Al via il referendum per modificare il Rosatellum, l’attuale legge elettorale che ha tolto ai cittadini il potere di eleggere i parlamentari per consegnarlo alle segreterie dei partiti politici

Lo scorso 23 Aprile sono stati depositati in Cassazione i quattro quesiti referendari per modificare la vigente legge elettorale nazionale

da Nella Toscano
Componente del Comitato referendario
riceviamo e pubblichiamo

Il 23 Aprile sono stati depositati in Cassazione dal Comitato promotore i quattro quesiti referendari per modificare la vigente legge elettorale nazionale, il cosiddetto “Rosatellum”, che porta il nome del suo autore Ettore Rosato. A darne notizia è stato Sergio Bagnasco, vicepresidente del neo-costituito Comitato Referendario per la Rappresentanza. Lo stesso Sergio Bagnasco ci spiega il perché questo referendum: “Lo scopo di questa iniziativa referendaria è iniziare a restituire agli elettori il diritto di scelta dei propri rappresentanti parlamentari, perché con l’attuale sistema elettorale i partiti si sostituiscono agli elettori nella scelta di coloro che dovrebbero rappresentare il popolo italiano. Esattamente come avveniva col Porcellum, già censurato dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 1/2014, a tutti gli eletti manca il sostegno diretto degli elettori”. (Foto sopra tratta da Ministero dell’Interno)

“I partiti hanno colonizzato le Istituzioni, a partire dal Parlamento che è ormai da molti anni occupato da persone scelte esclusivamente dai vertici di partito”

Questa proposta prende il via da una iniziativa di Carlo Felice Besostri, scomparso a inizio del 2024, ex-parlamentare socialista che si è meritato sul campo il titolo di “Difensore degli Elettori” per aver condotto tutte le iniziative politiche e giudiziarie contro il Porcellum, l’Italicum e l’attuale Rosatellum, riuscendo comunque nell’impresa di ottenere la bocciatura da parte della Corte costituzionale tanto del Porcellum quanto dell’Italicum, cosa che, purtroppo, il Parlamento e le forze politiche hanno pervicacemente ignorato. Sergio Bagnasco ci spiega, a proposito della necessità di indire questo referendum, cos’è oggi democrazia e politica: “Quella che formalmente è una democrazia rappresentativa è oggettivamente diventata una oligarchia partitocratica. I partiti hanno occupato le Istituzioni, a partire dal Parlamento che è ormai da molti anni occupato da persone scelte esclusivamente dai vertici di partito. Sono, infatti, i partiti a scegliere i candidati e a collocarli in posizione favorevole affinché siano eletti, senza che l’elettore possa esercitare qualsiasi forma di scelta tra i candidati. Ancor peggio di quanto avveniva col Porcellum, persino il voto dato a un partito finisce spesso per rafforzare altro partito col quale non c’è nemmeno un comune programma politico perché la legge impone che ogni partito depositi il proprio programma politico e indichi il proprio capo politico”.

Perché con l’attuale legge elettorale il voto non è diretto, non è libero, non è uguale e nemmeno personale

“Col referendum . prosegue Bagnasco – possiamo togliere solo gli aspetti di dubbia costituzionalità, come per esempio eliminare il voto congiunto obbligatorio tra candidato nel collegio uninominale e lista plurinominale, che determina l’elezione nei collegi uninominali di persone che non sono state espressamente votate ma risultano elette perché su di loro si riversano i voti dati alle liste collegate; ne consegue che chi vota solo una lista perché non gradisce il candidato uninominale collegato finisce a sua insaputa per votare anche costui. Con questa proposta di modifica, l’elettore potrà scegliere liberamente il candidato uninominale preferito e la lista di partito che maggiormente gradisce”. E ancora: “Con i referendum si abroga anche il perverso meccanismo per cui il voto dato esclusivamente al candidato uninominale si trasferisce alle liste collegate nella misura determinata dalle scelte operate dagli altri elettori che hanno votato quelle liste. Con questa legge elettorale il voto non è diretto, non è libero, non è uguale e nemmeno personale. Altri quesiti referendari – ricorda Bagnasco – propongono l’abrogazione delle pluricandidature, delle soglie di sbarramento, per ridurre la dispersione di voti e aumentare il pluralismo nella rappresentanza, e l’abrogazione del privilegio riservato alle forze politiche già presenti in Parlamento di essere esonerati dalla raccolta delle firme a sostegno dei candidati, situazione che crea un indebito vantaggio rispetto alle forze politiche che per la prima volta si presentano alle elezioni”.

La raccolta delle firme inizierà nelle prossime settimane. Ci saranno anche le piattaforme digitali

A presiedere il Comitato referendario vi è Elisabetta Trenta, già Ministro della Difesa, mentre il presidente d’onore è Giorgio Benvenuto, già segretario nazionale UIL; alla vice-presidenza vi è Sergio Bagnasco e Raffaele Bonanni, già segretario nazionale CISL, e Enzo Palumbo ex-parlamentare liberale . La raccolta delle firme, che inizierà nelle prossime settimane, sarà effettuata oltre che con i tradizionali banchetti, anche a mezzo piattaforme digitali; queste ultime dietro un piccolo contributo economico che si rende necessario visto che non sono state attuate, come per legge, quelle pubbliche, che avrebbero dovuto essere disponibili sin dal primo gennaio 2022! Lo slogan scelto dal comitato per la campagna referendaria è “IO VOGLIO SCEGLIERE”, che dà il senso del diritto di ogni cittadino di riappropriarsi della libertà di scegliersi il proprio candidato, che con il Rosatellum gli è stata negata!

Per ascoltare conferenza stampa del 23 Aprile ’24 il link è il seguente:

webtv.camera.it/evento/25208

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