Adesso anche la Regione Lombardia e qualche Sindaco lombardo denunciano la mancanza dei fondi del Pnrr. La grottesta circolare del Ministro Fitto. L’insolvenza è vicina?

Ennesima denuncia sulla mancanza dei fondi del Pnrr da parte del Segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte

Ormai i fndi del Pnrr sono diventati una barzelletta. A Palazzo Chigi, la sede del Governo italiano, si è riunita la cabina di regia per la spesa dei fondi del Pnrr. Riunione presieduta dal Ministro Raffaele Fitto. Si parla della sesta rata del Pnrr. In realtà, fino ad ora le rate del Pnrr erogate dovrebbero essere due. Il condizionale è d’obbligo perché tutto è aleatorio. Le altre quattro rate del Pnrr sono nel mondo dei sogni del Ministro Fitto e del Governo del quale fa parte. Come racconta da un anno in quasi solitudine Ciro Lomonte, Segretario politico di Siciliani Liberi (foto sotto), i fondi del Pnrr non esistono più dallo scorso Dicembre. Se vi collegate con questo blog – The Hour – e andate nella sezione ECONOMIA E FINANZA (le sezioni le trovate sopra accanto alla testata), troverete decine di articoli che riprendono i post di Lomonte dove i rappresentanti di Comuni ed enti pubblici denunciano di aver iniziato i lavori convinti che sarebbero arrivati i fondi del Pnrr ma non hanno ricevuto un euro. E la storia continua. Mentre il Ministro Fitto convoca riunioni per parlare dei fondi del Pnrr di qua e dei fondi del Pnrr di là, tanti Comuni e adesso anche le Regioni aspettano i fondi del Pnrr in versione Godot…

Il Ministro Fitto chiede ai Comuni di anticipare il 30% dei fondi del Pnrr. La replica furiosa dei rappresentanti della Regione Lombardia e dei Comuni lombardi

A confermare l’assenza dei fondi del Pnrr, stando a un articolo de La Provincia di Cremona citato da Lomonte sono il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana (foto sopra tratta da Wikipedia), e uno dei Sindaci più anziani della Lombardia, Aldo Casorati. Scrive Lomonte: “Adesso a confermarlo sono il presidente della Regione Lombardia e il decano dei Sindaci lombardi, il vecchio democristiano Aldo Casorati”. Cominciamo con il presidente della Regione Lombardia Fontana, che commenta l’ennesima ‘circolare’ con cui il Ministro Fitto e il Tesoro provano in realtà a non far partire qualsiasi lavoro apparentemente finanziato Pnrr: “Con una circolare lo Stato ha portato l’anticipazione dei soldi Pnrr ai Comuni dal 10 al 30%. Ma le disposizioni seguenti dicono che questi fondi non arrivano in automatico, ogni singolo ente deve fare la richiesta per quel singolo progetto. Inoltre se l’ente ha la possibilità di coprire l’anticipo deve provvedere da solo oppure dimostrare che l’anticipo serve veramente. A Fontana – prosegue Lomonte – fa eco Casorati: «Non si riescono a ottenere i pagamenti sia per le opere nate con il Pnrr, sia per quelle confluite e dunque finanziate sempre con i fondi del Piano. Senza questi soldi le imprese si fermano e non si concludono i lavori. Mi sembra un problema enorme che interessa moltissimi Comuni, ma se ne parla poco e nessuna azione concreta viene fatta per sbloccare questa situazione che si sta incancrenendo». (qui trovate l’articolo de La Provincia di Cremona).

Ci sono Comuni che hanno anticipato i soldi del Pnrr e sono oggi a due passi dall’insolvenza

Lomonte cita anche il vice Sindaco di Crema. Che spiega come il suo Comune sia ad un passo dall’insolvenza proprio per aver fatto partire numerosi lavori apparentemente finanziati con il Pnrr: «Questa circolare è davvero un controsenso. Mi pare evidente che se abbiamo presentato un progetto per un’opera pubblica i soldi per realizzarla ci servano. Questo sistema penalizza il Comune virtuoso, come siamo noi, e non va dimenticato che anche con le spalle coperte, si rischia comunque di andare in rosso, in quanto le opere stanno partendo tutte insieme e coprire in contemporanea il 30% degli importi, significa dover sborsare milioni di euro». “Dunque – prosegue il Segretario degli Indipendentisti siciliani – dopo Il Sole 24 Ore degli industriali che ha raccontato l’analoga vicenda del Comune di Marzabotto, la stampa italiana inizia a recepire quanto anticipato da Siciliani Liberi”. Lomonte ricorda di “aver invitato più volte i Sindaci e gli amministratori siciliani – inclusi i rettori delle fragili università pubbliche siciliane – a non intraprendere alcuna spesa senza avere incamerato i soldi del presunto Pnrr che il Tesoro e gli altri ministeri continuavano a non trasferire. Non ci hanno ascoltato. Ci siamo quindi rivolti direttamente al presidente della Regione. Che è anche ex presidente del Senato. Invitandolo ad emettere un decreto che bloccasse immediatamente qualsiasi impegno di spesa. Anche lui ci ha ignorato”.

