Alle elezioni in Romania ha vinto Georgescu ovvero un leader pro Russia e pro Putin ma dall’Occidente che si professa ‘democratico’ arrivano le minacce in stile mafioso

di Diego Fusaro

Il popolo rumeno ha capito che dopo il comunismo con gli occidentali è arrivata l’oppressione

Come è noto, in Romania le elezioni hanno dato un risultato sorprendente e forse inatteso: è uscito per ora vincitore Georgescu, avente una posizione decisamente pro Russia e pro Putin. Il popolo della Romania dunque si sta svegliando forse prima degli altri popoli europei e sta addivenendo alla piena consapevolezza di cosa realmente sia l’occidente anzi l’uccidente liberal-atlantista. Probabilmente il popolo della Romania sta comprendendo che con la fine del regime comunista non è passato alla paradisiaca libertà ma a una forma di oppressione anche peggiore rispetto a quella precedente, dove se non altro la Romania era una potenza sovrana e senza debito. Sia quel che sia, Washington non tarda a far sapere il proprio disappunto per l’esito delle elezioni in Romania: e adesso direttamente passa, more solito, alle minacce. Leggo infatti sul Corriere del Ticino che la civiltà dell’hamburger ha realmente minacciato la Romania, spiegando che, se essa dovesse allontanarsi dall’occidente, vi sarebbero delle pesanti conseguenze. Una minaccia in piena regola, dunque, degna di quelle che è solita fare la mafia.

Davvero un curioso concetto di democrazia quello in grazia del quale si è liberi di votare a patto che si voti ciò che risulta gradito a Washington

Ciò avvalora una volta di più la nostra tesi, che abbiamo enunciato molteplici volte: l’Europa oggi non è una potenza sovrana e indipendente, come vanno ripetendo goffamente gli euroinomani di Bruxelles; è invece una colonia di Washington, avente una sovranità decisamente limitata e risultando sempre e comunque subalterna alla volontà della civiltà dell’hamburger. Se Washington decide di bombardare, allora Bruxelles deve eseguire sull’attenti. Il leviatano a stelle e strisce, all’occorrenza, utilizza bellamente l’arma delle minacce per ricondurre sotto la sua egida quegli stati che, come la Romania, provano a discostarsi dal dominio a stelle e strisce e a guardare ad altre realtà come la Russia o eventualmente la Cina. Davvero un curioso concetto di democrazia quello in grazia del quale si è liberi di votare a patto che si voti ciò che risulta gradito a Washington, pena l’essere minacciati e magari subire anche un regime change annesso. E vi è pure chi ha la faccia tosta di parlare, in relazione a Washington, della “più grande democrazia del mondo”. Il giornalista Mentana usa ricorrentemente questa espressione, ad esempio. Per parte nostra, non abbiamo alcun dubbio e lo diciamo senza ambagi: gli Stati Uniti d’America sono la più grande plutocrazia neoliberale a base imperialistica del pianeta. Di più, sono il reale ostacolo alla possibilità auspicabilissima di un mondo multipolare.

Foto tratta da Startmag

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