A Strasburgo mezzo gruppo parlamentare del PPE non vuole votare sì alla Commissione europea di Ursula. Che ha ‘reimbarcato’ i Verdi. Perché Giorgigna e i Fratelloni rischiano grosso

Il pomo della discordia è la presenza nella nuova Commissione europea dell’ambientalista-fondamentalista Teresa Ribera invisa ai tantissimi cittadini europei, a cominciare dagli agricoltori

C’è una notizia che merita di essere commentata. La notizia è che i Verdi voteranno sì in Parlamento europeo alla riedizione riveduta e corretta della Commissione europea di Ursula von der Leyen. Il voto è previsto entro questa settimana. La ‘news’ viene salutata positivamente dagli ‘europeisti’: i Verdi, che in un primo momento erano contrari, adesso si sarebbero convinti ad appoggiare il pastrocchio trasformista messo su da Ursula. Tutto è bene qual che finisce bene. O quasi. Perché questa è la versione data dall’informazione ‘europeista’. Ora proveremo a dare la nostra versione: la versione di chi vorrebbe vedere l’Unione europea affondare. Se i Verdi hanno deciso di votare sì al secondo mandato di Ursula von der Leyen al vertice della Commissione europea, ebbene, deve essere successo qualcosa. Cosa? La spiegazione semplice, immediata, logica è una: è evidente che Ursula, ha fatto quattro conti, è ha capito che senza il voto dei Verdi verrà ‘inchiummata‘ in aula (bocciata per i non siciliani e per i siciliani di radice non punica). E chi è che si sta rifiutando di votare per il secondo mandato di Ursula? A nostro avviso una parte del Partito Popolare Europeo (PPE) che, è noto, è contrarissimo al cosiddetto Green Deal, ovvero all’ambientalismo fondamentalista, tipo insetti a tavola, cappotti termici agli edifici, auto elettriche e altri affari ‘ecologisti’ vari ed eventuali. A nostro modesto avviso, il casino’ sta scoppiando perché Ursula non è riuscita a tenere fuori dalla Commissione Teresa Ribera, un’ambientalista fondamentalista detestata da tantissimi cittadini europei che non ne vogliono sapere dei cappotti termici agli edifici e dagli agricoltori europei.

Funzionerà la mossa di Ursula? Potrebbe non funzionare, perché si potrebbero moltiplicare gli europarlamentari moderati che avversano non tanto Ursula quanto Teresa

La cosa più logica, per evitare i ‘casini’ che stanno scoppiando, sarebbe stata quella di tenere fuori dalla Commissione europea Teresa Ribera. Invece la sinistra spagnola – che governa la Spagna grazie ai ‘poltronisti’ dell’ei fu dell’indipendentismo catalano – ha imposto la Ribera, minacciando di far saltare tutto se Ursula non avesse obbedito. Ursula – altra ‘poltronista’ di carriera – ha obbedito, ma adesso i conti non tornano, perché, come già accennato, mezzo gruppo parlamentare del PPE è in rivolta. Così Ursula sta correndo ai ripari chiamando in aiuto i Verdi. Questo, sempre a nostro modesto avviso, peggiorerà lo scenario, perché gli europarlamentari del PPE che erano comuque decisi a votare per Ursula e la sua Commissione, anche se di malavoglia, adesso saranno più incazzati che mai, perché si dovrebbero sputtanare con i propri elettori che – lo ribadiamo – detestano i Verdi europei. I più in difficoltà di tutti saranno i Popolari tedeschi: il prossimo Febbraio, in Germania, si voterà alle elezioni politiche e, votando sì insieme con i Verdi alla Commissione europea con Ribera addirittura vice presidente rischiano di perdere una caterva di voti.

Ma cu c’i purtava Giorgigna e i Fratelloni d’Italia a votare per Ursula? Qui se il generale Vannacci si presenta alle elezioni regionali del prossimo anno con Gianni Alemanno e Marco Rizzo a dimezzare i voti del partito di Giorgia Meloni non ci vorrà molto…

Tra l’altro – particolare tutt’altro che secondario – il voto nel Parlamento europeo per dire sì o no alla Commissione europea è palese: quindi gli elettori europei sapranno i nomi e i cognomi degli euroarlamentari che hanno votato sì al fondamentalismo dei Verdi europei. Questo particolare significherà lo sputtanamento a vita di chi, a parole, si è pronunciato contro auto elettriche traballanti, insetti a tavola, cappotti termici agli edifici e via continuando. E’ messa male anche Giorgigna con i suoi Fratelloni: il riferimento è a Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia che hanno annunciato il voto favorevole alla Commissione Ursula von der Leyen Atto II. Il prossimo anno si voterà in sei Regioni: Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. Già per Fratelli d’Italia è suonato un mezzo campanello d’allarme alle recenti elezioni regionali di Emilia Romagna e Umbria, dove, con molta probabilità, tanti elettori di centrodestra non sono andati a votare perché delusi dall’attuale Governo Meloni, forse troppo ‘realista’ e, ancora peggio, troppo ‘europeista’. Figuriamoci cosa succederà se, come sembra, i Fratelloni d’Italia del Parlamento europeo sosterranno Ursula von der Leyen. Tra l’altro, il generale Roberto Vannacci ha dato vita a un nuovo movimento che pare abbia preso il nome del suo fortunato libro: Il mondo al contrario. La notizia è un po’ bruttina, anzi, molto brutta per Giorgigna e i suoi Fratelloni, perché c’è la possibilità che Vannacci si presenti alle elezioni regionali in alleanza con il movimento di Gianni Alemanno, Indipendenza, e, forse, con i Comunisti di Marco Rizzo: una terna in grado di attirare i voti di tanti elettori di destra, di centro e di sinistra ai quali detestano l’Unione europea dell’euro. Insomma, se Giorgigna e i Fratelloni si presenteranno alle elezioni regionali del prossimo anno dopo aver votato in favore di Ursula, beh, potrebbe essere il disastro elettorale: a perdere il cinquanta per cento dei voti ci potrebbe volere molto poco…

P.s

Ah dimenticavamo: non è che è detto che con i voti di Giorgigna e dei Fratelloni italioti Ursula riconquisti il più alto scranno degli euroinomani: va messo nel conto la possibilità che Ursula venga ‘inchiummata’ lo stesso. In questo malagurato caso, Giorgigna, come si usa dire in Sicilia, rischierebbe di perdere ‘u sceccu cu tutta ‘a carrozza!

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