Senza rinunciare all’Indipendenza la Sicilia deve battersi per l’attuazione del proprio Statuto Autonomo conquistato grazie alle lotte degli Indipendentisti di Finocchiaro Aprile e Antonio Canepa

di Renato Sgroi Santagati

Oggi più che mai il Popolo Siciliano deve aspirare ad essere indipendente

Ho tenuto nei giorni scorsi una mia ennesima conferenza sulle vere origini dello Statuto Siciliano. A torto sostengono alcuni che lo Statuto Siciliano sarebbe oggi “anacronistico” e quindi dovrebbe essere addirittura eliminato. A mio avviso, invece, e non siamo in pochi a sostenerlo, mai come oggi la Sicilia ha avuto un assoluto bisogno di autodeterminarsi e di autogovernarsi per potere ridare un futuro alla propria gente (sopratutto, ovviamente, ai propri giovani). È chiaro ed evidente, quindi, che oggi più che mai il Popolo Siciliano deve aspirare ad essere indipendente. Poiché, tuttavia, è una indiscutibile realtà che “l’evoluzione non fa salti”, per i Siciliani diviene indispensabile e improcrastinabile battersi per ottenere dal governo italiano ciò che, già dal lontano 15 Maggio 1946, spetta loro di diritto: la concreta, integrale applicazione dello Statuto Autonomo, speciale strumento conquistato, settantotto anni fa, dai sacrifici degli indipendentisti di Andrea Finocchiaro Aprile (foto sopra tratta dal blog di Massimo Costa) e, a costo della propria vita, dai “martiri” dell‘EVIS, l’Esercito dei Volontari per l’Indipendenza della Sicilia creato da Antonio Canepa (foto sotto tratta da Antudo).

Ricordiamoci sempre che la Sicilia è stata una nazione per oltre 700 anni

È vero che “il Popolo Siciliano ha in sé la forza della propria Storia, delle proprie tradizioni per riconquistarsi lo spazio che merita nel contesto internazionale”: basti ricordare che la Sicilia è stata una “nazione” per oltre settecento anni (fino al 1816). Ma è altrettanto vero che il cammino per giungere all’indipendenza si presenta oggi lungo e tortuoso, mentre quello per giungere alla piena e formale attuazione della Autonomia Statutaria, avendo valenza di legge costituzionale, può considerarsi breve e non aleatorio. Allora, senza rinunciare a perseguire la via dell’indipendenza, il Popolo Siciliano deve prima di tutto pretendere dal governo italiano la concreta e formale applicazione dello Statuto del 1946. Come? Con i normali e legittimi strumenti democratici: con il voto, con la protesta e, laddove dovesse rendersi necessario, anche con la disobbedienza civile. Ma con la massima urgenza. Condizione necessaria per giungere a questo primo traguardo: i Siciliani debbono riuscire a mettere da parte il proprio dannato individualismo e avere la consapevolezza della propria identità di popolo forte e coeso. Forza e coesione che derivano dall’orgoglio di essere Siciliani e, perciò, è in netta contrapposizione con la politica dei partiti nazionali e dei loro rappresentanti siciliani (solo perché nati in Sicilia, ma in realtà servi delle segreterie nazionali dei rispettivi partiti di appartenenza).

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