Lomonte ai rettori delle università siciliane e ai Sindaci dei Comuni dell’Isola che hanno anticipato somme a valere sui fondi del Pnrr: “Il Tesoro è a un passo dall’insolvenza e non vi darà nulla”

“Ora che iniziano a saltare i Comuni emiliani e lombardi – scrive ancora Lomonte – come pensano il presidente della Regione, i rettori e i Sindaci dei Comuni siciliani che hanno fatto partire lavori o assunzioni basandosi sui presunti fondi del Pnrr, come pensano – dicevamo – di salvare i loro enti? Con un ennesimo ‘appello’? Oppure pensano che il Governo li tratterà diversamente da come ha fatto con il presidente della Campania che ha portato a Febbraio i Sindaci del Sud a Roma per reclamare i fondi comunitari del Fondo di sviluppo e coesione, lasciato per la strada in palese umiliazione istituzionale?”. Eh già, perché, piano piano, vanno sparendo anche i soldi del Piano di Sciluppo e Coesione non perché vengono erogati, ma perché il Governo nazionale li trattiene. Lomonte lancia un mezzo vaticinio ai rettori delle università siciliane a ai Sindaci dei Comuni dell’Isola: “Facciamo una domanda semplice ai 4 rettori delle università pubbliche siciliane avete per caso assunto personale con fondi Pnrr che non avevate, anticipando gli stipendi dal bilancio ordinario? La stessa domanda rivolgiamo ai Sindaci siciliani tramite gli amici di ANCI Sicilia (Associazione Nazionale Comuni Italiani): avete per caso fatto partire lavori Pnrr anticipando soldi dal bilancio ordinario, senza che i fondi siano mai arrivati? Ebbene, sappiate che adesso tutti i vostri enti vanno incontro al dissesto finanziario. Il Tesoro è a un passo dall’insolvenza e non vi darà nulla. Le prime 3 rate del Pnrr trasferite da Bruxelles sono state usate dal Tesoro per salvare l’Italia dall’insolvenza sul debito pubblico. Nessun’altra rata è stata o mai sarà pagata da Bruxelles, che versa in condizioni finanziarie ormai critiche”.

L’Italia paga da 80 a 90 miliardi di euro all’anno di interessi su un debito pubbico truffaldino

In effetti va sottolineato che l’Italia paga da 80 a 90 miliardi di euro all’anno di interessi su un debuto pubblico truffaldino. Ricordiamo che nel 2019 l’Italia, a partire dal 1980, aveva pagato 4 mila miliardi di interessi sul debito pubblico che cinque anni fa ammontava a poco meno di 2 mila e 400 miliardi di euro. Oggi il debito pubblico italiano ammonta a quasi 3 mila miliardi di euro. Rispetto a cinque anni fa, oggi l’Italia paga le spese per la guerra in Ucraina. Il dubbio è che i fondi del Pnrr siano finiti in parte per pagare gli interessi sul debito pubblico, come scrive Lomonte e, in parte, nel pozzo senza fondo della guerra in Ucraina. Il tutto senza informare i cittadini. “Nessun giornalista ha condotto un’indagine giornalistica – scrive sempre Lomonte – Nessun’autorità pubblica addetta ai controlli sui conti pubblici ha chiesto la documentazione sui trasferimenti realmente effettuati dal Tesoro, e sui soldi realmente spesi. Decine di convegni sul Pnrr. E mai un’analisi concreta della situazione concreta oltre a quella condotta in solitutidine da Siciliani Liberi. Adesso che le conferme arrivano da tutta Italia, si può trarre un’ulteriore lezione politica dalla triste vicenda del Pnrr. Ovvero, che in Italia ad essere ormai esausta e priva di qualsiasi utilità sociale non è solo la componente politica della classe dirigente. Ma l’intera classe dirigente: che include il mondo accademico e quello della formazione, la gran parte delle istituzioni pubbliche e persino il mondo della scuola. Il raggelante silenzio sulla vergogna del Pnrr la dice lunga – infatti – sulla falsa concezione della ‘legalità che anche oggi sarà stancamente invocata di fronte ad una popolazione che ha perso ogni fiducia verso una classe dirigente rivelatasi fallimentare in tutto”.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 3 persone e il seguente testo "Fondi Pnrr, lo Stato non paga. E i Comuni rischiano il rosso Fontana: «Anticipare il 30% dei costi significa sborsare milioni». Casorati: «Senza soldi le imprese si fermano» 17 MAGGIO 2024 -05:25 Stefano Sagrestano stefano.sagrestano@gmail com f PNRR"

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