra tratta da Avvenire) e le precisazioni del Governo della Russia sono uno dei tanti segnali della ‘guerra’ economica e monetaria tra Paesi del BRICS da una parte e Stati Uniti d’America dall’altra parte. Sarà uno scontro senza esclusione di colpi che coinvolgerà, inevitabilmente, gli altri Paesi del cosiddetto Occidente industrializzato. Del resto, il nuovo presidente americano Donald Trump, che si insedierà alla Casa Bianca il 20 Gennaio prossimo, non a caso ha annunciato il ricorso ai dazi doganali. Con molta probabilità, quando Trump chiede alla Gran Bretagna e al Canada – e magari anche al Messico – di entrare a far parte degli Stati Uniti d’America (come potete leggere qui) è tutt’altro che matto. Sta solo avvertendo che sta per scatenarsi una guerra economica, commerciale e monetaria che, come si usa dire in questi casi, “non farà prigionieri”. Meglio mettersi al riparo sotto ‘l’ombrello’ del dollaro americano.

Difficile non legare la liberazione di Cecilia Sala con l’incontro fra Trmp e la Meloni. Non sono da escludere opzioni clamorose

Per l’Unione europea saranno problemi enormi. Già i Paesi Ue – chi più, chi meno – sono stati sacrificati dalla guerra in Ucraina. Con l’arrivo dei dazi doganali americani le imprese europee abituate ad esportare negli USA subiranno un colpo che potrebbe rivelarsi molto duro. Non sappiamo di preciso di cosa abbiano parlato Trump e l’attuale presidente del Consiglio dei Ministri del nostro Paese, Giorgia Meloni, durante la visita-lampo di quest’ultima in Florida, nell’abitazione del nuovo presidente USA. Sicuramente de rapimento della giornalista italiana, Cecilia Sala, da parte delle autorità iraniane. Il fatto che la sala sia stata liberata in queste ore non è casuale. Trump e la Meloni potrebbero avere affrontato altre questioni. Quali? Mettiamola così: non ci stupirebbe se l’Italia dovesse annunciare l’uscita dall’euro e dall’Unione europea e l’adesione all’area del dollaro americano, tanto più che, in questo momento storico, euro e dollaro statunitense hanno lo stesso valore e quest semplificherebbe tutto. L’Italia si libererebbe del ‘lager europeista’ e potrebbe contestare il debito pubblico ricorrendo all’istituto del debito detestabile o odioso. Questa almeno è la nostra speranza. Del resto, è oggettivo che il Governo Meloni deve scegliere tra il continuare a ‘galleggiare’, con la prosperttiva di affondare, o operare una svolta radicale per prendere di petto la questione economica italiana, considerato che l’Italia, dentro l’attuale Ue e con quello che succederà tra dazi dganali americani e guerra in Ucraina, non ha dpve andare…

Foto Wikipedia

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